Da grande vorrebbe fare l'arredatore di interni, in questo momento di design ci sono solo le sue parate: plastiche e multiforme come l'uscita su Djuricic, che ha salvato il risultato col Sassuolo. Freddo tra i pali, brillante fuori, Wojciech Szczesny è un architetto prestato al mondo del pallone. E poco conta se si esibisce in porta o davanti alle telecamere del suo “Prosto w Szczenę”, l'esuberante show in cui l'estremo difensore bianconero si diverte nei panni dello scanzonato intervistatore.
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Nella vita esistono missioni apparentemente impossibili, una di queste consiste nel non far rimpiangere una leggenda vivente come Gigi Buffon. Eppure il polacco ci sta riuscendo con semplicità. La stessa con cui “Tek” ha saputo gestire l'avvicendamento con il fuoriclasse carrarino. Insomma, alla Juventusnon sarebbe potuta andare meglio.
Nulla di nuovo per un club abituato a pianificare ogni mossa, che nell'estate del 2017 versando poco più di 12 milioni all'Arsenal si è assicurato un profilo affidabile e munito di ampi margini di miglioramento. Solo intravisti nella passata stagione ma confermati in quell'attuale.
Un'annata trascorsa a coprire le spalle a Buffon può significare molto se non tutto, un passo indietro per poi farne due avanti.
“Non c'è miglior modo di imparare che guardare i migliori nel loro lavoro. Solo essere con Gigi in ogni allenamento significava poter vedere come preparava le partite, come comunicava con i difensori, non solo in campo ma anche nello spogliatoio. Mi ha pure aiutato a maturare. Ho cercato di essere all'altezza dello standard che tutti si aspettavano da me”.
L'attualità racconta di uno Szczesny grande protagonista. Prima missione, spegnere sul nascere le legittime ambizioni di Mattia Perin: centrata. Seconda missione, invece, quella di crescere in termini di continuità: ci siamo. Meno appariscente di molti suoi colleghi, Il 28enne di Varsavia lavora meticolosamente in funzione dell'essenzialità. Pochi scatti per i fotografi ma tanta concretezza.
Modus operandi caldeggiato da Claudio Filippi, che per l'ex giallorosso pare abbia un vero e proprio debole. Negli ultimi tempi, tuttavia, gli insegnamenti del preparatore dei portieri della Juventus si sarebbero focalizzati sulle uscite alte, abilità su cui “Tek” deve ancora perfezionarsi.
Szczesny è meticoloso, tanto da studiare allo sfinimento le caratteristiche degli avversari. Non a caso, negli ultimi tempi ha negato la gioia dal dischetto prima a Parejo e dopo a Higuain: doppia mano destra e sei punti in tasca alla Signora, in trasferta con Valencia e Milan.
I dettagli fanno la differenza, specialmente all'interno di un gruppo ligio alle regole come quello juventino. E dalla Continassa è partito il messaggio del polacco al suo ex – e futuro – compagno di squadra, Aaron Ramsey.
“Benvenuto nella famiglia Juve! Preparati per lavorare sodo! I prossimi anni saranno tutti all’insegna delle vittorie”.
Atteggiamento da leader, proprio ciò che Szczesny sta diventando a Torino.


