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Pep GuardiolaGetty

Guardiola fa marcia indietro: "Mi scuso con Gerrard, mi vergogno di me stesso"

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C'è sempre un tempo per le scuse e per tornare indietro, sui propri passi: anche Pep Guardiola lo sa. Sa che quanto affermato, forse in preda alla tensione per il momento vissuto dal Manchester City, è parso esagerato anche a chi fa dell'humour spinto un buon motivo per sdrammatizzare temi anche abbastanza "pesanti". E infatti l'allenatore spagnolo fa marcia indietro.

Avevano effettivamente fatto un po' di rumore le sue frasi in risposta alle indagini che hanno colpito i Citizens, per possibili violazioni di norme che regolano il calcio inglese: dichiarazioni ironiche su un episodio che ha segnato il recente passato della Premier League, e nello specifico quella conquistata dal City nel 2014.

Guardiola, per riassumere, ha "scherzato" facendo riferimento alla nota "scivolata" di Steven Gerrard, allora capitano del Liverpool, in una gara contro il Chelsea risultata poi decisiva per la corsa al titolo. Un errore che pesa ancora.

"Penso al goal di Sergio Agüero nel 2012, quando Balotelli è scivolato. Non so se siamo responsabili della scivolata di Steven Gerrard ad Anfield contro il Chelsea. È stata colpa nostra? Ho rispetto per Steven Gerrard, ma quel momento ci appartiene ed è nostro".

Ecco, Guardiola ci ha riflettuto un po', probabilmente, quindi ha fatto marcia indietro alla vigilia del match ai vertici della Premier League contro l'Arsenal: una sfida che può riaprire definitivamente il campionato.

Lo spagnolo, in conferenza stampa, ha fatto "mea culpa", con parole e toni abbastanza forti, chiudendo la questione.

"Mi scuso con Steven Gerrard per i miei commenti stupidi e non necessari che ho fatto su di lui. Sa quanto io lo ammiri per quello che ha fatto in carriera per questo Paese. Mi vergogno di me stesso".

Guardiola ha spiegato la sua posizione, poi andata oltre la singola difesa del club, il Manchester City, che rappresenta, in un momento storico difficile e con delle indagini, portate avanti dalla Premier League, in corso.

"Ho fatto quei commenti per difendere il mio club, ma non l'ho rappresentato al meglio: l'ho già detto a lui privatamente e volevo farlo pubblicamente".
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