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Arthur Pjanic - Juventus BarcelonaGoal

Juve-Barcellona: Arthur e Pjanic contro il loro passato

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Solamente il tempo sancirà la bontà dello scambio. In un senso o nell'altro. Intanto, però, Arthur e Miralem Pjanic hanno iniziato a prendere dimestichezza con usi e costumi differenti. Da una parte, il tatticismo della Serie A. Dall'altra, l'aspetto aulico della Liga. Nel mezzo, quindi, Juve e Barcellona ad aspettare i rispettivi acquisti.

Si preannuncia emozionante, e non poco, il ritorno del bosniaco allo Stadium. Non ci saranno i tifosi che, sicuramente, gli avrebbero riservato la giusta accoglienza. D'altro canto, e non potrebbe essere diveramente, quattro anni non si dimenticano. Così come non si possono scordare 178 presenze e 22 goal. Culminate, così, in 4 scudetti, 2 Coppe Italia e 1 Supercoppa Italiana.

Amore viscerale, cresciuto di anno in anno, arrivato tuttavia nei mesi scorsi al fisiologico passo d'addio. A 30 anni, corteggiato da tempo dai blaugrana, il regista di Tuzla ha deciso di rimettersi in gioco. Da qui, giustappunto, la scelta di trasferirsi in Catalogna. Che, sebbene sia presto, al momento ha portato più a bassi anziché ad alti.

Esempio lampante: panchina per tutta la gara contro il Real Madrid. Insomma, in mezzo al campo i titolari inamovibili per Koeman si chiamano Busquets e De Jong. E, anche allo Stadium, le scelte del tecnico olandese non dovrebbero cambiare.

 Pjanic, alla vigilia, ha parlato anche dell'imminente sfida di Champions League:

"Mi sto ambientando, sono arrivato dopo perché ho avuto il Covid, però sto bene e spero di aiutare la squadra. Posso dare tanto, m’importa principalmente che la squadra faccia un buon percorso nella Liga e in Champions. Ci vuole tempo per adattarmi, ma sono convinto di poter fare grandi cose. Spero di dare il meglio per i tifosi del Barcellona. Qui c’è competizione come in ogni club, è normale. Io, De Jong e Busquets possiamo giocare insieme, però deve decidere il mister. Griezmann è un grande giocatore e sono sicuro che farà bene nelle prossime partite. Essendo un attaccante ha bisogno di fare un goal per prendere fiducia".

Più difficile, invece, vedere Arthur dall'inizio. Già, proprio lui che mai avrebbe voluto lasciare il Barcellona, club per il quale - da piccolo in Brasile - faceva il tifo da bambino. Ma il calcio, speciamente associato al mercato, sa rendersi spietato. E quindi, senza sentimentalismi, tanti saluti e benvenuta plusvalenza. 

E, seppur a fuoco lento, la Juve ha iniziato a capire come il 24enne mediano verdeoro sia destinato a diventare un giocatore importante su base progettuale. Nulla di nuovo per il responsabile dell'area tecnica bianconera, Fabio Paratici, fine conoscitore della materia fin dai tempi del Gremio. Motivo per cui, annusando un'occasione extra lusso, Madama ha deciso di non tergiversare.

Il resto è pura questione di tempo, per entrambi i calciatori, chiamati a salire di tono in maniera perentoria. Missione non semplice per Pjanic che, quantomeno in ordine gerarchico, in questo momento non parte con i favori del pronostico ma non demorde e cerca la grande occasione proprio nel catino bianconero.

Guai a sottovalutare la sua classe, le sue idee, un vasto repertorio proprio più volte allo Stadium. Amico, ora nemico, ma sempre nel cuore di chi ha saputo alimentare - con il fosforo - l'egemonia nostrana rigorosamente a tinte bianconere.

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