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Il 2021 della Juventus: pochi alti, tanti bassi

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Il 2021 della Juventus è terminato con il goal di Federico Bernardeschi contro il Cagliari, una gioia personale ritrovata dopo 513 giorni. Ecco, questa è la fotografia perfetta dell’annata bianconera prossima al capolinea. Pochi alti, tanti bassi, tra speranze e realtà.

Da Andrea Pirlo a Massimiliano Allegri: due modi diametralmente opposti di vedere il calcio, caratteri differenti, progetti antitetici. Con il tecnico bresciano che, alla sua esperienza su una panchina, avrebbe dovuto rappresentare la continuità in termini di egemonia nostrana. E, invece, no: quarto posto in campionato, ottenuto più per demeriti altrui. Una giostra di emozioni, con all’attivo due trofei in bacheca ottenuti contro Napoli e Atalanta: Supercoppa e Coppa Italia.

Juventus-pirlo-202108180830(C)Getty Images

Non è poco, affatto, a maggior ragione considerando come – a un certo punto – il 2021 per il Maestro fosse diventato assai complicato. Certo, alla Continassa non hanno mai preso concretamente in esame l’opzione di esonerare Pirlo a stagione in corso, ma lo hanno fatto a bocce ferme. Insomma, cambia la tempistica ma non la sostanza. A distanza di mesi continua a pesare l’eliminazione subita agli ottavi di Champions per mano del Porto. Un epilogo calcisticamente drammatico, come sottolineato dalle lacrime – riprese dalle telecamere di ‘All or Nothing’ – di Cristiano Ronaldo.

Capitolo nel capitolo. Il 9 marzo, infatti, ha messo la parola fine all’avventura del portoghese all’ombra della Mole. Un’eliminazione cocente, l’inizio dell’addio. Che, seppur a fuoco lentissimo, ha portato – nuovamente – CR7 al Manchester United.

Pirlo e Ronaldo, due giganti del manto erboso, si sono conosciuti e stimati. Un percorso tortuoso, indubbiamente, ma che alla fine della fiera ha consentito al lusitano di ottenere il gradino più alto dei marcatori della Serie A 2020-2021. E c’è di più, c’è che – sebbene Cristiano abbia lasciato la Juve ad agosto – sia ancora il giocatore più prolifico del 2021 bianconero. Un dato, questo, che fa riflettere.

Famelico di goal mister 5 Champions e altrettanti Palloni d’Oro, ancora a caccia della giusta quadra senza il suo (ex) re la Vecchia Signora. Allegri. Rivoluto fortemente dallo stato maggiore della Juve, l’allenatore livornese ha sottoscritto un contratto quadriennale. Anacronistico per gli usi e costumi del calcio moderno, ma che fa capire esplicitamente come Madama veda nel toscano l’uomo giusto per aprire un progetto ad ampio raggio.

Cristiano Ronaldo Juventus TurinGetty Images

Detto ciò, nella prima parte del 2.0. non è che le cose siano andate bene. Anzi. I bianconeri hanno chiuso il girone d’andata al quinto posto, viaggiando a 34 lunghezze e mettendo in mostra oggettive lacune strutturali. Male in campionato, decisamente meglio nell’Europa che conta: primo posto nel girone davanti ai campioni in carica del Chelsea. Un piazzamento da apprezzare, ma da non ingigantire oltremisura, vedi la performance di Stamford Bridge. Le incognite, in termini di assetto base, non mancano.

Nel 2021 rigorosamente a tinte bianconere, giustappunto, s’è visto di tutto: con gli assetti a geometria variabile di Pirlo e quelli asimmetrici proposti da Allegri; con recente passaggio-svolta al 4-2-3-1. In parole povere, un 2021 tosto e privo di certezze. Fatto di sbandate, cadute e riprese. Il periodo più duro dell’era Andrea Agnelli che, ora, auspica nel piano rilancio all’insegna della sostenibilità. Il tutto, facendo leva sul plenipotenziario Allegri. Basterà?

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