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Alvaro Morata Juventus Borussia Dortmund Champions League 24022015Getty Images

La Juve si affida a Morata: l'uomo in più in Europa

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Alvaro Morata e la Champions League: binomio vincente. Lo dice la storia, con lo spagnolo ad aver vinto questa competizione già due volte con il Real Madrid nelle edizioni 2014 e 2017. In entrambe le occasioni non propriamente da protagonista, con un grosso dispiacere rifilato proprio alla Juventus, ma con un'attitutine europea fuori dal comune.

Lo sanno bene i dirigenti della Continassa che, anche per questo motivo, hanno deciso di riportare il centravanti iberico in Italia. Trovando, in maniera lungimirante, la giusta formula con l'Atletico Madrid. Insomma, una sorta di prestito biennale da complessivamente e potenzialmente 55 milioni. Non male, soprattutto considerando come sullo sfondo vigano ampi margini di miglioramento.

Andato via da ragazzo, il puntero è tornato uomo. E a 27 anni, si sa, un centravanti è solito toccare il picco massimo di rendimento. E a Crotone, nel recente (mezzo) passo falso bianconero, Morata è stato uno dei pochi a venirne a capo con una prestazione individuale maiuscola: un goal, un altro tolto dal VAR e un palo interno. 

Ecco, dunque, la Dinamo Kiev sullo sfondo. Oggi, alle 18.55, lo spagnolo è chiamato a trascinare i suoi compagni verso il primo successo esterno della stagione. Sul suo conto, infatti, zero dubbi in chiave maglia da titolare. A maggior ragione considerando come Cristiano Ronaldo sia attualmente ai box per COVID-19 e Paulo Dybala non sia ancora al meglio della condizione. 

Alvaro Morata Juventus Borussia Dortmund Champions League 24022015Getty Images

Aria d'Europa, aria d'élite. Nulla che spaventi Morata, già assoluito protagonista - per due anni - con la Juventus. Con un 2015, quasi, da sogno.

Goal all’andata e al ritorno col Dortmund negli ottavi di finale, goal all’andata e al ritorno al Real Madrid in semifinale, goal nella finale di Berlino. L’unico che non è stato sufficiente per centrare l’obiettivo. Sul tiro di Tevez respinto da Ter Stegen, Morata era al posto giusto a momento giusto, come sempre. Come al Bernabeu tre settimane prima, allo Stadium un mese prima.

Poi, contando anche la stagione successiva, ecco le 5 reti di fila in Champions League. Bottino di livello, raro, che infatti portò immediatamente il Real Madrid a esercitare la recompra, definita da Beppe Marotta - all'epoca ad della Juve - una spada di Damocle.

Alvaro, nel tempo, non è riuscito a trovare la definitiva consacrazione: né al Chelsea né all'Atletico Madrid. Importante, sì, ma mai imprescindibile. Copione che dovrebbe andare in scena anche alla Juve, perché Morata dà sempre il meglio quando non dev'essere considerato la stella irrinunciabile. E, considerando come a Torino la stella sia una sola e si chiami Cristiano Ronaldo, va bene così a tutti.

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