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Gustavo Bartelt-

Gustavo Bartelt e i suoi 16 minuti di gloria in Roma-Fiorentina 1998

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Arrivato in Italia con grandi aspettative, andrà via dopo un anno e mezzo con la pesante etichetta di 'bidone', per poi finir coinvolto nello scandalo passaporti ed essere squalificato per due anni. Eppure Gustavo Bartelt, attaccante della Roma, ebbe una sua giornata di gloria: quella di sabato 17 ottobre 1998, che lo vide protagonista assoluto di Roma-Fiorentina

Il presidente della Roma, Franco Sensi, aveva puntato su di lui per sostituire Abel Balbo. Nonostante le legittime perplessità di Zeman, e le richieste dei tifosi, che si aspettavano l'arrivo di un big come Batistuta o di una giovane promessa come Pippo Inzaghi o David Trezeguet, è il giocatore argentino a sbarcare nella capitale nell'estate del 1998. Forse anche perché a breve sarebbe diventato comunitario, acquisendo il passaporto italiano per merito di un presunto bisnonno di Valdagno, nel Vicentino (cosa che si scoprirà qualche anno dopo non essere veritiera).

Il numero uno giallorosso investe ben 18 miliardi di Lire per strappare l'attaccante al Lanús, club con cui era esploso nella stagione precedente con 13 goal segnati in 17 gare, reti che gli avevano permesso di piazzarsi al 2° posto della classifica marcatori del Torneo di Clausura dopo 'El Pampa' Sosa, e che aveva attirato su di lui l'interesse di molti club europei di prima fascia.

Viso d'angelo e lunghi capelli biondi, che ricordano vagamente un altro attaccante argentino che ha vestito la maglia della Roma, Claudio Paul Caniggia, 'El Facha', 'Il Bello', come è soprannominato, sbarca nella Città eterna ad inizio agosto per aggregarsi ai suoi nuovi compagni e manifesta subito ambizioni importanti.

"Sono veloce e ho un buon controllo di palla. Sono destro, ma ho fatto goal anche con il sinistro. Di testa me la cavo. - dichiara alla sua presentazione - Sogno lo Scudetto e la Nazionale".

Bartelt firma un contratto di 5 anni a un miliardo e 300 milioni per i primi quattro anni, che sarebbero diventati un miliardo e 600 il quinto anno

"Questa avventura è cominciata molto bene. - sottolinea dopo i primi giorni di allenamento - Sono contento del mister, dei compagni, di tutti. Mi ha impressionato la gente, mi avevano detto che c'erano parecchi tifosi intorno alla squadra, ma non credevo così tanti. Mi hanno subito incoraggiato".

"In campo o in panchina? Decide il tecnico. Chiunque vorrebbe giocare sempre, ma nessun fastidio se andrò in panchina. In Italia i difensori sono duri? Mi abituerò, ma anche in Argentina non scherzano".

"Il derby? So che è la partita più sentita, mi hanno detto che la Lazio nella stagione passata ha sempre fatto festa. Ma quest'anno vincerà la Roma".

I compagni di squadra Di Biagio e Candela restano colpiti dalla sua velocità.

"È il classico attaccante che, se parte in progressione, non fermi più se non facendo fallo tirandogli la maglia", dichiara il francese.

"È la fotocopia di Caniggia", sostiene il futuro Ct. dell'Italia.

Anche Totti ne loda le doti tecniche. Ma le prime avvisaglie che non tutto in Italia sarà per lui rose e fiori si hanno già nel primo test amichevole contro il Trento. Bartelt si muove bene e si procura anche un rigore, poi però lo fallisce in modo clamoroso. Non il miglior modo di iniziare la sua nuova avventura italiana.

L'attaccante comunque lavora sodo agli ordini di Zeman e si presenta in grande spolvero per l'amichevole contro il Santos del 27 agosto. Si gioca all'Olimpico ed è la sera in cui la squadra è presentata ufficialmente ai tifosi. Il primo tempo è da dimenticare per i giallorossi, che, ancora imballati per la dura prepazione fatta svolgere dal boemo, vanno sotto per 3-0 contro i brasiliani. Nel secondo tempo però, l'ingresso in campo di Bartelt al posto di Delvecchio cambia gli equilibri della partita.

Il nuovo arrivato segna una doppietta, fa sognare i suoi tifosi e rende meno amara la sconfitta. I giorni seguenti l'argentino monopolizza i titoli dei giornali.

"Bartelt incanta e prenota un posto fisso", titola 'La Gazzetta dello Sport'.

Anche il giocatore è soddisfatto.

"Segnare davanti ai tifosi era il mio sogno. Ora devo battermi per avere la maglia da titolare", dice, sempre a 'La Gazzetta'.

Zeman gli dà fiducia e lo schiera dal 1' nell'andata dei Sedicesimi di finale di Coppa Italia contro il Chievo al Bentegodi, in cui agisce da centravanti con Di Francesco e Paulo Sergio ai suoi lati. I veneti si portano sul 2-0, ma nella ripresa è l'argentino ad avviare la rimonta con una rete. I tifosi giallorossi e l'attaccante argentino non potevano sapere che quelli sarebbero stati gli unici suoi goal in Italia.

"Posso fare ancora meglio. Il rigore? L'avrei tirato, ma ci ha pensato Candela (sbagliandolo, ndr)..."

Bartelt parte da titolare anche nella prima giornata di campionato, che si gioca il 13 settembre e vede la Roma superare 3-1 la Salernitana. Non inganni il punteggio: nel primo tempo la Lupa soffre e va sotto per un goal di Song. Bartelt resta in campo per 55', giusto il tempo per assistere al pareggio di Paulo Sergio, ma non incide. Così Zeman lo richiama in panchina, inserendo al suo posto Alessandro Frau, anche lui volto nuovo della stagione. 

Proprio l'ingresso in campo dell'ex fantasista della Torres, che offre a Totti, con uno spettacolare colpo di tacco, l'assist per il 2-1, cambia volto alla partita e alla fine la squadra di Zeman si impone 3-1 (doppietta di Paulo Sergio nel finale). Da quel momento qualcosa si spezza e Bartelt si vede più in panchina che in campo, dove come centravanti Zeman gli preferisce Marco Delvecchio.

Prima di scomparire nell'oblio, tuttavia, l'attaccante di Buenos Aires, che rivede la maglia da titolare con il Chievo nel ritorno della Coppa Italia il 22 settembre, ha la sua serata di gloria nell'anticipo della 5ª giornata contro la Fiorentina, che va in scena all'Olimpico il 18 ottobre. I viola sono primi in classifica, con 4 vittorie nelle prime 4 gare, i giallorossi si trovano al 5° posto in coabitazione con l'Udinese a quota 7. Fra le due squadre 5 punti di distacco.

E il primo tempo sembra confermare la differenza di valori fra le due formazioni. Batistuta prende la mira e al 32' gli ospiti passano a condurre. I toscani di Trapattoni giocano un bel calcio e per la Roma piove sul bagnato quando vengono espulsi anzitempo Gigi Di Biagio e successivamente Vincent Candela, protagonista di un duro scontro con Falcone. Sotto di un goal e 2 uomini, accade però l'impensabile. 

Al 78', infatti, il tecnico boemo richiama in panchina Delvecchio, che aveva sprecato diverse reti durante la partita, e inserisce al suo posto proprio Bartelt. Nei 16 minuti finali, 12 del tempo regolamentare più 3' di recupero, l'ex attaccante del Lanus sarà ampiamente il migliore in campo. All'89' la prima giocata, davvero notevole. Finta, controfinta, doppio dribbling a mandare al bar metà difesa della Fiorentina e palla precisa all'indietro per l'accorrente Alenichev, che non può sbagliare e sigla l'1-1.

Ma il bello deve ancora venire. In pieno recupero smarca sulla destra Di Francesco con un colpo di tacco. Quest'ultimo scatta palla al piede e ottiene il triangolo con Totti, per poi ridar palla all'argentino in piena area viola. Bartelt, letteralmente scatenato, va sul fondo e calcia da posizione angolata. Ribatte un difensore, ma il pallone gli ritorna fra i piedi e l'ex Lanús tira sul primo palo. Toldo salva miracolosamente, senza però poter nulla sul potente tap-in di Francesco Totti. Il 'Pupone' va ad esultare sotto la Sud e il biondo compagno gli salta sulle spalle. L'arbitro fischia la fine. I tifosi sono in delirio ed esaltano la prestazione dell'attaccante argentino. È lui il grande protagonista a sorpresa della rimonta.

"Non dite che la partita l'ho vinta io. - dichiara ai giornalisti nel post gara - È stato il successo di tutta la squadra che ha avuto più voglia di vincere della Fiorentina. Tornare in panchina? Nessun problema, ora sono più sereno".

Purtroppo per Bartelt quello contro i viola di Trapattoni sarà il suo canto del cigno. In quella stagione collezionerà soltanto altri 10 spezzoni di partita in campionato, senza più lasciare il segno, cui vanno aggiunte 3 comparsate in Coppa UEFA nella doppia sfida con il Silkeborg e nell'andata con il Leeds. L'anno seguente, l'arrivo in panchina di Fabio Capello, l'acquisto di Vincenzo Montella e il cambio di modulo lo relegano ancora di più ai margini del progetto. Bartelt diventa un vero corpo estraneo alla Roma e a gennaio saluta tutti dopo 3 spezzoni di partita in campionato e 4 presenze in Coppa Italia e va in prestito all'Aston Villa. 

Con gli inglesi non giocherà mai, passando nel 2000/01 ancora in prestito al Rayo Vallecano. In Spagna colleziona 12 presenze e una rete, che resterà per lui l'unica in un altro campionato in Europa. Torna alla Roma nel 2001, intenzionato a giocarsi le sue chances, ma scoppia lo scandalo passaporti. I documenti che gli avevano fatto ottenere il passaporto comunitario erano falsi e viene squalificato per 2 anni.

Una vera mazzata. La sua esperienza alla Roma si chiude così definitivamente con 15 presenze in campionato, 6 presenze e un goal in Coppa Italia e 3 presenze in Coppa UEFA. Nel 2003 riparte dall'Argentina, ma non sarà più lo stesso. Si ritira nel 2011 con il Godoy Cruz. I tifosi della Roma lo ricordano ancora oggi per il suo exploit in Roma-Fiorentina.

"Vivo a Buenos Aires, ma la Roma mi è rimasta nel cuore. - ha dichiarato nel 2016 a 'Gianlucadimarzio.com' - Ho anche tatuato il simbolo sulla gamba. Roma per me è stata un’esperienza forte, continuo a seguirla ancora oggi. Amavo l'Italia, e il mio rimpianto più grande è non aver potuto giocare nell'anno dello Scudetto".

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