Fabio Paratici, oggi, festeggia 48 anni. Una crescita esponenziale, dal punto di vista manageriale, tra Sampdoria e Juventus. Con risultati di pregevole fattura ottenuti nel capoluogo piemontese: prima come direttore sportivo e, successivamente, in qualità di responsabile dell'area tecnica.
Avanti tutta all'insegna della progettualità, in quanto il dirigente piacentino - negli anni - ha dimostrato tutta la sua importanza per la Vecchia Signora. Tanto da ottenere la promozione, con tanti saluti a Beppe Marotta, nel ruolo di Chief Football Officer.
Una scelta importante, presa da Andrea Agnelli, con il classico decisionismo che contraddistingue il numero uno della Continassa. Insomma, l'allievo che supera il maestro. E che vanta, dalla sua, la massima stima della proprietà. Ecco perché, all'orizzonte, non si intravedono (grossi) cambiamenti per quanto concerne la parte sportiva. Parola d'ordine: continuità.
Negli altri settori dell'organigramma juventino, invece, qualche trasformazione potrebbe avvenire. Vedi, ad esempio, l'uscita di Marco Re. Sostituito da Stefano Bertola, già uomo vicino alla presidenza. Nominato, giustappunto, nuovo Chief Financial Officer pro tempore.
GettySempre Bertola, inoltre, sarà anche Dirigente Preposto:
"ll Consiglio di Amministrazione, riunitosi in data odierna (ieri, ndr), ha nominato Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari, ai sensi dell'art. 154-bis del Tuf e previo parere favorevole del Collegio Sindacale, lo stesso Dott. Stefano Bertola, sussistendo i requisiti previsti dallo Statuto per la carica".
Tuttavia, nel breve e lungo termine, tutti i cambiamenti che proporrà la Signora dovranno essere codificati in funzione dell'innovazione. Per crescere, infatti, occorre sperimentare e rischiare. Impossibile accontentarsi del compitino, a maggior ragione considerando come la Juve rappresenti uno dei club più importanti al mondo.
Insomma, proseguono i movimenti dell'era post Marotta. Con la linea guida, in termini di modello di gestione, destinata a non cambiare. Con Giorgio Ricci al timone dei ricavi, Fabio Paratici a guidare l'area sportiva e, ora, Stefano Bertola a coordinare l'operato sui servizi.
Un organigramma snello, chiamato ad accertare che la Juventus resti al top a livello europeo. Missione non semplice, ovviamente, considerando come i competitor abbiano al momento maggiori mezzi e disponibilità.
Ma la continuità di gestione, concetto espresso più volte da Agnelli, non è minimamente in dubbio. Evoluzione, non rivoluzione. Anche perché, considerando l'egemonia nostrana in corso, votare il partito del cambiamento diventerebbe automaticamente un azzardo. E, risultati alla mano, non c'è motivo di azzardare.


