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Zaccheroni Milan 1999Getty Images

Il Milan di Zaccheroni e lo Scudetto 1998/99 vinto in rimonta su Lazio e Fiorentina

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Dopo due anni fortemente deludenti, con un 11° e un 10° posto finale, nell'estate del 1998 tutti gli esperti pensano che ormai il Milan di Silvio Berlusconi abbia definitivamente chiuso i suoi anni migliori e che per rivedere i rossoneri competere per il titolo serviranno molti anni.

La convinzione, alla vigilia del campionato di Serie A 1998/99, è che siano altre le squadre che possono lottare per il titolo: in primis la Lazio di Sven-Goran Eriksson, che dopo una spesa complessiva di oltre 100 miliardi sul calciomercato è la favorita numero uno per la conquista del tricolore.

Alle sue spalle l'Inter di Gigi Simoni, che ha fra le sue fila il 'Fenomeno' Ronaldo e prende Roberto Baggio, e la Juventus di Marcello Lippi, campione d'Italia in carica. Dietro di loro alcune outsiders di lusso come il Parma e la Fiorentina.

A sorpresa, invece, in un anno in cui nerazzurri e bianconeri steccano e si rivelano al di sotto delle attese, il nuovo Milan, condotto con abilità e maestria da Alberto Zaccheroni, riuscirà a tenere la scia di Fiorentina e Lazio, le grandi protagoniste di trequarti di campionato, per poi piazzare un'incredibile rimonta nelle ultime 7 giornate e aggiudicarsi il Tricolore beffando i biancocelesti.

UN CALCIOMERCATO ESTIVO ENTUSIASMANTE

La stagione calcistica 1998/99, che arriva dopo il titolo Mondiale conquistato in casa dalla Francia,si apre in Italia con un'estate ricca di colpi per i club di vertice e con le polemiche su doping e abuso di farmaci nel calcio sollevate dal tecnico della Roma, Zdenek Zeman, che chiama pesantemente in causa la Juventus di Lippi.

Novità importanti arrivano anche sul piano regolamentare: su tutte il sorteggio integrale degli arbitri e il rosso diretto per le entrate da dietro. La regina del calciomercato è senza dubbio la Lazio di Sergio Cragnotti, che a suon di miliardi, ben 48, riporta in Italia Christian Vieri dopo il titolo di Pichichi nella Liga con l'Atletico Madrid.

I biancocelesti si assicurano anche altri campioni come 'Il Matador' Marcelo Salas dal River Plate (31 miliardi), Ivan De la Peña dal Barcellona (30 miliardi), Dejan Stankovic della Stella Rossa (24 miliardi), Sinisa Mihajlovic dalla Sampdoria (22 miliardi), Sergio Conceiçao dal Porto (18 miliardi) e Fernando Couto (4 miliardi) dal Barcellona.

Il Parma di Callisto Tanzi risponde con l'acquisto di Juan Sebastián Verón (35 miliardi) e Alain Boghossian dalla Sampdoria (14 miliardi). L'Inter di Massimo Moratti corona il sogno di vestire di nerazzurro Roberto Baggio (3,6 miliardi la cifra simbolica pagata al Bologna) e aggiunge Nicola Ventola (23 miliardi al Bari più il cartellino di Spinesi), Dario Simic dalla Dinamo Zagabria (14 miliardi), Andrea Pirlo dal Brescia (12 miliardi) e Sebastian Frey dal Cannes (3 miliardi).

Nulla da segnalare invece per la Juventus, che deciderà di intervenire solo a gennaio, prelevando la giovane punta del Monaco, Thierry Henry (20 miliardi) e l'argentino dell'Espanyol Juan Esnaider (12 miliardi). E il Milan?I rossoneri sono la meno quotata delle cosiddette 'sette sorelle'.Dopo due stagioni negative l'amministratore delegato Adriano Galliani e il Direttore sportivo Ariedo Braida abbracciano il cambiamento con l'ingaggio di Alberto Zaccheroni, il tecnico artefice del 'miracolo Udinese'.

A lui la dirigenza rossonera chiede di far tornare competitiva la squadra, avviando un percorso di crescita. Il nuovo allenatore porta dall'Udinese due suoi scudieri, il centravanti tedesco Oliver Bierhoff, pagato 25 miliardi, e il laterale danese Thomas Helveg, costato 17.

La squadra è rinforzata anche in difesa con l'acquisto del difensore argentino Roberto Ayala dal Napoli (17 miliardi) e Bruno N'Gotty dal PSG (7 miliardi) e soprattutto a centrocampo, reparto che vede gli innesti del fantasista Domenico Morfeo dalla Fiorentina (prestito con diritto di riscatto a 11 miliardi) e Federico Giunti dal Parma (un miliardo più il cartellino di Cardone).

Dall'Argentina, esattamente dal Gimnasia y Esgrima La Plata arriva il tornante Andrés Guglielminpietro (10 miliardi) in grado di giocare sia a destra, sia a sinistra, dallo Schalke 04 il portiere tedesco Jens Lehmann e dal Padova il baby attaccante Aliyu.

Buoni acquisti, senza dubbio, ma non altisonanti come quelli dell'agguerrita concorrenza. Tanto più che in uscita si registrano le partenze di due big come Marcel Desailly e, a stagione in corso, dell'oggetto misterioso Patrick Kluivert. E c'è anche l'incognita di un sistema di gioco nuovo che la squadra milanese dovrà assorbire e far proprio con il nuovo allenatore.

IL PRIMO MILAN DI ZACCHERONI

Zaccheroni, nella sua prima stagione in rossonero, deve scontrarsi fin dal ritiro precampionato con una certa riluttanza da parte degli elementi di maggiore personalità della squadra ad accettare il suo modulo preferito, il 3-4-3, che nella sua versione integrale prevede il passaggio alla difesa a tre, due esterni che fanno bene entrambe le fasi di gioco, una sola punta centrale e altri due attaccanti esterni che devono sacrificarsi tanto per la squadra per consentirle di mantenere un certo equilibrio.

Sul piano pratico le difficoltà maggiori l'allenatore romagnolo le trova nel far giostrare in attacco tre centravanti come Bierhoff, Weah e Ganz, e nel convincere due fantasisti quali Leonardo e Boban a disimpegnarsi da esterni d'attacco piuttosto che da trequartisti come più congeniale ormai nelle loro corde. Così alla fine nel girone di ritorno si arriva a un ibrido 3-4-1-2, variazione tattica che esalterà le caratteristiche dei giocatori a disposizione e darà alla squadra lo slan

In porta, Zaccheroni parte con Lehmann ma dopo il negativo esperimento del tedesco punta dapprima sul ritorno del veterano Sebastiano Rossi, quindi, quando quest'ultimo si 'macchia' di un brutto episodio, colpendo con un pugno Cristian Bucchi, e viene punito con una lunga squalifica, sull'esordiente Christian Abbiati, che sarà uno degli elementi decisivi.

Davanti all'estremo difensore è l'esperto Billy Costacurta a comandare un terzetto difensivo con la sorpresa Luigi Sala (rivelatosi decisamente più affidabile dell'atteso ma deludente N'Gotty) e capitan Paolo Maldini, adattato al ruolo di centrale sinistro con l'avanzamento del quasi mai brillante Christian Ziege sulla corsia mancina.

Proprio il tedesco, nota dolente dello scacchiere tattico di Zak, sarà relegato in panchina nell'ultima parte della stagione: al suo posto Guglielminpietro, che si rivelerà a sua volta una pedina fondamentale. Sull'altra corsia, a destra, la garanzia Helveg, giocatore che già conosce gli schemi del tecnico, e in mezzo la coppia formata da Demetrio Albertini e Massimo Ambrosini.

Davanti i due 'panzer' Bierhoff e Weah, con a supporto uno fra Leonardo o Boban. Proprio quest'ultimo, beneficiando del cambio di modulo varato dal tecnico, disputerà un grande girone di ritorno, risultando determinante nell'incredibile rimonta Scudetto.

I tifosi inizialmente contestano l'età media elevata della squadra, salvo poi 'convertirsi' alla causa e accorgersi che la macchina di Zaccheroni è attrezzata per imporsi alla distanza.

GLI ALTI E BASSI DEL GIRONE DI ANDATA

Il campionato parte il 13 settembre 1998. Nel torneo delle sorprese e dell'equilibrio, è un'outsider, la Fiorentina di Giovanni Trapattoni, a partire a razzo e prendere lo steccato, guadagnandosi la vetta. Il vecchio 'Trap', grazie al fenomenale trio offensivo formato dall'esperto Oliveira (sacrificato come esterno di centrocampo), dal bomber Batistuta e dal geniale Edmundo, fa già il vuoto alla terza giornata.

I rossoneri, partiti discretamente con due vittorie su Bologna (3-0 in casa) e Salernitana (1-2 all'Arechi), cedono di schianto nel confronto diretto di San Siro con i viola. L'argentino Batistuta affonda il Diavolo con una spettacolare tripletta.

Intanto faticano l'Inter (pari a Cagliari e vittorie di misura su Piacenza ed Empoli) e la Lazio (tre pareggi di fila con Piacenza, Bari e Perugia), che deve ancora mettere a posto i suoi tasselli e trovare la propria identità. I biancocelesti, inoltre, perdono presto per infortunio il bomber Vieri.

Parte benino invece la Juventus, che, nonostante la sconfitta col Parma alla 3ª giornata, alla 7ª battendo la Sampdoria, e aprofittando del passo falso dei viola con i ducali, li supera al comando della graduatoria. Ma il grave infortunio di Alex Del Piero a Udine l'8 novembre priva la Vecchia Signora del suo numero 10 per il resto della stagione.

Ma i toscani, eliminati prematuramente in Coppa UEFA, sembrano inarrestabili e con una serie di vittorie staccano tutti e nonostante il k.o. alla 16ª giornata all'Olimpico con i biancocelesti (2-0 targato Vieri e Mihajlovic), il 17 gennaio 1999 si laureano Campioni d'inverno con 35 punti.

All'inseguimento Parma e Lazio a quota 32. Il Milan, che alterna buone cose a brutti scivoloni, è quarto con 30 punti, piazzamento tutto sommato dignitoso e in linea con gli obiettivi societari. I rossoneri girano a 30 punti con 8 vittorie, fra le quali spiccano quelle casalinghe contro la Roma il 25 ottobre (3-2 con Leonardo, Ziege e Weah a segno) e contro la Lazio il 22 novembre (1-0 con il brasiliano Leonardo match-winner al 92').

I pareggi sono 6, compreso il 2-2 nel Derby di andata dell'8ª giornata con l'Inter (rete di Weah e rigore di Albertini a rispondere ai goal nerazzurri di Ronaldo e Moriero), ricordato per il fitto lancio di agrumi sul terreno di gioco da parte dei tifosi nerazzurri, e l'1-1 con la Juventus alla 15ª il 6 gennaio 1999 (provvisorio vantaggio su rigore con Albertini e pari siglato in zona Cesarini da Fonseca).

La nota dolente sono soprattutto le tre sconfitte: oltre a quella nello scontro diretto con la Fiorentina, il Diavolo scivola al Sant'Elia con il Cagliari alla 5ª (1-0 per i sardi con prodezza balistica di Tiziano De Patre) e all'11ª esce con le ossa rotte dal Tardini, venendo travolto 4-0 dal Parma di Malesani (goal di Chiesa, doppietta di Crespo e rete di Boghossian).

LA GRANDE RIMONTA SU LAZIO E FIORENTINA

La svolta della stagione rossonera matura nell'ultima giornata del girone di andata. Zaccheroni capisce che per sfruttare meglio le qualità degli interpreti a sua disposizione il 3-4-3 va 'piegato' ad un più funzionale 3-4-1-2. I rossoneri partono bene, ottenendo 2 sofferti successi al Dall'Ara con il Bologna e in casa sulla Salernitana (entrambi per 3-2), e alla 20ª impongono lo stop ai toscani capolisti.

Mentre la Juve del Pallone d'Oro Zidane va in crisi, nonostante gli arrivi invernali di Henry ed Esnaider, e quando il 7 febbraio, è travolta dal ciclone Crespo (2-4 a Torino per il Parma), Lippi rassegna le dimissioni, e viene sostituito dal suo erede designato Carlo Ancelotti, la Lazio, ritrovato Vieri al top della condizione dopo l'infortunio, risale prepotentemente e si porta a -1 dalla vetta.

Bene anche il Parma, che grazie all'exploit di Torino acciuffa proprio il Milan in 4ª posizione, e in ripresa l'Inter, che, pur distanziata, con Lucescu si stabilizza attorno al 6° posto. La Fiorentina, invece, ha all'improvviso esaurito il gas: la partenza di Edmundo per il Carnevale di Rio, l'infortunio di Batistuta nel match con i rossoneri e i malumori di uno spogliatoio ormai incandescente le faranno perdere punti pesanti.

I gigliati spuntati cadono a Udine e sono raggiunti Il sorpasso in vetta alla classifica si materializza alla 22ª: la Roma di Zeman blocca la squadra di Trapattoni al Franchi (0-0), così la Lazio, che all'Olimpico supera di misura l'Inter con un goal in zona Cesarini di Sergio Conceiçao, si lancia al comando con 45 punti. Intanto il Milan, con la sua andatura costante e senza strappi, riprende a sua volta i viola, stabilendosi in 2ª posizione a quota 43 grazie ad un 1-0 rocambolesco sul Cagliari, maturato grazie ad un autogoal di Villa.

Ma nel turno successivo i rossoneri si fanno battere dalla Roma di Zeman (1-0 targato Paulo Sergio) e Fiorentina e Parma tornano davanti. I rossoneri si rialzano e alla 25ª, dopo aver battuto il Piacenza con goal di Bierhoff, bissano il 2-2 nel Derby della Madonnina con l'Inter (doppietta di Leonardo per i rossoneri, autorete di N'Gotty e goal di Javier Zanetti per i nerazzurri) e si riportano sotto, agganciando Fiorentina e Parma al 2° posto (47 punti).

La Lazio, tuttavia, sembra avere una marcia in più, mentre i rossoneri rallentano con due pareggi di fila con Bari e Lazio all'Olimpico (0-0). Alla 27ª giornata, così, i giochi sembrano praticamente fatti: l'Aquila è largamente al comando della classifica con 56 punti, con 6 lunghezze di vantaggio sulla Fiorentina e 7 sul Milan di Zaccheroni, terzo.

Mancano infatti appena 7 gare alla fine del torneo. Invece accade l'impensabile. I rossoneri si compattano e con una volata degna di un velocista, piazzano uno scatto inarrestabile e imprevedibile. Alla 28ª la Lazio perde il derby per 3-1, mentre il Milan regola 2-1 il Parma grazie a Maldini e Ganz e rosicchia subito 3 punti.

"A chi mi chiede se siamo da Scudetto - dichiara Zaccheroni alla 'Rai' - rispondo che per il momento non ne parlo".
"Il Milan è al 2° posto, una posizione quasi al di sopra delle aspettative anche più rosee di inizio campionato - conferma Galliani - . Mancano 6 giornate e noi abbiamo 4 trasferte".

Ma le prospettive rossonere cambiano repentinamente. L'Aquila, infatti, non riesce più a volare e cade 1-3 in casa con la Juventus di Ancelotti (doppietta di Henry), mentre il Diavolo travolge 5-1 in trasferta l'Udinese (doppiette di Boban e Bierhoff e goal di Weah). Sono 6 punti 'mangiati' alla capolista in soli due turni.

"Viviamo il momento con serenità - assicura alla 'Rai' Oliver Bierhoff - siamo sempre più convinti che possiamo riprendere la Lazio".

La Lazio a quel punto reagisce, e piazza 4 vittorie di fila: 0-1 a Genova con la Sampdoria (Vieri), 0-3 fuoricasa con l'Udinese (Mihajlovic, Vieri e Mancini)e 2-0 all'Olimpico con il Bologna (Almeyda e Vieri).

I rossoneri, tuttavia, sull'onda dell'entusiasmo, tengono il passo, stupendo tutti e rispondendo colpo su colpo: 0-2 al Menti contro il Vicenza (Bierhoff e Leonardo), 3-2 sofferto al Meazza con la Sampdoria (Ambrosini, Leonardo e autorete decisiva di Castellini su semirovesciata di Ganz) e brillante 0-2 a Torino sulla Juventus con Weah mattatore e autore della doppietta decisiva.

"All'inizio del girone di ritorno - ricorda Zaccheroni - avevo indicato la vincitrice dello Scudetto nella squadra che sarebbe stata in grado di vincere ad Udine. Ci abbiamo vinto sia noi che loro".

Fra la capolista (65 punti) e la sua prima inseguitrice (64) il distacco resta così di un punto fino alla penultima giornata. Perdono definitivamente terreno il Parma di Malesani (3° a 55) e la Fiorentina di Trapattoni (4ª a 54). La 33ª e penultima giornata può essere decisiva per la corsa Scudetto ed effettivamente lo sarà. Sabato 15 maggio, Lazio e Milan si confrontano nei due anticipi.

Ma se l'Aquila deve affrontare al Franchi una Fiorentina desiderosa di ricambiare lo sgarbo dell'andata, il Milan ospita a San Siro l'Empoli fanalino di coda. I rossoneri travolgono 4-0 i toscani, con un Bierhoff straripante (tripletta del tedesco e goal di Leonardo), i biancocelesti inciampano invece sui viola. Batistuta sigla l'1-0 per i toscani, e solo un guizzo di Vieri consente ai capitolini di pareggiare 1-1 e di mantenere una flebile speranza di titolo.

"Come è finita a Firenze? - chiede in tribuna stampa ai cronisti Silvio Berlusconi - 1-1? Va Bene, allora il sorpasso c'è stato".

Tutto si definisce negli ultimi 90 minuti: il Milan, per la prima volta in testa alla classifica con 67 punti, deve affrontare l'insidiosa trasferta del Curi con il Perugia, ma anche la Lazio, seconda a 66, non può dormire sogni tranquilli e ospita il Parma.

"Non credo che il campionato sia finito - assicura il patron della Lazio, Cragnotti -, credo che la squadra debba lottare all'Olimpico fino alla fine. Ad Eriksson e alla squadra direi 'bravi'".

L'ultima giornata è da cuori forti. La Lazio batte in casa 2-1 il Parma. Vantaggio biancoceleste con Salas nel primo tempo, vanificato da Vanoli a inizio ripresa. Ancora 'Il Matador', al 76', dà ai biancocelesti i 3 punti della speranza.

Ma a Perugia il Milan fa il suo e vince soffrendo 2-1. Rossoneri a segno nel primo tempo con Guglielminpietroe il solito Bierhoff, gli umbri però restano in partita e accorciano le distanze su rigore trasformato da Nakata e costringono Abbiati ad una giornata di straordinari. Proprio il giovane portiere rossonero 'blinda' lo Scudetto con almeno due interventi prodigiosi, il più difficile sull'attaccante degli umbri Cristian Bucchi.

La gara di Roma finisce prima, e tutti attendono attaccati alle radioline il finale del Curi.

"Il fischio finale! Sono le 18.30 - dice Riccardo Cucchi in radiocronaca per 'Tutto il Calcio minuto per minuto' - e il Milan è campione d'Italia per la 16ª volta nella sua storia. E adesso via ai festeggiamenti. Con l'augurio alla Lazio, naturalmente, di essere più fortunata il prossimo anno".

Quando il signor Braschi decreta la fine delle ostilità esplode la festa rossonera per il più sorprendente degli Scudetti. Grande gioia soprattutto per Alberto Zaccheroni, il tecnico che al suo primo tentativo, come aveva fatto il suo maestro Arrigo Sacchi undici anni prima, è riuscito a portare i rossoneri al titolo.

"È una grandissima soddisfazione - afferma a caldo sul terreno del Curi mentre batte le mani verso i tifosi -. Io fortunato? Me lo auguro di esserlo, ma sarebbe togliere un qualcosa ai ragazzi. Il segreto dello Scudetto è un gruppo positivo che quando ha avuto l'occasione non se l'è fatta sfuggire. Anche la Lazio meritava, complimenti anche a loro per la grossa stagione".
"Abbiamo sofferto parecchio negli ultimi due anni e ritornare a vincere per noi è il massimo - sottolinea capitan Maldini negli spogliatoi - È la terza volta che dicono che la vecchia guardia ha fatto il suo tempo, e noi li abbiamo sempre smentiti".

Sembra l'inizio di un nuovo ciclo per i rossoneri, ma le divergenze tattiche e di stile di gioco fra il tecnico romagnolo e il presidente Berlusconi e i risultati non all'altezza della prima stagione, condurranno al divorzio nel corso del terzo anno della sua gestione.

Nel marzo 2001, dopo un'eliminazione in Champions League ad opera del Deportivo La Coruña, le strade di Zaccheroni e del Milan si separeranno per sempre. Tuttavia l'impresa del 16° Scudetto resterà scolpita nella storia del club e nel cuore dei tifosi che l'hanno vissuta.

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