Beh, ammesso e non concesso che nel calcio esista ancora qualcosa di scontato, la Juventus può tirare un sospiro di sollievo. Urna benevola, per Madama, quella di Nyon. Con i bianconeri che, agli ottavi di Champions League, se la dovranno vedere con il Porto.
Sulla carta, senza giri di parole, un doppio confronto che non dovrebbe proporre sorprese. Salvo considerare che, però, nella passata stagione la Signora si era illusa di poter superare agevolmente il Lione. Morale della favola? Eliminazione, cocente delusione, esonero di Maurizio Sarri.
Alle prese momentaneamente con la terza piazza in campionato, il Porto annovera tra le sue fila una vecchia conoscenza della Serie A: Felipe Anderson. Approdato in terra lusitana nel corso dell'ultima finestra estiva dal West Ham, il tuttofare offensivo brasiliano ha finora maturato 7 presenze e 1 goal.
Il resto, invece, è pura coralità. Ma anche organizzazione. Basti pensare che, nella fase a gironi, i portoghesi hanno perso una sola gara - in trasferta con il Manchester City - per 3-1. Dopodiché, 13 punti collezionati con 10 goal segnati e 13 subiti. Menzione speciale, inoltre, per Sergio Oliveira: capace di realizzare 3 reti.
I numeri, d'altro canto, spalleggiano il cammino della Juve. Giustappunto, i campioni d'Italia in carica non hanno mai perso nei cinque precedenti europei con il Porto: 4 vittorie e 1 pareggio datato 2001. Con l'ultimo confronto, quello degli ottavi di Champions del 2017, a elevare lo spessore juventino.
Bene al do Dragão con i lampi di Pjaca e Dani Alves, ordinaria amministrazione allo Stadium con il rigore trasformato da Dybala. In definitiva, 0-2 e 1-0. Qualificazione, così, mai messa in discussione.
Ecco perché, considerando anche la presenza di Cristiano Ronaldo, la Juventus è chiamata a fornire una doppia prova convincente. Facendo tesoro, e non potrebbe essere diversamente, del ceffone preso dal Lione.
Giuseppe Cacace/AFP/GettyAssume una valenza totale, quindi, la recente impresa del Camp Nou. Con i bianconeri capaci di sottrarre al Barcellona il primato del gruppo G, ottenendo - quantomeno potenzialmente - un percorso più agevole.
Una serata magica quella in terra catalana per Andrea Pirlo, capace di trovare un'ottima espressione tecnico-tattica. In definitiva, la miglior prestazione fin qui proposta sotto la gestione del tecnico bresciano.
Chiaro segnale di una squadra in crescita, chiamata a fare la voce grossa in tutte le competizioni. E se la Champions resta una manifestazione episodica, e quindi non programmabile, la Juve contro il Porto non può proprio sbagliare.
Vuoi perché facendo leva sul fattore CR7, peraltro in condizioni stratosferische, avrebbe del delittuoso. Vuoi perché respingere la fortuna, per la seconda volta di fila, non sarebbe (affatto) cosa buona e giusta.


