“Io sento più il peso della responsabilità in Italia perché abbiamo l’obbligo di centrare gli obiettivi. In Europa penso che tutti facciate finta di nulla, ma ci sono squadre minimo forti quanto la nostra. Siamo tra le 10-12 squadre che hanno questo obiettivo-sogno. Perché la Champions League è un sogno”.
Parole di Maurizio Sarri, uno che ha sempre fatto della schiettezza il suo credo calcistico. La Juventus brama dalla voglia di rimettere le mani sulla Champions League, vinta l’ultima volta nel 1996, alzata al cielo di Roma da Gianluca Vialli.
E dopo un poderoso percorso di crescita, caratterizzato da due finali (perse) negli ultimi cinque anni, Madama cerca il definitivo salto di qualità. Sfiorato con Massimiliano Allegri, da centrare con l’ex tecnico del Chelsea. Che, comunque, fin dall’inizio della sua avventura sotto la Mole ha deciso di adottare una tattica – mediaticamente – attendista. Insomma, vietato esporsi oltremisura.
Detto ciò, e non potrebbe essere altrimenti sfoggiando un certo Cristiano Ronaldo, la Juve può e deve pensare in grande. A maggior ragione dopo aver costruito un’egemonia nostrana messa – quest’anno – a dura prova dal ritmo proposto da Lazio e Inter.
La bontà del Sarrismo, vedi le parole di Andrea Agnelli, verrà valutato su base triennale. Dunque, chiedere tutto e subito non sembrerebbe cosa buona e giusta. Detto ciò, considerando la bontà del percorso della precedente stagione, il metro di paragone resta dei più aulici.
E contro il Lione, in un ottavo sulla carta (assai) agevole, la parola d’ordine in casa juventina sarà una sola: passare. Un passo falso, tra il lato economico e quello sportivo, avrebbe tanto del clamoroso quanto del delittuoso. E Sarri, da uomo navigato qual è, lo sa perfettamente.
Nella Francia sud-orientale, dunque, la Signora è chiamata a proporre una prova convincente. Il tutto, ipotecando il passaggio del turno. Una gara di livello per continuare a progredire, con tanto di 4-3-3 ormai battezzato modulo base fino al termine della stagione.
Dopodiché, a bocce ferme, gli uomini della Continassa avranno l’opportunità di valutare la bontà della rosa. Occhi puntati, principalmente, sul tasso qualitativo del centrocampo: con un colpo in arrivo per innalzare il livello qualitativo del reparto.
Pensare da grande e in grande. Inevitabile se ti chiami Juve. Ma a fari spenti. Così vuole Sarri, così seguono le direttive i suoi giocatori. Passo dopo passo.




