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GFX Inter-Juventus 2-3Goal

Inter-Juventus 2-3 e il goal di Higuain: il simbolo del 7° Scudetto bianconero

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Dall'inferno al paradiso. Tre anni fa, a San Siro, la Signora otteneva una delle vittorie più emozionanti della sua storia. Punti pesantissimi, un successo fondamentale per conquistare lo Scudetto 2017-2018. Un altro, l'ennesimo, prossimo all'abdicazione. 

Da una parte l'Inter di Luciano Spalletti. Dall'altra la Juventus di Massimiliano Allegri. I padroni di casa a giocarsi un posto in Champions League, gli ospiti a duellare a distanza con il Napoli per il titolo. La stessa formazione partenopea che, pochi giorni prima, era riuscita a zittire lo Stadium grazie alla zuccata vincente di Koulibaly.

Il tecnico livornese, si sa, nei momenti di difficoltà tende a esaltarsi. E, infatti, all'ombra del Duomo optò per una scelta soprendente: Cuadrado terzino destro. Per un poker difensivo che in quella giornata, assieme al colombiano, vedeva protagonisti Rugani, Barzagli e Alex Sandro. 

Avvio veemente della Juve, che la sblocca pressoché subito: cross dalla destra, Matuidi a sfiorare il pallone e, soprattutto, Douglas Costa a incrociare di sinistro da pochi metri. Tutto molto semplice. Apparentemente.

Perché Madama spreca in lungo e in largo, non approfittando dell'espulsione di Vecino, causata da un intervento a piede a martello su Mandzukic. Il direttore di gara, Orsato, ammonisce il centrocampista uruguaiano, salvo optare per la decisione più ferrea dopo il richiamo del VAR.

Douglas Costa Juventus Inter Serie AGetty Images

La sfida diventa una corrida, il popolo nerazzurro non digerisce le decisioni dell'arbitro. Il tutto, con Pjanic - già con un giallo sulle spalle - a rischiare sensibilmente il secondo cartellino. Insomma, San Siro inferocito, con tanto di sventolio di fazzoletti.

Nella ripresa, invece, ecco la sorpresa. Ecco l'orgoglio interista, che sfocia nella massima produttività con la zuccata di Icardi, bravo a ottimizzare un calcio piazzato di Cancelo.

Finita qua? Neanche per scherzo. La Juve attacca e spreca. I nerazzurri ripartono e colpiscono: Perisic sfonda sulla sinistra, crossa, e trova la deviazione di Barzagli. Autorete.

Curva Nord in delirio. Perché un derby d'Italia è sempre un derby d'Italia. Perché far saltare un titolo ai bianconeri, si sa, da quelle parti crea sempre e costantemente grossa libidine.

Terrore zebrato. Sì, purissimo terrore. Dalla vittoria in tasca al psicodramma. Con il Napoli a godere indirettamente e direttamente del tonfo juventino. Tuttavia mai dare qualcosa per scontato nel calcio, specialmente per chi fa del "fino alla fine" il suo stile di vita.

E se la Juve ha il merito di crederci, l'Inter sbaglia la sostituzione chiave: fuori Icardi, dentro Santon. Musica per le orecchie dei piemontesi, che la riacciuffano con Cuadrado, bravo a infilarla lì dove Handanovic non può arrivare.

Ma non è finita. Non è affatto finita. Ultimi attimi, battito a mille, Higuain. Già, il Pipita, a completare una sinfonia albiceleste. Punizione pennellata di Dybala, zuccata chirurgica di Gonzalo. Con Miranda e Perisic a guardarsi esterrefatti. La Juve passa. La Juve vince lo scudetto.

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