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Ioan Ovidiu Sabau Reggiana Serie A 08011996Getty Images

Ioan Ovidiu Sabau, il gregario rumeno che giocò con Brescia e Reggiana e finì sulla copertina di FIFA '96

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In campo magari non si notava tantissimo, perché anteponeva sempre l'interesse della squadra a quelli individuali, ma quando non c'era se ne sentiva e non poco la mancanza. Ioan Ovidiu Sabau era un centrocampista di grande dinamismo, e veniva utilizzato prevalentemente da mezzala destra.

Intelligente anche nella costruzione del gioco, e professionista serio, è stato uno dei volti più importanti della 'generazione d'oro' del calcio rumeno, e la sua presenza in squadra era garanzia di equilibrio e rappresentava un supporto prezioso per campioni come Hagi e Raducioiu, con cui ha giocato spesso nella sua avventura italiana al Brescia e nella Nazionale rumena.

Pur essendo un gregario, aveva discreti mezzi tecnici e buone doti balistiche, che ogni tanto riusciva a far valere con reti anche spettacolari dalla distanza. Bravo anche negli inserimenti offensivi, con il suo cambio di passo riusciva spesso a trovare i varchi per concludere in porta, tanto che nella sua carriera ha segnato alcuni goal pesanti.

DAGLI ESORDI ALLA DINAMO BUCAREST CON LUCESCU

Sabau nasce a Campia Turzii, cittadina rumena di meno di 30 mila abitanti nel distretto di Cluj, in Transilvania, il 12 febbraio 1968. Niculae Ceausescu è salito al potere da 3 anni, e in una Romania sotto il regime socialista e l'influenza dell'Unione Sovietica non c'è molta ricchezza ma tanta volontà e voglia di emergere. Ioan cresce in questa realtà e, come raccontain esclusiva a Goal, si innamora fin da giovane del pallone, che diventerà la sua vita.

"Ho iniziato a giocare in un periodo particolarmente fiorente per il calcio rumeno. - ricorda - Nel nostro Paese ci fu un boom in tutti gli sport: anche nell'atletica, nella ginnastica, nel basket e nella pallavolo. Io sono nato in campagna, e nel 1982/83 sono entrato nel Settore giovanile dell'Universitatea Cluj. In quel periodo era una squadra forte, la più amata dai tifosi in Transilvania". 

"C'erano tanti giocatori molto bravi, e lo stesso campionato, la Divizia A, era molto valido e competitivo. Due squadre, Steaua Bucarest e Dinamo, si battevano ad alto livello anche in Europa. Erano composte interamente da giocatori rumeni e non c'erano stranieri. Anche la Nazionale era molto forte".

"Lo ricordo come un periodo di grandi sacrifici. Non avevamo molto, non c'erano grandi divertimenti. La nostra vita si divideva fra giocare a calcio e lo studio. Il bello erano i rapporti di amicizia che si instauravano, praticamente non stavamo mai in casa, e si passava tanto tempo con gli amici. Furono degli anni molto belli sotto questo aspetto".

Il grande salto per Sabau arriva nel 1985, con il passaggio in Prima squadra.

"A 17 anni ancora studiavo e ho fatto l'esordio in Prima squadra. Era un desiderio che si realizzava, perché in quel periodo i giocatori erano molto ben voluti e diventare un calciatore, anche se ufficialmente il professionismo non esisteva nel nostro Paese, ti permetteva di avere una qualità di vita migliore. Gli sportivi stavano bene economicamente in quei tempi e a quel periodo sono legati alcuni dei ricordi più belli della mia carriera".

"Una gara che mi è rimasta nel cuore del periodo all'Universitatea? Una partita in casa in cui giocai benissimo e segnai un gran goal da 30-35 metri con un tiro a 'folha seca', con la palla che scese all'ultimo momento alle spalle dell'incredulo portiere".

Mircea Lucescu Ioan Ovidiu Sabau Dinamo BucarestWikipedia

Dopo due anni e mezzo con l'Universitatea Cluj, nel mercato invernale del 1988 Sabau finisce alTargu Mures e il motivo è molto semplice: deve adempiere agli obblighi di leva. La breve esperienza è il preludio al passaggio nel 1988 alla Dinamo Bucarest.

"Andai al Targu Mures per 6 mesi, perché dovevo fare il militare.- spiega - Le due grandi, la Steaua e la Dinamo Bucarest, desideravano molto che io andassi a giocare con loro e mi corteggiavano. Io scelsi la Dinamo e per un periodo andai a giocare con i rossoblù, club all'epoca dell'esercito rumeno, dove allenava mister Cornel Dinu.A febbraio del 1998 debuttai in Nazionale. Passato poi ufficialmente con i Cani Rossi in estate, ripresi a giocare soltanto".

"C'era Valentin Ceausescu, il figlio adottivo del Cunducator, persona valida, che gestiva la Steaua, e che mi faceva pressioni da tempo per firmare con loro. Io invece resistetti e firmai con la Dinamo, squadra giovane di belle speranze, allenata da mister Mircea Lucescu. Loro erano una grandissima squadra, la prima ad aver vinto la Coppa dei Campioni nell'Est Europa e una Supercoppa Europea, ma sono convinto di aver fatto la scelta giusta".

"La rivalità fra Dinamo e Steaua è stata molto forte ma anche molto positiva,- sottolinea Sabau - perché è stata la leva che ha permesso a molti giocatori rumeni di migliorarsi. Quando ci ritrovavamo in Nazionale e fuori dal campo eravamo tutti amici, ma quando giocavamo il derby era diverso: tutti ci tenevamo a vincere".

Con la maglia della Dinamo Sabau conquista i primi titoli della sua carriera.

"Nel 1989/90 abbiamo vinto sia il campionato sia la Coppa di Romania. Ma soprattutto in quelli anni ci siamo tolti delle soddisfazioni in Europa, dove nel 1988/89 siamo arrivati ai quarti di finale di Coppa delle Coppe, e siamo stati eliminati dalla Sampdoria di Vialli e Mancini, una squadra fortissima. L'anno seguente, nel 1989/90, siamo arrivati in semifinale, e abbiamo perso con l'Anderlecht. Ma eravamo ai livelli della Steaua".

Ioan Ovidiu Sabau Romania 09081999Getty Images

LA ROMANIA: IL GOAL ALL'ITALIA  E I MONDIALI '90

I successi per Sabau arrivano anche con la Romania. Nel marzo del 1989 il centrocampista della Dinamo segna il goal della vittoria per la squadra del Ct. Jenei nell'amichevole contro l'Italia di Azeglio Vicini. Allo Stadionul Municipal di Sibiu finisce 1-0 a sorpresa per i padroni di casa.

"Giocai titolare contro Maldini (che in quella partita subentrò a Ferri nel primo tempo, ndr), il campione che fra tutti quelli che ho affrontato mi ha impressionato di più,come calciatore e come uomo. È stato molto bello vincere contro di lui e segnare la rete decisiva".

Nel 1990 la Romania è fra le finaliste dei Mondiali in Italia e Sabau segna un altro goal pesante, quello del sorpasso sulla Danimarca nell'acceso confronto di qualificazione.

"Ci siamo qualificati dopo 20 anni di assenza ai Mondiali '90 a spese della Danimarca. In Italia ho giocato i miei primi e unici Mondiali. Siamo usciti ai rigori agli ottavi di finale contro l'Irlanda, potevamo fare molto meglio- sostiene Sabau - ma dopo tutto eravamo un gruppo giovane e non avevamo esperienza a quel livello. C'era anche preoccupazione per il futuro: in ritiro arrivavano i procuratori delle varie squadre, non abbiamo saputo gestire al meglio quella situazione".

UN BIENNIO CON IL FEYENOORD

Caduto il regime di Ceausescu nel dicembre del 1989, infatti, per i calciatori rumeni si aprono le porte dell'Europa occidentale. In tanti si accordano con club importanti di altri Paesi, fra questi anche Sabau non fa eccezione. 

"Io firmai con il Feyenoord di Rotterdam. Per me e per la mia famiglia è stata una splendida esperienza, la prima lontano da casa. Bellissima squadra, bellissimi tifosi e bellissima città. Fu tutto meraviglioso, era una società molto organizzata. I tifosi poi mi accolsero in modo straordinario. Prima di ogni partita, durante il riscaldamento, dedicavano un coro soltanto per me. E questo mi faceva grande piacere". 

Vince 2 Coppe d'Olanda consecutive e una Supercoppa dei Paesi Bassi, totalizzando 11 reti in 46 presenze fra Eredivisie, Coppe Nazionali e Coppe europee.

Ioan Ovidiu Sabau Florin Raducioiu Gheorghe Hagi Brescia Serie A 1992/93

GLI ANNI IN ITALIA CON BRESCIA E REGGIANA

Concluso il biennio olandese, il successivo passo per Sabau è l'approdo in Serie A nel 1992, all'epoca il campionato più bello e più difficile del Mondo.

"Il presidente del Brescia, Gino Corioni, venne a vedere una partita delle Qualificazioni a USA '94 che vincemmo per 5-1 contro il Galles. Giocai una grandissima partita in seguito alla quale decise di portarmi in Italia. Ci incontrammo in aeroporto e mi comunicò che avrebbe fatto di tutto per prendermi. Così, sentendo anche Lucescu, e sapendo che sarebbero venuti anche Raducioiu e Hagi, decisi di andare in Italia".

Il Brescia è una neopromossa e nelle quattro stagioni con l'ex Dinamo Bucarest in rosa, farà la spola fra il massimo campionato e la Serie B. Ma Sabau resta comunque affascinato dalla sua avventura con le Rondinelle.

"Per me è stata una bellissima esperienza, con una bellissima società e grandi tifosi. Il primo anno, nonostante un bel campionato, siamo retrocessi in Serie B dopo lo spareggio con l'Udinese. In quella stagione io fui fra i giocatori più presenti. In estate alle porte del Brescia hanno bussato per me la stessa Udinese, Fiorentina e Milan. Ma i tifosi si sono opposti alla mia cessione, dicendo che se mi vendevano non facevano più gli abbonamenti. Mi volevano bene. E il presidente disse: 'Ioan è l'unico che non si vende' ". 

L'anno seguente, nel 1993-94, il Brescia si piazza terzo ed è promosso nuovamente in Serie A, conquistando a Wembley, contro il Notts County, anche il Trofeo Anglo-italiano.

"Per una piccola squadra, com'era il Brescia, che vendeva sempre i giocatori più bravi per poi ripartire, è stato un trofeo molto apprezzato. Giocare a Wembley è stata una bella emozione. In quegli anni ho avuto modo anche di imparare bene l'Italiano, oggi qualcosa l'ho dimenticata, perché non ho molte occasioni per parlarlo".

Le ultime due stagioni con i lombardi sono meno positive.

"Ho attraversato dei periodi difficili. - racconta Sabau - Ero felice di restare ma sono state fatte alcune promesse, da parte del presidente, che non sono state mantenute. Così ero un po' giù di morale, perché quando rispetti gli altri vuoi che anche gli altri facciano lo stesso. Ho iniziato a non allenarmi bene, è stato un momento in cui avevo bisogno di lavorare con continuità e serenità, come nel primo anno. Non feci la preparazione a inizio anno, e a fine stagione ho avuto un brutto infortunio, uno stiramento alla coscia molto brutto per il quale persi la possibilità di giocare i Mondiali '94 con la Romania".

"Fu una grande delusione professionale, dopo aver giocato tutte le gare di qualificazione. Mancava un mese ai Mondiali quando mi feci male. Dopo due settimane anticipai i tempi di recupero perché giocavamo una partita importante di campionato in casa contro il Pisa, e al primo minuto ho avuto una ricaduta e non sono riuscito a recuperare. Dovetti star fuori 4 mesi, e chi mi ha aiutato a recuperare è stato un grande massaggiatore, Sergio Viganò. Lavorava con la Sampdoria e mi fu consigliato dal mio amico Marco Rossi. Suo padre Luigi è stato il massaggiatore del Cagliari che vinse lo Scudetto nel 1970". 

Nel 1996 Sabau raggiunge Lucescu alla Reggiana, dove totalizza 19 presenze e un goal.

"Ero un giocatore che lavorava sempre, molto generoso e altruista, che non si fermava mai. Giocavo non per me ma per la squadra. Non volevo deludere gli altri. A volte correvo pure troppo e l'allenatore mi rimproverava".

"Andai a giocare con la Reggiana, in Serie A, società dove rimasi per due stagioni. Quindi un breve ritorno a Brescia. In totale sono stato per 6 anni in Italia, non sono in molti quelli che sono riusciti a far questo. In quel periodo l'Italia non aveva eguali, c'erano tanti campioni. Anche in Serie B il livello era molto alto, la differenza la faceva la qualità delle punte, ma l'organizzazione e la grinta erano come in Serie A".

"A Reggio ricordo il posto, bellissimo, la gente era molto tranquilla, è stata un'esperienza molto positiva, molto diversa dal modo di vivere il calcio di Brescia, nonostante anche con i granata siamo retrocessi in Serie B".

"L'Italia mi sta a cuore, ho stretto tante amicizie, ed è stato bellissimo affrontare tutti i grandi campioni che ci giocavano. È un Paese meraviglioso e colgo l'occasione per salutare e abbracciare dalla Romania tutti i miei amici che ho in Italia e le tante persone che ho conosciuto. Sono contento di averci giocato".

Ioan Ovidiu Sabau Timisoara UEFA Europa League 08262009Getty Images

GLI ULTIMI ANNI, IL RITIRO E LE ESPERIENZE DA ALLENATORE E DIRIGENTE

Sabau gioca fino a 35 anni, per poi provare a fare l'allenatore.

"Dopo un ultimo breve ritorno a Brescia, sono rientrato in Romania con il Rapid Bucarest, società con cui abbiamo vinto, dopo 20 anni, 2 campionati e 2 Coppe nazionali. Tornai anche a indossare la maglia della Nazionale rumena. Ci ho giocato per l'ultima volta nel 2001, ufficialmente mi conteggiano 55 presenze e 8 goal, ma in realtà io ne ho giocate 59, alcune evidentemente non sono state omologate come gare ufficiali".

"A livello di club - prosegue il giocatore rumeno - sono infine tornato con l'Universitatea Cluj, che militava in Serie C e con cui facevo l'allenatore-giocatore. Salimmo subito in Serie B. Inizialmente fu molto bello, perché, anche se ero a fine carriera, riuscivo ancora a fare la differenza in campo in quel periodo. Mi sono ritirato ufficialmente nel 2003 all'età di 35 anni".

"Poi ho allenato fino a tre anni fa, guidando anche Rapid Bucarest e Timisoara. Con quest'ultima squadra la soddisfazione più bella è stata giocare l'Europa League ed eliminare lo Shakhtar Donetsk di Mircea Lucescu, che l'annno prima l'aveva vinta. Ricordo che pareggiammo 2-2 in Ucraina e 0-0 in Romania. Giocammo con grinta e abbiamo avuto la meglio. Mister Lucescu era molto arrabbiato per come finì la partita".

"Infine ho fatto il dirigente per l'Universitatea Cluj, partimmo dalla Serie D e arrivammo in Serie B.- sottolinea - Quando perdemmo lo spareggio promozione per la Serie A fui di parola e mi presi la responsabilità di quel fallimento, rassegnando le mie dimissioni".

TESTIMONE DI GEOVA E VOLTO DI FIFA '96

Fra le curiosità che riguardano la carriera di Sabau, c'è il fatto di essere stato il giocatore sulla copertina di FIFA '96, il capostipite della nota serie di videogiochi di EA Sports.

"Sono stato il primo e l'unico giocatore rumeno, finora, a finire sulla copertina di un videogioco. - sorride Sabau - Mi telefonarono e mi chiesero, mi sembra per una cifra sui 15 mila dollari, se ero disposto a comparire sulla copertina di FIFA '96. Dissi che per me non c'erano problemi e mi inviarono il contratto da firmare. Così diventai ancora più famoso (ride, ndr). Anche l'anno scorso hanno parlato molto di questa cosa e mi hanno chiesto in tv".

Particolare è la scelta religiosa di Sabau, oggi 55enne.

"Non festeggio il mio compleanno, - ci spiega l'ex centrocampista - per me è un giorno come tutti gli altri. Dal 1993 sono infatti un testimone di Geova. Prima seguivo quello che mi dicevano e insegnavano i miei genitori e credevo in quello che non conoscevo. Quando giocavo a Brescia arrivarono due testimoni a casa mia e mi chiesero se volevo studiare la Bibbia. Così ho cominciato a leggerla. Ho fatto passi, cambiamenti, e dopo due anni di studio con mia moglie ho scelto di abbracciare questa fede. Mi fa piacere che in Italia non ci siano grossi pregiudizi nei confronti dei testimoni di Geova e che siano apprezzati per il loro impegno sociale nell'aiutare gli altri nel tempo libero. C'è bisogno di persone che portino buone notizie, in un mondo dove dominano quelle brutte".Trascorro molto tempo assieme alla mia famiglia. - racconta l'ex centrocampista - Nella vita privata sono sposato e ho due figli, un maschio e una femmina. Oltre a questo faccio l'opinionista in tv per due volte a settimana. Analizzo le partite e dico la mia in televisione. Il calcio rumeno oggi non attraversa un grande momento, è abbastanza povero e ci sono difficoltà. Forse vanno cambiate le leggi che regolano il calcio e ci sono difficoltà legate alle infrastrutture giovanili. Seguo sempre il calcio italiano, non tutte le partite ma quelle importanti le vedo sempre. Prima del Covid sono venuto anche diverse volte in vacanza in Sardegna, sono stato in posti bellissimi come a Santa Teresa di Gallura e in Costa Verde".

Attualmente allena il Cluj, che gli ha affidato la panchina nel gennaio 2023.

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