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Pirlo Vidal Pogba Juventus Champions League final 06062015Getty Images

Juve, da Berlino all'attualità: storia di un centrocampo ridimensionato

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Cinque anni fa, oggi, la Juventus contro il Barcellona  perdeva la sua sesta finale in Champions League. Una sconfitta dolorosa, indubbiamente, ma meno di molte altre. Orgoglio e coraggio. Con questi due ingredienti la Signora si presentava all'Olympiastadion di Berlino.

Ma contro gente come Messi, Suarez e Neymar al top, spalleggiati da altri mostri sacri del calibro di Dani Alves, Piqué, Iniesta e Busquets, c'è ben poco da fare: se non il segno della croce. Ammesso che si sia credenti.

I bianconeri, quindi, in terra teutonica accarezzavano un sogno. Rimasto tale, per la precisione da 24 anni. Eppure, nonostante il ko, resta principalmente una fotografia di quella serata. O meglio, un reparto: il centrocampo.

Perché Allegri, all'insegna del 4-3-1-2, schierava in campo Pirlo, Marchisio, Pogba e Vidal. Già, tutti assieme appassionatamente. Un reparto di livello assoluto, un reparto smantellato soprattutto dalle opportunità di mercato.

Via il genio bresciano che, non più al top della condizione atletica, sceglieva gli States come tappa finale di una straordinaria carriera. Via anche il cileno, per 37 milioni più di 3 di bonus, venduto al Bayern Monaco, con annessa plusvalenza da 31,7 milioni. Via pure il Polpo, passato al Manchester United per 105 milioni, con conseguente effetto economico positivo a bilancio di circa 72,6 milioni.

Paul Pogba Arturo Vidal - JuventusGetty

Due partenze nel 2015, una nel 2016, con il Principino a chiudere il puzzle nel 2018. Insomma, rivoluzione vera e propria in tre anni. Con un quadro collettivo all'altezza ma non indimenticabile. Perché, è vero, i risultati sono ampiamente dalla parte della Juve, alle prese con un'egemonia nostrana leggendaria.

Ma la sensazione, soprattutto in chiave Europa che conta, è che manchi qualcosa. E per qualcosa s'intende proprio la linea metodista di Berlino. La Signora è andata oltre i ricordi, puntando principalmente su figure di primissimo piano in attacco. Dentro Gonzalo Higuain, dentro Cristiano Ronaldo. Può bastare? Forse.

Solamente il tempo emetterà il verdetto sovrano. Oggi, però, i dubbi non mancano. Da Pjanic che, dopo quattro annate trascorse all'ombra della Mole, potrebbe fare le valigie. A Khedira, legato ancora da un anno di contratto, pressoché impossibile da piazzare. Passando per il tandem francese, rappresentato da Matuidi e Rabiot, alle prese con alti e bassi.

Insomma, ad oggi, la Juve ha due sole certezze: Bentancur e Ramsey. Il primo, alla corte di Sarri, ha effettuato il tanto agognato salto di continuità. E, in ottica progettuale, potrebbe piazzarsi davanti alla difesa.

Il secondo, smaltiti gli infortuni e accantonato l'esperimento di trequartista, nel corso dei mesi è salito decisamente di tono, diventando il centrocampista bianconero più prolifico nell'ambito dell'annata corrente.

Troppo poco. Ecco perché, giocandosi la carta della lungimiranza, il CFO Fabio Paratici sarebbe pronto a ridisegnare il settore. Cercando il giusto compromesso tra aspetto tecnico e finanziario. Intendiamoci, nell'immediato raggiungere il livello del 2015 rappresenta la più pura utopia, in quanto andrebbe effettuata una rifondazione a peso d'oro. Ma fare meglio non è importante, è l'unica cosa che conta.

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