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Veretout RomaGetty Images

Il magic moment di Veretout: bomber con la Roma, chiamato dalla Francia

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Che sia un centrocampista con il goal nel sangue, non lo scopriamo certo oggi. Basta dare uno sguardo ai numeri realizzativi di Jordan Veretout in Serie A, del resto, per capire quanto gli piaccia inserirsi e segnare: 8, 5, 6, addirittura 10. E ora già 3. Dopo appena un paio di giornate di campionato. Una doppietta all'esordio, una rete a Salerno. Tu chiamalo, se vuoi, magic moment.

Il dato strano, semmai, è un altro: dopo il capocannoniere Immobile, uno che il goal non solo ce l'ha nel sangue, ma ne fa quasi una ragione di vita, nella classifica dei cannonieri c'è proprio Veretout. Sempre più un habitué, sempre più centrale nella costruzione della nuova Roma di José Mourinho. E dire che l'ex viola dovrebbe essere penalizzato dai compiti maggiormente difensivi assegnatigli dal portoghese, che lo schiera tra i due di centrocampo assieme a Cristante.

"A me piace difendere e aiutare i compagni, ma anche andare in porta - diceva Veretout a DAZN prima della partita stravinta contro la Salernitana - se posso segnare o fare un assist per la squadra, lo faccio. Do sempre il massimo per la squadra, poi quando sono morto sono morto, ma vado fino in fondo".

Corsa, aiuto difensivo, un assist, un goal. Che sommato ai due dell'esordio contro la sua ex Fiorentina, appunto, fanno già lievitare il totale a 3. Non male. Anche se il suo compito principale è in ogni caso quello di organizzare la manovra, e pure lì Jordan se l'è cavata piuttosto bene: su 78 passaggi ne ha azzeccati 70, per una precisione dell'89,7%.

La Roma, insomma, si gode il suo cervello di centrocampo con licenza di uccidere (i portieri avversari). Ma in comproprietà, finalmente. Perché di Veretout si è accorta anche la Francia, che in passato lo aveva sempre snobbato e ora si è accorta delle sue qualità.

La notizia della convocazione da parte di Deschamps per le partite di qualificazione ai Mondiali è arrivata nei giorni scorsi. Forse inattesa, perché Veretout non è più calcisticamente giovanissimo (28 anni). Ma meritata e forse inevitabile, così come quella di Theo Hernandez, un altro che nonostante prestazioni di altissimo livello non era mai stato chiamato dai Bleus.

È così, dunque, che la Roma si presenta alla sosta per gli impegni delle nazionali. Con 6 punti in cascina dopo 180 minuti, 7 reti segnate e un Veretout da voti altissimi ogni domenica. Nonostante un ruolo che, teoricamente, dovrebbe inibirne qualsiasi tentazione di sganciamento verso le aree avversarie. Già, teoricamente.

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