Lancio lungo di Bonucci, grande aggancio al volo e portiere superato con freddezza. Se è presto per fare bilanci, di questo Europeo e in generale dell'era contiana, è facile trovare l'inizio. Che sia un cerchio destinato a chiudersi o no non ci è dato saperlo, certo è che l'inizio di Antonio Conte con la Nazionale parte, in qualche modo, dai piedi di Leonardo Bonucci.
La frase d'incipit sembra il racconto del 1° goal all'europeo 2016 ma è anche il racconto del 1° goal dell'Italia di Conte. All'epoca il terminale fu Immobile , e non Giaccherini, che il portiere, l'olandese Cillessen, lo superò in dribbling. Sfumature: la cosa da evidenziare è che fu il modo di ripagare il c.t. della fiducia ricevuta. Perché Ciro Immobile era in qualche modo il prescelto dal tecnico leccese per diventare il punto di riferimento tra gli avanti azzurri. E insieme a lui l'altro sembrava Simone Zaza , non a caso all'epoca titolare dal 1' al suo esordio in Nazionale (e anch'egli ringraziò, guadagnandosi il rigore che fissò il risultato sul 2-0). Conte gettava le basi della sua Italia.

Eppure è andata diversamente da lì in poi. Non una bocciatura per Zaza e Immobile che restano nei piani di Conte (non a caso convocati anche a costo di attirare qualche critica). Più che la volontà del nostro commissario tecnico, sull'esclusione tra le recenti Starting XI dei due hanno pesato le strade tortuose e non semplici che le loro carriera hanno intrapreso. Non sempre e non solo per colpa loro: da una parte l'ex Sassuolo è stato calato da Allegri nelle vesti del panchinaro di lusso ma decisivo, dall'altra il partenopeo ha faticato a trovare spazio nelle sue avventure all'estero, finendo per tornare a Torino, sempre faticando.
Problemi che però Conte ha cercato di superare perché a valle di diversi problemi al momento della scelta dei convocati, le sue certezze le ha avute fin dall'inizio. Che sia spirito di adattamento o tradimento delle proprie idee, il non presentarli fin da subito in Francia non cambia la sostanza. E chissà che il loro rilancio non passi dall'inutile partita di domani contro l'Irlanda. Zaza e Immobile potrebbero trovare posto nel previsto turnover generale in vista degli ottavi. Speranze lecite, se poi sarà rilancio, già a partire da Parigi oppure più in là, saranno il campo, il tempo e Conte a dircelo.
Ma in realtà questo potrebbe importare relativamente: se è vero che entrambi potrebbero diventare importanti pedine di mercato, ben figurare in Azzurro farebbe solo bene a loro e alle casse delle rispettive società. Ma non solo: l'avventura dell'ex tecnico della Juventus sulla panchina della Nazionale sta volgendo al termine ma ciò non significa necessariamente la fine delle speranze dei due attaccanti. Al contrario Conte potrebbe aver gettato le basi per l'Italia che sarà, riponendo per primo fiducia in due giocatori dalle qualità tecniche indubbie e dal talento forse ancora solo da declinare.
E quanto a declinazioni il successore dell'attuale c.t., Giampiero Ventura, non fatica a sembrare adatto: su Immobile sicuramente, visto che proprio sotto la sua ala protettrice, al Torino, il centravanti di Torre Annunziata ha fatto definitivamente decollare la sua carriera; ma perché no anche su Zaza, che alla Juventus ha sicuramente trovato maturità e dedizione ma che sembra sempre pronto a dare e fare ben di più. E per un nuovo arrivato sulla panchina più importante d'Italia riprendere in mano il lavoro del proprio predecessore e portarlo ad un altro livello potrebbe essere un ottimo piano di lavoro dal quale cominciare a togliersi diverse soddisfazioni.
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