John Jensen Denmark Germany Euro 1992Getty Images

John Jensen a Goal:"La Danimarca del '92? Volevamo evitare di renderci ridicoli"

Ogni volta che gli Europei si avvicinano, John Jensen fatica a contenere l'emozione. Perché la sua mente viaggia indietro di quasi tre decenni, a quel magico 1992 in cui la Danimarca, già in vacanza dopo essere stata eliminata nelle qualificazioni, venne ripescata e conquistò il trofeo in Svezia. Jensen c'era. E in un'intervista esclusiva a Goal ripercorre quei momenti.

"La maggior parte dei giocatori era in vacanza. E quando ci comunicarono che dovevamo andare in Svezia, ci dicemmo: 'Va bene, andiamo a giocare queste tre partite e poi riprenderemo le nostre vacanze'. Non ci aspettavamo di compiere alcuna impresa. Volevamo soprattutto evitare di renderci ridicoli. Cosa ci disse l'allenatore dopo la prima partita? Non molto. Conosceva la maggior parte di noi da quando eravamo giovani, dato che in precedenza guidava l'Under 21. Prima della prima partita ci disse solo: 'Non si sa mai cosa può succedere nel calcio. Pensiamo a una partita dopo l'altra. Vediamo se riusciamo a ottenere un punto contro l'Inghilterra'".

La Danimarca si presentò a quel torneo senza il suo miglior giocatore, Michael Laudrup, il che "ha reso la nostra sfida ancora più difficile". E dunque, quand'è che Jensen ha capito di poter costruire qualcosa di eccezionale?

"Non c'è stato un momento preciso. Solo dopo le prime buone prestazioni. Abbiamo tenuto testa all'Inghilterra, perso con onore contro la Svezia e siamo riusciti a battere la Francia, che all'epoca aveva una squadra molto competitiva. Dovevamo vincere questa partita per arrivare in semifinale ed è quello che abbiamo fatto. Da quel momento in poi, abbiamo pensato che tutto fosse possibile. Eravamo degli outsider, ma sapevo che se ognuno di noi si fosse comportato al meglio, avremmo potuto battere qualsiasi squadra del mondo in una singola partita".

Qual è stato il segreto principale del trionfo della Danimarca?

"Direi lo spirito di squadra, ma anche una mentalità vincente. Ci conoscevamo molto bene e questo era un vantaggio. Lavoravamo insieme da cinque, sei anni. Quindi conoscevamo le nostre debolezze e anche i nostri punti di forza. Era un ottimo gruppo. Sapevamo di poter competere contro le migliori squadre del mondo. E ricordo che nel 1988 questa squadra si qualificò per le Olimpiadi di Seul, competizione che non potemmo giocare perché avevamo utilizzato un giocatore squalificato (Per Frimann, ndr). Quattro anni dopo, ci siamo presi la nostra rivincita".

Denmark 1992Getty

La finale contro la Germania fu la ciliegina sulla torta: 2-0, goal di Jensen e Wilfort, e Danimarca campione d'Europa.

"Eravamo molto stanchi dopo la semifinale contro l'Olanda, in cui giocammo 120 minuti. Avevamo 3 o 4 infortunati. I primi 18 minuti abbiamo sofferto molto. I tedeschi hanno dettato il ritmo della partita, avevano il controllo. E Peter Schmeichel ci ha salvati. Poi, ho avuto la possibilità di segnare questo goal. E allora il gioco è cambiato totalmente. Abbiamo pensato di poter davvero vincere quella partita. Con il passare dei minuti, c'era la sensazione che la Germania avrebbe anche potuto giocare tutta la sera e non sarebbe mai riuscita a segnare. Il goal più importante della mia carriera? Sì, e anche della storia della Danimarca".

L'altro lo mise a segno Kim Wilfort, come detto. Protagonista di una delle storie più strazianti del calcio: abbandonò il torneo per stare accanto alla figlia malata di leucemia, tornò per la finale, segnò uno dei due goal ma la piccola morì 6 settimane più tardi.

"Una storia terribile. Era uno dei miei migliori amici in quella squadra, condividevamo la stessa stanza in ritiro. Abbiamo anche trascorso le vacanze insieme. Vederlo segnare in quella finale è stato ovviamente molto emozionante. Sfortunatamente, sei settimane dopo, sua figlia morì. Aveva solo sei anni. Una storia molto triste".

Un'altra impresa come quella della Danimarca sarà possibile in futuro?

"Penso che sarà molto difficile. Il più delle volte, ad arrivare più lontano sono le squadre più forti. Ma sicuramente ci saranno sempre delle sorprese. Quando accadrà, non lo so. E spero che sarà di nuovo la Danimarca. A Euro 2016 il Galles è arrivato in semifinale, ed è un piccolo paese. Può succedere, succederà. Ma non so quando. Attualmente è però molto difficile, perché ci sono molte Nazionali forti: Spagna, Inghilterra, Germania, Italia, Olanda, Belgio".

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