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TognozziGetty

Juventus, il metodo Tognozzi: lungimiranza e coraggio nello scoprire talenti

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Sì, è molto probabile che la Juventus decida di spalancare le porte della Continassa a un nuovo direttore sportivo. Nulla ancora di definito, con i soliti nomi in ballo (da Cristiano Giuntoli del Napoli a Giovanni Rossi del Sassuolo), passando verosimilmente per altre opzioni ancora non emerse dal punto di vista mediatico.

Un argomento prioritario per i bianconeri, specialmente considerando l’inibizione di 16 mesi inflitta a Federico Cherubini nell’ambito del caso plusvalenze. Insomma, il casting è entrato nel vivo, anche perché c’è la prossima stagione da programmare nonostante – tra campo ed extracampo – le incognite siano ancora molteplici.

Un passo probabilmente doveroso per aumentare la competitività del management, ma che presso la stanza dei bottoni non viene visto come una bocciatura per gli attuali dirigenti. 

Anzi, c’è di più. C’è, ad esempio, che Giovanni Manna (responsabile Next Gen) e Matteo Tognozzi (scouting manager) siano entrambi molto apprezzati dalla proprietà. Il primo classe ’88, il secondo ’87, accomunati dal talento e da due percorsi differenti.

Tognozzi, nonostante la giovanissima età, vanta già un passato extra lusso. Senza contare la provincia, con più incarichi ricoperti all’insegna della vera gavetta, ecco un tris mica male: Zenit, Amburgo e Bayer Leverkusen.

Sponsor: Luciano Spalletti. Già, in quanto è stato proprio il tecnico del Napoli durante la sua esperienza in Russia a intravedere per primo il potenziale di un autentico predestinato. Morale della favola? Essere malati di calcio, il tutto potendo sfoggiare un inglese apprezzabile, può aiutare a realizzare un sogno.

ESTERO E JUVE

Il resto, per Tognozzi, è già storia: anni brillanti trascorsi allo Zenit con annesso ruolo attivo nella creazione di un gruppo osservatori altamente qualificato; parentesi proficua ad Amburgo sotto lo sguardo attento dell’amico Dietmar Beiersdorfer; avventura interessante tra le fila delle Aspirine all’interno di un contesto che ancora oggi fa molto azienda e poco famiglia.

PS: vivere a Leverkusen non è il massimo, decisamente meglio fare base nella vicina Dusseldorf.

E poi il rientro datato 2017 nel Belpaese, alla Juve, un matrimonio nato sul doppio binario Fabio Paratici-Javier Ribalta. Amarcord. Tognozzi e l’ex dg bianconero si incontrano per la prima volta nel 2011 a Budapest, in occasione di Ungheria-Olanda 0-4, una semplice chiacchierata tra due persone che vivono H24 di questo sport.

Successivamente è l’addio di Ribalta a creare i presupposti per una rapida e meritocratica ascesa. Riassunto: lo spagnolo, che aveva premuto in prima persona affinché Tognozzi potesse rimpolpare il parco 007 della Vecchia Signora, riceve un’offerta dal Manchester United e la accetta. Dunque, in pochissimo tempo, Tognozzi si ritrova a sfoggiare un ruolo apicale.

Tognozzi, divenuto nel tempo uomo di fiducia di Cherubini (a proposito, gran rapporto tra i due), si è reso protagonista di colpi importantissimi e in termini di linea verde e in chiave prima squadra. 

Matteo TognozziGetty Images

I GIOCATORI PORTATI ALLA JUVE

Alzi la mano chi è al corrente del fatto che sia stato proprio MT ad apparecchiare con la Fiorentina l’operazione che ha portato Dusan Vlahovic nel capoluogo piemontese. O che Madama sia riuscita a battere la concorrenza delle big inglesi sul fronte Denis Zakaria proprio seguendo le indicazioni di Tognozzi.

Il pressing a tutto tondo per assicurarsi Enzo Barrenechea dal Newell’s Old Boys, quanti viaggi in Sudamerica e quanta pazienza per venirne a capo.

Che dire di Matias Soulé, anch’egli pescato in Argentina, una concorrenza agguerrita e spietata con Madama a primeggiare. Kaio Jorge, Iling Junior, Nonge Boende, Kenan Yildiz e… Dean Huijsen.

Quest’ultimo classe 2005, tra i centrali più talentuosi al mondo per quanto concerne la sua categoria, arrivato alla Juve dal Malaga proprio dietro la regia – indovinate un po’ di chi – di Tognozzi. E ci sarebbero tanti altri esempi, ovviamente senza minimizzare l’operato dei collaboratori. Giustappunto, si vocifera che – tra gli altri – Simone Dallamano sia molto bravo.

E il futuro? Il futuro è oggi. È proseguire la programmazione corrente, sempre con abnegazione ed entusiasmo. Non è un caso che, in termini di talenti, la Juventus negli ultimi anni abbia alzato sensibilmente l’asticella.

Lungimiranza al potere e due regole auree: un bravo scout non può sbagliare il piede di nessun calciatore in campo che abbia toccato almeno una manciata di palloni. Un bravo scout deve imparare a memoria le date di nascita dei calciatori. Chiamatelo, se volete, il metodo Tognozzi. 

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