Il presente lo vede sovrappeso, opaco, irriconoscibile. Il salto Real di Eden Hazard non ha prodotto i frutti sperati, seppur il suo talento non si discuta. Un talento emerso quando il belga dispensava magie con la maglia del Lille, in Francia, sbarbatello e fresco 20enne.
Hazard in Ligue 1 si è guadagnato i galloni del fuoriclasse da tutti ammirato ed apprezzato, un enfant prodige in grado di regalare emozioni e fare le fortune di chi lo avrebbe acquistato. In questo caso a sbaragliare la concorrenza fu il Chelsea, che nell'estate del 2012 decise di staccare un assegno di 35 milioni di euro (per molti furono 40) e versarlo nelle casse del Lille, rendendolo in quel momento il calciatore belga più pagato di sempre: Hazard a Londra, il sogno si realizza, il 10 sveste la maglia del LOSC e vola a Stamford Bridge per misurarsi con la Premier.
Tutto meraviglioso, ma ancor più meraviglioso fu come Eden si congedò da quelli che ormai sono i suoi vecchi tifosi ed il suo vecchio club: da ubriaco. Sì, avete capito bene, ubriaco. Residui di alcol nel corpo e nella testa non ancora smaltiti e scarpini allacciati, perchè il 20 maggio del 2012 il Lille deve affrontare la sua ultima fatica stagionale, in casa, sfidando il Nancy.
Parliamo del Lille di Rudi Garcia, dei vari Landreau, Debuchy, Digne, Joe Cole, Payet, della meteora del Palermo Tulio De Melo, di Rio Mavuba. E soprattutto di Eden Hazard, la stella indiscussa che con le sue prodezze si è guadagnato il passaggio al Chelsea.
Un trasferimento già concordato, organizzato, sancito e definito, che però non può avvenire - come ovvio che sia - prima che le bocce del 2011/2012 si fermino. Il calendario di quella Ligue 1 come detto offre Lille-Nancy, due squadre che non hanno più nulla da chiedere ai rispettivi campionati: Lille già matematicamente terzo e qualificato per la prossima Champions, ospiti salvissimi e comodamente a metà classifica. Tutti ingredienti ideali per l'Hazard-day, che si arricchisce di un ulteriore - e nostalgico/folle - particolare. Eden, quella partita, la giocò da ubriaco.
Questo è ciò che svelerà qualche anno più tardi il suo vecchio compagno Mavuba, che in un'intervista del 2016 a 'The Independent' regalerà perle a tifosi, curiosi ed appassionati.
"Eravamo certi di finire terzi e il giorno dopo avremmo affrontato Nancy. Era l'ultima partita di Hazard con la maglia del Lille e voleva organizzare qualcosa, così abbiamo deciso di andare a bere - spiegherà l'ex centrocampista - Un drink che si è prolungato un po'...".
"La mattina dopo Eden era ancora ubriaco ma quella sera, in nemmeno con 30 minuti giocati, aveva già messo a segno una tripletta. Non dormì nemmeno, bevve tutta la notte e segnò tre goal in mezz'ora. Ci guardammo tutti e ci dicemmo che questo ragazzo era un grandissimo".
Una notte magica, resa ancor più pazza ed emozionante da come l'ha vissuta il diretto interessato: immaginatevi al passo d'addio col club che vi ha reso famosi, a cui avete dato tutto e che vi ha consentito di spiccare il volo, tra traveggole, sbornia ancora da assopire ed un livello di attenzione a dir poco sotto la soglia. E di fare tre goal! Un'alterazione che però, probabilmente, ad Hazard ha regalato quella giusta leggerezza per imbattersi in un appuntamento del genere. Altrimenti non si spiega.
Tripletta, dunque, la prima della sua carriera: accade tutto in 34 minuti. Il goal dell'1-0, il 10 del Lille, lo sigla a tu per tu col portiere su palla illuminante di Joe Cole; il bis che vale il 3-1 (preceduto dal pari del Nancy di Lemaitre e dal nuovo vantaggio dei padroni di casa firmato dall'ex rosanero De Melo) è una sorta di fotocopia della prima rete, con piattone a tu per tu con l'estremo difensore ospite e sfera in fondo al sacco. Il poker, infine, Hazard lo cala dal dischetto, segnando su rigore. Hat-trick e 4-1 Lille in nemmeno un tempo: il risultato, però, dopo un avvio roboante non cambierà più.
La girandola di sostituzioni, nell'allora 'Grand Stade Lille Metropole' ed oggi intitolato al politico francese Pierre Mauroy, coinvolge anche Hazard: al novantesimo Garcia lo toglie dal campo concedendogli la più che meritata standing ovation del pubblico presente, che dice addio al proprio campione pronto a sbarcare Oltremanica.
Getty/GOALEmozione, soddisfazione, un congedo speciale: accade tutto - all'insaputa di chi gli sta attorno - con un Eden alle prese coi residui della notte precedente ed assoluto protagonista anche del post-partita. Giro di campo, compagni e staff tecnico a rendergli omaggio, il discorso ai tifosi. Tutto bellissimo, un tributo doveroso a chi in cinque stagioni trascinò il Lille a vincere campionato e Coppa di Francia nel 2010/2011.
"Quando penso al titolo vinto non ho un'immagine precisa, ricordo tutta la stagione - confesserà Hazard, nel 2021, ai canali ufficiali della società - Non ci sono parole per definire come mi sono sentito. Se ne parla ancora. Eravamo un gruppo molto armonioso. Il mister era fantastico, ci capiva e sapeva cosa fare. Ci siamo divertiti molto a giocare insieme. A Lille ho imparato tutto, sono diventato un uomo. Ho imparato a conoscere la vita. Devo quasi tutto al club e, se sono arrivato a questo livello, lo devo a loro. Ogni volta che posso, guardo le partite".
Hazard saluterà il LOSC con un bottino complessivo di 50 goal in 194 presenze, due trofei conquistati e le credenziali per affermarsi come uno dei 'crack' del panorama calcistico: un biglietto da visita certificato sul campo con la maglia del Chelsea, da cui però Eden si separerà dando il là ad un declino inimmaginabile.
A Madrid il belga non si è mai integrato, trovato a suo agio nè imposto: misteri del calcio, visto il talento debordante. Problemi di linea, difficoltà a lasciare il segno, un ruolo marginale nel progetto dei Blancos: l'ultima amarezza in Qatar, col flop totale del Belgio ai Mondiali ed il successivo addio alla Nazionale di Hazard. Il quale, è bene sottolinearlo, ha soltanto 31 anni. Ma i tempi del Lille, compresa la grande festa vissuta da "ubriaco", appaiono lontani. Lontanissimi.




