Ci sono giocatori che all'interno dello spogliatoio hanno un peso specifico notevole: anche se non giocano mai. Carlo Pinsoglio, indubbiamente, appartiene a questa categoria. Lui, tifosissimo della Juventus. Lui, che - per la Signora - rappresenta molto più di un semplice terzo portiere.
Tre presenze ufficiali con i grandi, da attribuire alle classiche passerelle di fine stagione, ma anche un ruolo centrale presso le stanze segrete. Già, perché l'estremo difensore di Moncalieri - fresco di 31esimo compleanno - raffigura per il mondo bianconero un autentico punto di riferimento.
Non è un caso, per esempio, che nel calcio ai tempi del Covid durante le partite si senta spesso e volentieri il timbro vocale di Pinsoglio. Decibel alle stelle per motivare i compagni, chiaro segnale di come si possa diventare leader pur non sfoggiando un curriculum extra lusso.
Contano le parole giuste, le sensazioni giuste, il feeling giusto. E tra Pinsoglio e la Juve, fin dall'età verde, l'armonia è stata dei più tangibili. Basti pensare agli anni trascorsi nel settore giovanile, ai successi ottenuti: Supercoppa Primavera (2007) e doppietta targata Torneo di Viareggio (2009, 2010). Obiettivi, nella fase embrionale della carriera, che sarebbero potuti sfociare in qualcosa di interessante nell'élite nostrana.
E, invece, questo tipo di percorso si è fermato sostanzialmente nella cadetteria: Pescara, Vicenza, Moderna, Livorno e Latina. Rose e fiori da qualche parte, decisamente male in altre piazze. Di qui, quindi, la scelta di fare un passo indietro in termini di ambizioni individuali, sposando però - per la seconda volta - l'amore di una vita.
Il ritorno nell'estate del 2017, in parole povere, è associabile a due chiavi di lettura. La prima: dopo un lungo girovagare nel Belpaese, e senza aver ottenuto il tanto agognato salto di qualità, tornare a casa ha sempre il suo perché. La seconda: alla Juve, in chiave lista Champions, annoverare tra le proprie fila un prodotto del vivaio è cosa buona e giusta. Dunque, felici tutti.
Il resto è storia. Il resto è dedizione in allenamento. Al netto del fatto che possa essere visto come una "mascotte", infatti, Pinsoglio è prima di tutto un professionista esemplare. Rispettato sia dai colleghi sia dal preparatore dei portieri, Claudio Filippi.
Così come non è mai mancata la stima degli allenatori: da Max Allegri passando per Maurizio Sarri, con Andrea Pirlo - oggigiorno - a comprendere il peso specifico del suo numero 31. Che, alla Juve, ha comunque saputo collezionare 3 scudetti, 2 Supercoppe Italiane e una Coppa Italia. Ottenendo, che non fa mai male, discreti bonus contrattuali.
Consapevolezza del proprio ruolo, con Massimiliano Maddaloni - allenatore di Pinsoglio nella Primavera 2008-2009 - a fotografare la situazione:
"A volte si creano delle situazioni che vanno ad hoc - così a Juventusnews24 -. Carlo era partito per fare le sue esperienze, disputando dei buoni campionati in Serie B e Serie C. La regola della FIFA di avere in rosa giocatori cresciuti nel settore giovanile lo ha riportato alla Juve. Ha intrapreso un ruolo che sta svolgendo alla grande: so che nello spogliatoio è apprezzato da tutti e tutti gli vogliono bene. È il primo ad esultare dopo un goal e questo fa di lui un ragazzo intelligente che ha dimostrato di avere qualità tecniche e umane".


