L’attualità che si scontra con il passato. Già, perché se l’appuntamento di questa sera tra Juventus e Benfica dirà molto circa il rispettivo cammino in Europa, l’ultima puntata non rappresenta per i bianconeri un ricordo positivo. Ogni riferimento al 2014 è puramente voluto. Anzi, ogni riferimento al doppio incontro di quell’edizione dell’Europa League è puramente voluto.
Semifinale. Da una parte la Juventus guidata da Antonio Conte, dall’altra il Benfica di Jorge Jesus. Uomini diametralmente opposti, filosofie calcistiche differenti, apparentemente un netto divario qualitativo tra le due squadre: 2-1 all’andata in favore della truppa lusitana, 0-0 al ritorno. Morale della favola? Portoghesi all’ultimo atto e Vecchia Signora eliminata. Ma c’è di più, e qui subentra la morale ostile alle Aquile: Benfica sconfitto dal Siviglia di Unai Emery. Dove? All’Allianz Stadium di Torino.
Questo, infatti, è il neo della gestione Conte all’ombra della Mole. Un cammino di livello assoluto, caratterizzato da tre successi di fila in campionato e due Supercoppe, ma con qualche rammarico qua e là fuori dai confini nostrani. Perché nel 2014, rosa alla mano, la Juve avrebbe potuto - e dovuto – mettere concretamente nel mirino l’obiettivo di conquistare un trofeo alla portata.
Basti pensare ai nomi di quella squadra, da contestualizzare alla manifestazione, con in prima linea i vari Buffon, Bonucci, Barzagli, Chiellini, Vidal, Pirlo, Pogba e Tevez. Insomma, tutta gente extra lusso. Ecco perché, a distanza di tempo, il mancato approdo alla finalissima dello Stadium assomiglia tanto a un’occasione malamente sprecata.
Un Benfica dignitosissimo composto da grandi talenti come Oblak, Gaitan e Rodrigo, ma anche da giocatori esperti del calibro di Luisao, Garay, Amorin, etc. In definitiva, un mix sapientemente plasmato dalla bravura di Jorge Jesus. Che, all’insegna di un pragmatico e catenacciaro tatticismo, fu in grado nel capoluogo piemontese di sfornare la prestazione perfetta: nonostante l’espulsione di Perez, nonostante la forte pressione – più di nervi anziché di idee – proposta da Madama.
Una Juve indomabile in campionato, capace di entrare nella storia della Serie A edizione 2013-14 con il record di punti in classifica: 102. Ben 19 vittorie su 19 partite tra le mura amiche, per un totale di 33 successi, 3 pareggi e 2 sconfitte. Dunque, una squadra letteralmente spietata. Che, probabilmente, ha pagato dazio in Europa League proprio per superarsi nell’élite nostrana.
Voler scrivere la storia, si sa, comporta un notevole spreco di energie fisiche e mentali. E la Juve, alla sfida del 1 maggio 2014, arrivò con la lingua di fuori. Il resto è storia, con un match tosto e pregno di tensione, con annessa presenza sugli spalti dell’immortale Diego Armando Maradona (invitato da Tevez). Quanta nostalgia…




