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Tulio De MeloGetty/Goal

L'uomo dai due pre-contratti firmati: De Melo, arrivo e addio nella stessa estate

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Una fiera delle illusioni. Un circo (senza animali, non sia mai) di fenomeni incontrollabili, in cui tutto è reale e niente lo è. Una carovana di specchi che dopo quattordici anni non sembra ancora riflettere ciò che accadde veramente. Ogni protagonista della storia ha detto la sua, prima che venisse ribaltata da un nuovo attore della commedia. Fantascienza, per come un acquisto operato in estate - dopo un telenovela rischiata di diventare giuridica più che romantica - dopo un inverno di salti da una parte all'altra. Verità o sogno? Utopia o miraggio? Tulio De Melo, in persona.

E' il 2008, è Palermo. E' Parma. E' Le Mans. E' nel passato Montes Claros, città del Brasile dove questo lungagnone è nato nel 1985. Cresciuto nell'Atletico Mineiro, non passa dalla porta principale d'Europa nel 2004, quando appena 19enne approda all'Aalborg, Danimarca. L'abilità sotto porta, specialmente di testa, visti i 193 cm su cui contare, convincono una squadra proveniente da un campionato di più alto lignaggio ad avanzare una proposta immediata. Alla prima occasione utile, nell'estate 2005, lascia il nord Europa, trasferendosi nella città della famosa corsa automobilistica.

De Melo rimane più di 24 ore a Le Mans, bensì tre anni. Da buona prima punta abile soprattutto nella sponda, segna 22 reti nel suo triennio francese. Niente di che, ma sicuramente non poco. A fine 2007 l'Europa comincia ad interessarsi di lui. I giocatori come lui da comprare a prezzi contenuti, rispetto alle richieste per i colleghi già affermati, scarseggiano e per tante squadre da ovest a est, l'opportunità appare decisamente ghiotta. Occhio però, perché non si tratta dell'affare del secolo - e non abbiamo ancora iniziato a parlare della questione TDM (acronimo), considerando i circa 5 milioni che la squadra francese chiede per averlo. I prezzi dell'estate 2008 non sono però facili per nessuno, e sotto una tale cifra, alla fine chiusasi sulla base di 4, i movimenti risulteranno essere pochissimi.

A gennaio, in scadenza, De Melo si muove. Si muovono le pretendenti. Più che incontrarsi, le maggiori contendenti si scontrano, tra di loro e con lo stesso giocatore brasiliano. Nasce uno strano costrutto che farà storia, in cui tutto è mischiato, senza capire di cosa si tratti. Perché sembra che Tulio vada lì. Vada là. Opti per il centro Italia scegliendo l'isola, ascoltando il calciomercato, il vento di montagna, il rumore del mare, le possibilità e il volere tutto e subito. Difficile. Molto difficile.

PRE-CONTRATTO CON IL PARMA. E CON IL PALERMO

Chi si fa avanti per De Melo? In Serie A, le due P. Il Parma, il Palermo. Entrambe offrono un pre-contratto al giocatore in vista della scadenza contrattuale con il Le Mans, che l'allora 23enne non ha nessuna intenzione di prolungare. Vuole alzare la sua asticella, balzare immediatamente in un campionato più importante, essere titolare, vincere. Calma. Sorridente, stringe la mano di patron Ghirardi. E' il Parma a far firmare per prima l'accordo. In che senso 'per prima'? In quel senso là, quello che viene subito in mente. Perché c'è secondo pre-contratto firmato pochi giorni dopo. Con il Palermo di Zamparini. E Sabatini. E apriti cielo, allora.

Hai sentito? De Melo ha firmato con il Palermo. Ripeti. De Melo ha firmato con il Parma. Ma non avevi detto un altro nome. No, no hai capito benissimo. Parma. Palermo. Parma. Palermo. Parma e Palermo. Due contratti, non si può fare. Rosanero e gialloblù si incontrano sgomenti, interdetti, uniti tra di loro contro la decisione del loro obiettivo comune Tulio. Forse entrambe pensano a lasciarlo in Francia dopo quanto fatto dal giocatore, ma nessuno ormai vuole tirarsi indietro, e le qualità mostrate in terra transalpina possono far comodo. Nel beve e nel lungo periodo.

E' così Ghirardi, patron del Parma, a farsi da parte, dopo un incontro con Zamparini in Lega il 30 gennaio 2008:

"Non era il caso di tirarla per le lunghe e abbiamo scelto la soluzione più logica: cioè tesserare il giocatore in comproprietà. Ora toccherà all' avvocato Cantamessa trovare la soluzione giuridica adeguata. Inserire nell'affare Diana? A noi interessava. Ma era troppo complicato collegarlo a De Melo. Il brasiliano non ha ancora una valutazione definita, vista la giovane età. Perciò meglio condividerne le future fortune senza altri vincoli. Un intervento della FIFA? Non era il caso di tirarla per le lunghe. Ma colgo l' occasione per ribadire che il Parma aveva agito in piena correttezza e se ho accettato questa soluzione è stato solo per buon senso. Abbiamo porto l' altra guancia. Nessun litigio, ma ho detto a Zamparini che non mi sento tutelato. Gli avvocati non trovano una soluzione che garantisca il Parma. Devo fidarmi che il giocatore tra 4 mesi firmi la scrittura privata. Mi fido di lui, ma non di De Melo".

Il contratto di De Melo è depositato in Lega il 17 gennaio. Pochi giorni dopo verrà depositato da Zamparini. Per il Parma è illusione pura, per il Palermo utopia che si possa risolvere in tranquillità. Si alzano i toni, ma alla fine la società emiliana si fa effettivamente da parte. Nonostante, sembrerebbe (perché niente è reale nel gioco di Tulio), sia arrivata per prima. Questo punto è centrale nelle dichiarazioni del 1 febbraio pronunciate da Federico Pastorello, come riporterà allora La Gazzetta dello Sport. Il procuratore confermerà le parole dell'ex agente di De Melo, Roberto Turbicio, infuriato con l'attaccante per parole, a quanto pare, non veritiere.

Tulio De Melo Inter Lille Champions LeagueGetty

Ognuno ha la propria versione della storia. La prima è di Melo, a proposito di Turbicio:

"Mi ha preso in giro. C’era un accordo morale con Palermo, poi Parma ha offerto più soldi e lui mi ha forzato a firmare, mostrandomi che a Palermo non c’era neanche un posto da extracomunitario. Lo credevo onesto, mi sono sbagliato".

La prima versione ha un solo sostenitore: De Melo. La seconda, invece, è supportata dallo stesso Turbicio, spalleggiato da Pastorello e dal Le Mans, club di Tulio:

"Tutte menzogne, lo denuncio. E’ lui che ha provocato tutta questa confusione. Non c’è stata manipolazione di sorta. Quando ha firmato per il Parma nell’ufficio c’erano suo padre, suo fratello, il suo avvocato e il procuratore Fifa Federico Pastorello".

Il quale, a France Football, confermerà:

"Tulio non è stato manipolato, voleva firmare per Parma, ma quando si è accorto che il club aveva preso Lucarelli ha cambiato idea e da solo ha deciso di firmare un secondo pre-contratto con il Palermo. Tulio non è un tipo influenzabile, è intelligente e decide da solo".

Al pari del Le Mans:

"Tulio ha sempre trattato da solo i suoi contratti e in questo caso ha commesso un errore e gli fa comodo accusare il suo procuratore".

Palermo e Parma si accorderanno così da non far intervenire la FIFA, punendo tutti i protagonisti della vicenda, ma solo gli stessi, con De Melo in testa, conosceranno la verità su una decisione nuova e rivoltata. Lucarelli troppo difficile da superare e volo verso Sud? Sì, forse, bo. Tutto si mischia, niente è chiaro. Come i giocatori legati all'affare, attorno ad esso. Prima Diana, poi Castellini, per cui il Palermo strappa l'opzione.

ARRIVO IN ESTATE, ADDIO IN ESTATE

Chiuso il già citato triennio a Le Mans, in estate De Melo arriva veramente a Palermo. Non invia nessun sosia in rosanero perché nel frattempo ha nuovamente cambiato idea scegliendo il Parma (nonostante la somiglianza con un altro connazionale, Pato, anch'esso in Italia nel 2008, sia evidente), ma si presenta dall'alto dei suoi quasi due metri a stringere mani. Probabilmente promette che no, non si ripeterà più un caos del genere. Anche perché non ne avrà l'occasione.

Quando il tuo presidente è Zamparini, il tuo motto dovrebbe essere 'chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza'. Perché sono i tempi di Spinelli e Cellino, dei miti e delle leggende. Di monsieur Zampa, che inizia con Colantuono l'annata 2008/2009, terminandola con Ballardini. In sella già ad agosto.

La stagione rosanero di Colantuono sarà di tre partite. Una di campionato, una di Coppa Italia. Contro il Ravenna, nella seconda competizione nazionale per importante, il tecnico romano schiera Miccoli e Cavani insieme a Lanzafame. La squadra di C1, quadrata e compatta, si farà intimorire da una squadra con valori tecnici importantissimi, segnando due reti nel primo tempo, spedendo il Palermo negli spogliatoi tra i fischi. La soluzione? Mandare in campo la mela della discordia, De Melo.

Sostituisce Simplicio, senza mai essere pericoloso. Forse è rimasto nelle stanze in cui ha firmato i pre-contratti, metà da una parte e metà dall'altra. Non c'è, sperduto. Palermo eliminato, Colantuono esonerato, delusione per De Melo. Ok, è appena iniziata, ci rifaremo. Sì, come no. O per lo meno, si rifaranno i tuoi compagni, che chiuderanno la Serie A all'ottavo posto. Non Tulio, spedito senza troppi complimenti in patria. Non a gennaio 2009. Un anno dopo il caos. Non nell'estate 2009, ad un anno dall'eliminazione di Coppa Italia. No, subito.

Senza aver mai giocato in Serie A e con appena 45 minuti giocati in Coppa Italia, De Melo fa le valigie e torna in Ligue 1, accettando la proposta di un Lille che nel giro di un triennio vincerà il campionato anche grazie alle reti del brasiliano. Poche, ma abbastanza per garantire un posticino nella storia del club (segnerà anche all'Inter in Champions League). Sembra uno scherzo, ma a rimanere maggiormente nella storia è in quel di Palermo, vista una così strana storia, che sembra finzione ed è invece realtà, effimera e dunque leggendaria. Anni dopo, ad Extra Time, proverà a spiegare tra serio e faceto, quelle brevi settimane italiane:

"A Palermo cambiarono subito lo staff e il tecnico che mi avevano voluto e quindi dovetti andarmene. Il Palermo è giù in classifica? Zamparini non è più il padrone del Palermo? Forse non cambieranno più tanti allenatori, allora. Perché Zamparini è pazzo".

Un anno prima, Zamparini aveva persino dimenticato il nome di De Melo, svelando al 'Messaggero Veneto' come il grande problema con Colantuono, transitato brevemente in rosanero prima nel 2007 e dunque nel 2008, sia stato Cavani:

"Andavamo d'accordo, anche se riguardo Edinson proprio non la pensavamo allo stesso modo. Pensi che voleva che lo girassimo in prestito in Inghilterra al West Ham, gli preferiva un brasiliano lungagnone che avevamo preso in Francia, un colpitore di testa...come si chiamava?".

Tulio de Melo Chapecoense Sao Paulo Brasileirao Serie A 16072017Chapecoense

LA CHAPECOENSE E IL POST CALCIO

Si chiamava De Melo. Un nome che negli anni ha dimenticato, a differenza dei mesi successivi alla cessione al Lille. Allora spiegò per filo e per segno perchè la cessione fu immediata, dopo appena una partita. Al 'Giornale di Sicilia', il patron del Palermo spiegherà come Tulio volesse subito una maglia da titolare, con il bel nove stampato sulle spalle:

"De Melo lo abbiamo ceduto perché non ha avuto pazienza. Voleva giocare titolare, invece avrebbe avuto bisogno di tre-quattro mesi per ambientarsi. Il Lille, poi, è andato direttamente sul giocatore e lui si è fatto convincere facilmente perché in quella squadra c'è il tecnico [Rudi Garcia, ndr] che lo ha allenato al Le Mans".

E qui, ancora una volta, lo specchio non riflette la stessa immagine. E' come nei film horror, o nei thriller psicologici. Cosa è reale? Cosa no? De Melo cadrà dalle nuvole:

"Perché sono stato ceduto? Non posso dirlo con esattezza perché veramente non lo so. Ho capito che dovevo andar via per il bene mio e della squadra. Spero che questo divorzio possa servire per un mio miglioramento".

Miglioramento? Sicuramente l'addio all'Italia, non ha portato a settimane di tira e molla su un doppio pre-contratto, e già questo è un bel passo in avanti. In più, a Lille, con una squadra che poteva contare sui vari Hazard e Gervinho, De Melo ha vinto Coppa di Francia e Ligue 1, come già evidenziato. Non ha mai conquistato la maglia del Brasile, ma ha imparato lingue nuove (il francese, soprattutto, ma in parte anche lo spagnolo per il periodo al Real Valladolid e il giapponese nei mesi all'Avispa di Fukuoka) e una volta tornato in patria, escludendo l'esperienza Recife, ha fatto parlare di sé non per i goal, che a ben vedere non sono mai stati il suo forte, ma per il ritorno alla Chapecoense.

Nel 2015, De Melo firma per il club biancoverde, prima di passare al Recife. Nel 2016, quasi tutti i compagni di squadra della stagione precedente perderanno la vita nella triste tragedia a 50 km di Medellin. Il disastro aereo porterà alla solidarietà da parte del mondo e del calcio in particolare, con più e più proposte di tesseramento da parte di grandi campioni, sostenitori ed ex come il ragazzo passato da Palermo.

Il 2017 porta a De Melo l'ultimo alloro della carriera, il Campionato Catarinense con la Chape. Da qui il Giappone e a 35 anni, le scarpette al chiodo. L'addio è stato solo al calcio giocato, ma non vissuto in prima persona. Ha infatti creato la tm9.sports, per divenire intermediario ed agente, tra gli altri, di Gerson e Thuler. Nessuna illusione, nessuno specchio che trasmette diversamente dalla realtà. Patti chiari, accordi fissi. Uno solo.

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