Un'avventura, semplicemente, da dimenticare. Di Mauricio Isla alla Juventus non esistono ricordi, se non un contratto oneroso difficile da piazzare. Perché il cileno all'ombra della Mole ha fatto vedere poco, pochissimo, concludendo senza sussulti - a livello individuale - un'esperienza negativa.
E pensare che il 2 luglio 2012, data dell'ufficialità del trasferimento, si pensava che la Vecchia Signora avesse fatto un grande affare prendendo il laterale sudamericano dall'Udinese. La storia, invece, è andata in tutt'altra maniera. Complici le condizioni atletiche che, dopo il grave infortunio rimediato a Udine, hanno compromesso l'ascesa di un potenziale top player.
Antonio Conte, d'altro canto, è fatto così: crede molto nel primo impatto e, essendo un perfezionista, pretende tutto e subito. Ecco perché, con Kwadwo Asamoah, le cose sono andate nettamente meglio. Il ghanese, anch'egli preso dal club friulano, alla corte del tecnico salentino è diventato un esponente illustre della fascia sinistra nel 3-5-2.
Diligente in fase difensiva, propositivo in quella offensiva. Insomma, proprio quello che piace all'allenatore pugliese. E che Isla non ha saputo mettere in mostra sulla fascia destra, commettendo l'errore degli errori in una gara in particolare.
Da una parte la Juventus, dall'altra il Galatasaray. Stagione: 2013-2014. Tra le mura amiche dello Stadium, Madama pregusta il successo. A segno Drogba per i turchi, Vidal e Quagliarella per la Vecchia Signora. Dopodiché, al minuto 88, ecco il fattaccio.
Sponda del solito Drogba, Bulut a siglare il 2-2- finale. Risultato, questo, che difatti spianò ai bianconeri la strada verso l'eliminazione alla fase a gironi della Champions League.
E Isla? Subentrato al posto dell'infortunato Lichtsteiner, il cileno in quella gara sbaglia completamente tutto. Dai passaggi più semplici alle triangolazioni, toccando l'apice - in negativo - dimenticandosi di completare la diagonale difensiva in occasione del pareggio del Galatasaray.
Un ingresso da 4 in pagella, che difatti sancisce la fine dell'avventura del calciatore di Santiago nel capoluogo piemontese.
In bianconero, comunque, Isla può vantare due scudetti e altrettante Supercoppe Italiane. Più un altro tricolore, sulla carta, con tanto di (unica) presenza ufficiale proposta nel 2015, prima di trasferirsi all'Olympique Marsiglia.
GettyAvventura, quella con la casacca zebrata, ricordata così da Isla ai microfoni di TuttoJuve:
"Dal secondo anno c'è stata un po' più di difficoltà da parte mia, perché il mister non mi vedeva molto nelle sue scelte. Successivamente sono stato vicino ad andare all'Inter, ricordo la chiamata di Walter Mazzarri che all'epoca era allenatore dei nerazzurri. La Juventus, però, ha bloccato la cessione perché non voleva che andassi a giocare in un altro club italiano. Ecco perché poi sono andato al Queens Park Rangers, in Inghilterra. Non è stato un anno facilissimo per me, ma ho avuto la fortuna di poter vincere la Copa America con la mia Nazionale".
E poi, all'insegna dell'umiltà, un chiaro mea culpa:
"E' stata colpa mia e non di Conte se l'esperienza a Torino è stata negativa. Ho avuto una grande opportunità ma non l'ho sfruttata, al contrario di un grande giocatore come Lichtsteiner che ha fatto bene al posto mio e ha vinto tutto. Il mister mi ha sempre detto, fin dai primi giorni di Juventus, che mi aveva voluto fortemente. Ho cercato di riprendermi dall'infortunio, di lavorare e e di ritrovare quella fiducia che avevo all'Udinese. Volevo tornare l'Isla che tutti conoscevano. E' normale che iniziarono ad uscire le voci su un mio probabile addio, fa parte del gioco. Purtroppo le mie prestazioni non sono state all'altezza delle aspettative che l'allenatore e i tifosi riponevano in me".
Mauricio, oggi, festeggia il suo 32esimo compleanno. E lo fa vestendo fresco di risoluzione consensuale con il Fenerbahçe. Con alle spalle un rimpianto enorme, ovvero quello di non essere riuscito a consacrarsi alla Juventus.


