Senza approdo in Champions nella miglior stagione della carriera. Lorenzo Insigne ha vissuto un 2020/2021 fatto di applausi e grandi prestazioni, ma anche di batoste e paradossi: Supercoppa Italiana e Napoli-Verona, rappresentano lo specchio fedele di come un'annata al top a volte non basti per ottenere trofei e centrare risultati.
Lo sa bene il capitano azzurro, che di azzurro (con tanto di 10 sulle spalle) è pronto a vestirsi anche all'Olimpico di Roma quando l'Italia battezzerà Euro 2020 sfidando la Turchia nel match inaugurale dell'11 giugno. E Mancini, statene certi, di Insigne non farà a meno.Il 4-3-3 del ct jesino si sposa a meraviglia col DNA calcistico del 24 partenopeo, in grado di far male e garantire copertura lungo una fascia - quella sinistra - che ormai Insigne conosce a memoria e ha arato a dismisura. In particolare quest'anno, in una complicata maratona stagionale che lo ha visto spesso essere eletto tra i migliori in campo: da leader, da Capitano con la 'C' maiuscola, dimostrando di aver alzato l'asticella.
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GettyNe è l'emblema quanto avvenuto a gennaio, col rigore fallito a Reggio Emilia in Supercoppa contro la Juve e quello segnato pochi giorni più tardi al 'Maradona' proprio ai bianconeri: un modo per scrollarsi di dosso i fantasmi che gli erano piombati addosso, un modo per dimostrare che Insigne è diventato grande.
L'ultimo scoglio per centrare la Champions non è stato superato, l'Hellas ha azzerato la rimonta super compiuta dai partenopei tra marzo e maggio e - come il resto dei compagni - Insigne è annegato in un marasma fatto di nervosismo, blocchi psicologici e un'amarezza causata dall'1-1 che ha collocato il Napoli al quinto posto, lasciandolo fuori dall'Europa dei grandi. Insigne senza titoli nè obiettivi raggiunti a dispetto di un 2020/21 da urlo: è il calcio, è la riprova che c'è sempre da crescere e migliorare. Paradossi appunto, che non cancellano però quanto di buono mostrato dal 'Magnifico'.
L'ammutinamento 'ancelottiano' di fine 2019 aveva causato una voragine nel rapporto tra Lorenzo e Napoli, ricucito a fatica tra fischi, critiche e un rendimento in crescendo che pian piano ha portato alla pace col popolo azzurro. Molto merito va attribuito a Gattuso, che al talento di Frattamaggiore - nonostante il momentaccio - ha affidato il Napoli in tutto e per tutto. Leader tecnico e carismatico, Ringhio lo ha fatto sentire importante tagliando col passato. Insigne quest'anno ha ricambiato a suon di goal e prove maiuscole, tradotte in numeri significativi: 19 goal (alcuni bellissimi) e 11 assist in 48 partite, dati tenuti in piedi dalla qualità e dalla voglia di sacrificarsi.
GettyLe corse in difesa al novantesimo sono parse più preziose di una rete realizzata, emblema di come nella testa del capitano sia scattata una molla decisiva e che la fascia adesso pesa di meno. Uno step cruciale nel percorso professionale dell'attaccante, divenuto ormai una sorta di punta/tornante/fantasista. Un processo di maturazione avviato da Rafa Benitez, proseguito - col botto - da Maurizio Sarri e a cui Gattuso ha saputo dare seguito, sovrascrivendo la parentesi vissuta da Insigne agli ordini di Ancelotti. Con Carletto premesse e promesse erano alte, altissime, peccato che il tempo abbia sgretolato la voglia di costruire qualcosa di enorme lasciando spazio a dissapori, cambi di ruolo e un trend divenuto man mano sempre meno positivo. Fino all'arrivo di Ringhio, che come ammesso mesi fa a 'Sky' dallo stesso Lorenzo ha ribaltato gli scenari.
"Mi ha fatto sentire subito importante, mi ha riportato dove preferisco giocare".
Il succo del miglior Insigne di sempre è tutto qui, nel feeling scoppiato con un allenatore capace di toccare le corde giuste nella testa del ragazzo e metterlo nelle migliori condizioni per farlo rendere al massimo. E' successo quest'anno col Napoli, sta avvenendo da quando Mancini è diventato selezionatore dell'Italia al posto di Ventura.
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GettyLa Nazionale 'simil-Sarrista' improntata dal Mancio è stato l'antidoto giusto con cui Lorenzo si è preso anche l'altro azzurro: dal debutto in panchina del tecnico marchigiano, ossia Italia-Arabia Saudita del 28 maggio 2018, Insigne ha collezionato 18 partite, 4 goal e 7 assist, saltando il resto degli impegni per turnover calcolato o guai fisici.
"Insigne per noi è fondamentale - sottolineò Mancini alla 'RAI' in Primavera - è un calciatore importante per il nostro gioco".
A pochi giorni dalla 'prima' degli Europei contro la Turchia, la casella mancina del tridente d'attacco dell'Italia ha già un proprietario: Insigne Lorenzo (41 presenze e 8 reti in Nazionale), il quale si presenta all'appuntamento coi fari puntati addosso e i galloni di potenziale stella del torneo. La super prestazione contro la Repubblica Ceca, condita dal goal e dell'assist, certifica che la 10 azzurra è sulle spalle giuste. Così ha deciso Mancini, così ha sancito la stagione disputata col suo Napoli. Al netto di amarezze e paradossi.


