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Andrea Agnelli JuventusGetty

Juventus, da Sarri all'organico: è tempo di cambiamenti

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Fallimento. Non esistono altre parole per descrivere l'eliminazione della Juventus agli ottavi di Champions League. Sogno, obiettivo, ko. Tre passaggi scanditi da Maurizio Sarri, Andrea Agnelli e dal rettangolo di gioco: mai così impietoso.

Contro il Lione non è bastato il solito Cristiano Ronaldo, ovvero colui che ha segnato 67 goal nella fase a eliminazione diretta dell'Europa che conta. Non è bastata, soprattutto, una squadra non all'altezza del suo re.

Poche idee e confuse, con Maurizio Sarri alle prese con un ibrido battuto dalla sagacia tattica di Rudi Garcia, il quale a fine partita - con i trascorsi giallorossi stampati nella mente - non ha fatto mancare una dedica al popolo romanista.

Restano le macerie su ciò che sarebbe dovuto essere e che invece non è estato. Con il nono scudetto di fila, in bacheca, ma che non salva un'annata che sarebbe dovuta confluire in tutt'altro rendimento.

Passando, magari, dal bel gioco. Appunto, magari. Il cambio di guida tecnica, al di là di un'impostazione tattica differente, non ha portato benefici. Buone intenzioni, nella teoria, ma rimaste tali nella pratica.

E ora, quindi, è inevitabilmente tempo di cambiamenti. Con gli uomini della Continassa che, senza tergiversare, hanno deciso le sorti del futuro di Sarri: al primo summit, la decisione dell'addio.

Non è un mistero che, da quelle parti, Simone Inzaghi sia un profilo apprezzato per quanto proposto con la Lazio. Così come scalda, eccome, Zinedine Zidane. Che, però, è legato da un contratto faraonico con il Real Madrid. Poi occhio a Mauricio Pochettino, profilo interessante e studiato da Madama . Insomma, idee embrionali e ancora tutte da scorprire.

Tornando a Sarri. La sensazione, e forse qualcosina in più, è che l'ex tecnico del Chelsea non sia riuscito a conquistare i giocatori. Una lingua diversa, un personaggio diverso. Probabilmente troppo per il mondo juventino.

Che, comunque, si devono concentrare sull'attualità. Con annessa valutazione dell'organico da effettuare. Evidenti limiti strutturali, infatti, hanno bloccato il salto di qualità. Pochi sorrisi dall'ultimo mercato estivo: De Ligt e Demiral. Tante incognite: Ramsey, Rabiot e Danilo. Insomma, più ombre che luci.

Alle porte una compravendita complicata, elastica, ma decisiva per le sorti di una squadra chiamata a cambiare pelle. Attenzione riposta, in primo luogo, sullo svecchiamento dell'organico. Punto in agenda, segnato, improrogabile. Il primo: il cambio dell'allenatore. Ormai realtà.

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