Agile come un gatto, scattante e dotato di grandi riflessi, era capace di parate spettacolari e uscite acrobatiche, anche se per sua ammissione il suo punto di forza era il senso di posizione fra i pali.
L'IFFHS, l'Istituto internazionale di storia e statistica del calcio, non ha avuto dubbi nel riconoscere nel 2000 a Gordon Banks il titolo di Miglior portiere inglese di tutti i tempi. L'estremo difensore è stato votato secondo a livello mondiale nel XX secolo, dietro soltanto al sovietico Lev Jashin e davanti all'italiano Dino Zoff.
Di umili origini, Banks, che per i lineamenti del volto è ribattezzato 'Il Cinese', si afferma con grandi sacrifici nel calcio professionistico, dove veste inizialmente le maglie di Chesterfield e Leicester City, con cui vince la League Cup del 1964. Con le Foxes diventa il più forte fra gli inglesi nel suo ruolo e approda in Nazionale, con cui vince da protagonista i Mondiali di Inghilterra '66 nei quali si guadagna il soprannome di 'Cassaforte della Regina'.
Difende la porta dei Tre Leoni fino al 1972, togliendosi anche la soddisfazione nei Mondiali del 1970 di compiere su Pelé quella che sarà giudicata 'la parata del secolo'. Passato allo Stoke City, vince a 34 anni con i Potters un FA Cup, secondo e ultimo titolo della sua carriera inglese, ed è votato nel 1972 'Calciatore inglese dell'anno'.
Ma nell'ottobre di quello stesso anno, un incidente automobilistico ne compromette in modo grave la funzionalità dell'occhio destro e deve così porre fine alla sua carriera ad alti livelli in Europa. Ritiratosi una prima volta nel 1973, non si arrende e qualche anno dopo gioca due campionati NASL con i Fort Lauderdale Strikers. Alla fine dell'estate del 1978 si ritira definitivamente dalle scene all'età di 40 anni.
Getty ImagesDA PORTATORE DI CARBONE A GRANDE PORTIERE
Nato a Sheffield il 30 dicembre 1937, Gordon Banks cresce nel quartiere operaio di Tinsley e deve fare i conti con un'infanzia difficile. Suo padre, infatti, dopo aver lavorato in miniera in condizioni igieniche precarie, apre un'agenzia di scommesse clandestina, attività all'epoca illegale che porta un po' di ossigeno economico ma anche alla tragedia della morte del fratello disabile di Gordon.
Una sera, infatti, il ragazzo è aggredito da dei delinquenti che vogliono rubare l'incasso di giornata e non esitano a colpirlo ripetutamente. Alcune settimane dopo muore per le gravi ferite riportate. In una situazione simile Gordon lascia la scuola nel dicembre del 1952, all'età di 15 anni, per portare qualche soldo a casa.
Così lavora per un periodo come portatore di carbone per un commerciante locale, rafforzando la parte superiore del suo corpo. Nel frattempo, dopo aver fatto il portiere per la squadra della sua scuola, diventa l'estremo difensore del Millspaugh, una squadra amatoriale di minatori.
Successivamente cambia lavoro e diventa muratore. Nel frattempo, mentre difende i pali del Millspaugh, è notato da uno scout del Chesterfield, che gli offre un provino di 6 gare con la squadra giovanile. Banks accetta, supera egregiamente il periodo di prova e nel luglio del 1953 viene ingaggiato con un contratto part-time di 3 sterline a settimana dal manager Teddy Davison.
Per le sue buone prestazioni, pur giovanissimo, è promosso nella Squadra riserve del Chesterfield, con cui nel 1954/55 si piazza tuttavia all'ultimo posto nella Central Division, e subisce addirittura 122 goal. Ma le cose per Gordon cambieranno presto.
Durante il servizio militare, infatti, nel 1955, è mandato in Germania. Qui con la squadra del suo reggimento, i Royal Signals, disputa e vince la Coppa del Reno, un prestigioso torneo amatoriale riservato alle squadre militari. Quando rientra in Inghilterra e si mette a difendere nuovamente la porta del Chesterfield si vede subito che ha acquisito esperienza e sicurezza.
Dopo aver superato anche un brutto infortunio, la frattura del gomito, trascina la Squadra giovanile alla finale della Coppa d'Inghilterra giovanile. Il Chesterfield deve cedere al Manchester United, che schiera fra gli altri McGuiness e Bobby Charlton. Ma ci sono ormai pochi dubbi che Gordon, il ragazzo che portava il carbone, diventerà un portiere professionista.
Nel novembre del 1958 il tecnico della Prima squadra Doug Livingstone lo fa esordire in una partita di Terza Divisione contro il Colchester United a Saltergate. Banks prende il posto dell'esperto Ron Powell, e resta titolare fino al termine della stagione, saltando appena 3 gare.
Nella stagione 1958/59 colleziona in tutto 23 presenze in Terza divisione e 3 gare in FA Cup, sufficienti a far capire al Leicester City di trovarsi di fronte a un grande portiere. Le Foxes lo acquistano per 7 mila sterline. Il suo stipendio passa così a 15 sterline a settimana.
Banks deve battere la concorrenza di altri 5 portieri in forza al club, fra cui Johnny Anderson, nazionale scozzese, e Dave MacLaren, il titolare del ruolo. In estate è aggregato alla Squadra riserve, ma quando MacLaren si infortuna, debutta in First Division, l'antenata della Premier League, il 9 settembre 1959 nel pareggio per 1-1 con il Blackpool.
Il tecnico Matt Gillies lo conferma per il secondo match con il Newcastle United, salvo poi rimandarlo con la Squadra riserve quando MacLaren torna a pieno servizio. Ma proprio quest'ultimo subisce ben 14 goal in 5 partite, e le prestazioni deludenti convincono il mister a dar fiducia al giovane emergente Banks.
L'estremo difensore di Sheffield, che al Colchester doveva allenarsi senza preparatore e anche per questo aveva sviluppato una tecnica tutta sua e una grande personalità con cui sapeva comandare a dovere la difesa, superate le difficoltà iniziali, diventa un punto fermo della squadra e si afferma negli anni come uno dei portieri più affidabili e completi del massimo campionato inglese.
Il Leicester City non è un club di Prima fascia, ma le parate di Banks lo portano a raggiungere risultati insperati soprattutto nelle Coppe Nazionali. Nel 1960/61 la squadra arriva 6ª in campionato e raggiunge la finale di FA Cup, con Gordon che subisce solo 5 goal in 9 gare e resta imbattuto nelle tre gare di semifinale contro lo Sheffield United. A Wembley, però, gli Spurs regolano le Foxes per 2-0.
L'anno dopo il cammino è molto deludente in campionato, con la squadra che si piazza solo 14ª, mentre in Coppa delle Coppe, torneo cui il Leicester City partecipa perché il Tottenham, che ha vinto anche la First Division, fa la Coppa dei Campioni, c'è un'eliminazione agli ottavi contro l'Atletico Madrid.
Convocato anche in Nazionale, dove è una riserva, Banks risponde prima alla chiamata per la gara con l'Inghilterra, poi si sposta a Filbert Strett per giocare l'andata con i Colchoneros. Finisce 1-1, e al ritorno nella capitale spagnola non gli basta neutralizzare un rigore avversario per ottenere il passaggio del turno, con gli spagnoli che vincono 3-1.
Il 1962/63 lo vede rompersi il naso nella prima partita, poi un dito della mano a fine stagione, circostanza che avrà conseguenze negative per il Leicester City: le Foxes, prime in classifica ad aprile, con il proprio portiere infortunato scivoleranno al 4° posto finale. In FA Cup invece la squadra raggiunge ancora una volta la finale dopo una prestazione 'epica' di Banks contro il Liverpool in semifinale. Ma la finalissima di Wembley premierà il Manchester United, che si impone per 3-1.
Nel 1963/64 Banks vince il primo titolo della sua carriera, ovvero la Coppa di Lega inglese. Se in campionato il Leicester City si piazza 11°, in League Cup raggiunge la finalissima contro il West Ham dopo aver eliminato al replay ai quarti il Norwich City e il West Ham in semifinale con un 6-3 complessivo fra andata e ritorno. L'andata a Stoke-on-Trent termina 1-1, poi a Leicester, in una gara molto combattuta, le Foxes hanno la meglio e vincono 3-2, alzando il trofeo.
Una delle specialità del portiere di Sheffield consiste nel fermare la palla proteggendola con una rotazione del corpo che lo pone di schiena all'attaccante.
In virtù delle sue grandi prestazioni si guadagna nella stagione 1964/65 un doppio aumento di stipendio, che passa a 40 sterline a settimana a inizio anno e a 60 dal dicembre del 1964. In campionato il Leicester City gioca una brutta stagione, chiudendo in 18ª posizione, mentre in League Cup approda nuovamente in finale dopo aver battuto il Plymouth in semifinale.
L'avversario è il Chelsea, e i londinesi hanno la meglio con un successo per 3-2 nell'andata di Londra e un pareggio per 0-0 al ritorno. Nell'estate 1965 Banks si rompe il polso in un'amichevole con il Northampton, rischiando di compromettere la stagione che porta ai Mondiali di casa.
Salta le prime 9 giornate di First Division ma poi torna e riprende a giocare ai suoi livelli. Il Leicester City ottiene un 7° posto in campionato e viene estromesso dalle Coppe per mano del Manchester City. Dopo essersi consacrato ai Mondiali, torna da star ma chiude la sua esperienza con le Foxes nell'aprile del 1967: il tecnico Matt Gillies lo relega infatti a dodicesimo, promuovendo titolare il giovane Peter Shilton e fissando in 50 mila sterline il prezzo per cederlo.
"Pensiamo che i tuoi giorni migliori siano dietro di te e dovresti guardare avanti".
Banks ha 29 anni e non ritiene affatto di essere finito. Lo vogliono il Liverpool e il West Ham, ma alla fine è lo Stoke City a soddisfare le richieste delle Foxes. 'La cassaforte della Regina' riparte dai Potters e lascia il club che lo ha lanciato ad alti livelli dopo 356 presenze.
GettyCAMPIONE DEL MONDO CON L'INGHILTERRA
Le prestazioni brillanti di Banks gli fanno guadagnare la maglia dell'Inghilterra fin da quando è un giovane estremo difensore del Leicester City. Il portiere di Sheffield colleziona 2 presenze con la Nazionale Under 23, poi il Ct. Alfred Ramsey lo manda in campo la prima volta il 6 aprile 1963 contro la Scozia, sfida persa dagli inglesi 2-1.
Diventa presto il numero uno titolare dei Tre Leoni, con cui disputa i Mondiali casalinghi del 1966. Banks è grande protagonista del torneo, nel quale mantiene l'imbattibilità fino alle semifinali. Prende goal dal fuoriclasse portoghese Eusebio su rigore nei minuti finali, ma sono i Tre Leoni ad andare in finale, dove superano per 4-2 la Germania Ovest e si laureano campioni del Mondo davanti alla Regina Elisabetta.
A Banks resta anche il record di imbattibilità nella Nazionale inglese, 721 minuti senza subire reti dal match contro la Scozia. Il primato durerà fino al 2021, quando sarà battuto da Pickford ad Euro 2020.
'La Cassaforte della Regina' difende la porta della Nazionale anche ad Euro '68, con gli inglesi che in Italia chiudono terzi dopo aver perso la semifinale con la Jugoslavia e vinto la finalina con l'Unione Sovietica (2-0), a Messico 1970, con la super parata su Pelé nella fase a gironi, e i sudditi di sua Maestà eliminati dalla Germania Ovest ai quarti, gara che giocano senza il grande numero uno, costretto al forfait da un'indisposizione intestinale, la celeberrina 'maledizione di Montezuma'.
Il 15 maggio 1971 l'Inghilterra sfida l'Irlanda del Nord di George Best. Il fuoriclasse dello United riesce a far cadere la palla dalle mani del portiere avversario e la deposita in rete, ma l'arbitro annulla per presunto fallo sul portiere, fra le proteste di George e compagni.
Nel 1972, infine, l'Inghilterra non riesce a qualificarsi alla fase finale di Euro '72, venendo eliminata ancora una volta dalla Germania Ovest, che poi si aggidicherà il trofeo. Il 27 maggio 1972 Banks disputa la sua 73ª e ultima gara con l'Inghilterra: di fronte c'è la Scozia, la stessa squadra del suo esordio, ma questa volta il risultato premia gli inglesi (1-0). A porre fine alla sua avventura con i Tre Leoni sarà solo un tragico incidente automobilistico, che gli danneggerà gravemente l'occhio destro.
GettyLA PARATA DEL SECOLO
Scorre il quindicesimo del primo tempo. È il 7 giugno del 1970 e nel caldo soffocante dello Stadio Jalisco di Guadalajara per la seconda giornata del Gruppo 3 dei Mondiali di Messico '70 si sta giocando Brasile-Inghilterra.
La squadra favorita, la Seleçao, sfida i campioni del Mondo in carica. Jairzinho, che di quel torneo sarà grande protagonista, riceve palla in profondità e come spesso gli accade salta l'uomo e va sul fondo, mettendo un cross teso e leggermente arretrato sul secondo palo.
Pelé, come suo solito in questi casi, ha seguito l'azione ed è già in aria per colpire di testa. Ci arriva con un terzo tempo perfetto, beffando il suo marcatore, e schiaccia il pallone con forza a mezza altezza sul palo dove il portiere non può arrivare.
Almeno così pensa 'O Rei'. Gordon Banks, il portiere dell'Inghilterra, copriva infatti il primo palo quando è partito il cross. Ma con un tempo di reazione incredibile, e un riflesso felino, Bansky, come affettuosamente lo chiamavano i compagni, ora si trova già lì sulla palla, in tempo per respingerla in qualche modo col pugno oltre la traversa, mentre sta rimbalzando nei pressi della riga di porta.
A Pelé l'urlo 'goal'! resta strozzato in gola. Il numero 10 quasi non crede ai suoi occhi.
"Pensavo fosse goal - dice a caldo al portiere avversario il grande campione -, ti odio".
"L'abbiamo pensato entrambi", è la risposta spiazzante di Bansky.
"Quando ho visto il cross di Jairzinho sono arretrato a protezione della porta - racconterà il numero 1 dei Tre Leoni -. A metà della sua corsa, ho giudicato la parabola troppo alta perché qualcuno potesse arrivarci. Poi però ho visto Pelé. Mi è sembrato salisse in cielo senza voler scendere più, fino a quando non ha colpito la palla piena, con la fronte, con grande forza, schiacciandola verso il palo alla mia destra, che mi pareva lontanissimo".
"Mi tuffai verso la palla - proseguirà nel suo racconto - e poi rimasi a terra seduto accanto al palo con la testa bassa. Nelle foto sembro uno sconfitto, e una foto è per sempre. Ero esausto e se devo dirla tutta non sapevo neppure dove fosse finita, la palla. Non mi ero accorto di aver evitato il goal".
"Avevo sentito Pelé gridare: 'Goal!'. E poi il boato della folla. Non capii nulla fino ai complimenti dei compagni. Fu allora che mi voltai e vidi il pallone sui cartelloni pubblicitari, non in fondo alla rete. Il boato era per me. Cooper mi passò un mano tra i capelli. Mentre Bobby Moore mi fece ridere: 'Stai diventando vecchio Banksy - mi disse -, un tempo l’avresti bloccata' ".
"Non potevo crederci - ammetterà in seguito 'O Rei' -. In quel momento ho odiato Banks più di ogni altro calciatore al mondo. Ma quando è passata l’ira, ho dovuto applaudirlo con tutto il cuore. Era la più grande parata che io avessi mai visto".
Quella prodezza consegna Banks all'eternità calcistica, e nonostante il Brasile si imporrà alla fine 1-0 con rete di Jairzinho, nessuno si dimenticherà mai da quanto fatto dal portiere dello Stoke City a Guadalajara.
Getty ImagesLA GLORIA CON LO STOKE CITY E IL GRAVE INCIDENTE
Dalla primavera del 1967 al 1972 Banks indossa la maglia dello Stoke City, che soddisfate le richieste economiche del Leicester City, gli dà la maglia da titolare al posto di John Farmer e gli costruisce attorno una squadra di veterani con cui il classe 1937 va molto d'accordo.
I Potters, chiuso al 12° posto il 1966/67, ballano nella parte bassa della classifica della First Division per due stagioni, piazzandosi al 18° e al 19° posto. Banks si trasferisce a vivere a Madeley, nello Staffordshire, e fa il suo esordio con la nuova squadra nella parte finale del campionato 1966/67 in una vittoria per 3-1 proprio con il Leicester, il suo precedente club.
Nell'estate del 1967 il club è invitato negli Stati Uniti per giocare un inedito campionato Nordamericano organizzato dalla United Soccer Association, con il nome di Cleveland Stokers. Ma lo Stoke non va oltre il 2° posto nella Eastern Conference, alle spalle dell'Aberdeen, che partecipa con il nome di Washington Whips.
Il portiere di Sheffield, nonostante l'età che avanza, resta un affidabile numero uno e anche grazie alle sue parate la squadra nel 1969/70 balza al 9° posto della First Division. Il 1° marzo 1969, tuttavia, resta a terra privo di sensi dopo uno scontro con Malcolm Moore del Sunderland. Lascia il campo in barella e il suo sostituto David Herd subisce 4 reti nella sconfitta per 4-1 contro i Black Cats.
Con la maglia dello Stoke City compie diverse parate leggendarie, contribuendo ad alimentare la sua fama. Se in campionato le posizioni di vertice per i Potters restano un miraggio (13° posto nel 1970/71 e 17° l'anno seguente), i biancorossi, con Banks sugli scudi, iniziano a puntare ad un successo in Coppa negli anni Settanta.
Nel 1970/71 sono eliminati dall'Arsenal in semifinale di FA Cup, l'anno dopo, con un cammino lungo ben 11 gare e 4 replay, di cui 2 nella combattuta semifinale con il West Ham, lo Stoke City approda nella finale di League Cup.
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Contro gli Hammers Banks è ancora una volta decisivo nella seconda gara: prima provoca un rigore per fallo su Redknapp, poi neutralizza il tiro dagli undici metri di Hurst, mantenendo il punteggio sullo 0-0 anche al termine dei supplementari. La terza gara sorride poi ai Potters, che vincono 3-2 e si guadagnano l'ultimo atto del torneo a Wembley.
L'avversario è il Chelsea, ma lo Stoke City si impone 2-1 e regala a Banks quella che sarà l'ultima gioia della sua carriera inglese assieme al titolo di 'Calciatore dell'anno' che gli viene assegnato a fine stagione. Il 25 ottobre del 1972, infatti, mentre rientra da una seduta di fisioterapia per un infortunio alla spalla, il portiere dello Stoke esce di strada con la sua auto, finendo in cunetta.
Trasportato in ospedale, si salva ma il suo occhio destro resta gravemente danneggiato. Nell'intervento cui è sottoposto gli vengono applicati 200 punti di sutura al viso e oltre 100 micropunti all'interno dell'orbita dell'occhio destro. La sua carriera inglese, nonostante tanti consulti medici, è di fatto concluso con quel drammatico episodio della sua vita.
DivulgaçãoL'AVVENTURA NELLA NASL E IL RITIRO
Mentre Shilton prende il suo posto nella Nazionale inglese e nello Stoke City, Banks però è uno molto determinato, e non abbandona l'idea di un ritorno in scena, magari in un torneo e in un Paese diverso. L'opportunità gli viene data dai Cosmos, la squadra dove gioca Pelé, di cui è diventato grande amico, e in cui approda nel 1976.
Banks ha modo di riprendere ad allenarsi, anche se la perdita della visione binoculare è un ostacolo non da poco. Nel campionato NASL 1976, di fatto, non gioca mai.
La consapevolezza di poter ancora scendere in campo la trova così con gli irlandesi del St. Patrick's, con cui disputa un'unica gara nella stagione 1976/77. In estate torna negli Stati Uniti per firmare con i Fort Lauderdale Strikers.
Pur in un campionato di livello inferiore a quello inglese, Banks dimostra di poter essere ancora competitivo con appena 29 goal subiti in 26 partite che gli valgono il riconoscimento di 'Miglior portiere della NASL'. L'anno seguente disputa le ultime 11 gare della sua carriera, e a 40 anni appende definitivamente i guanti al chiodo.
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LA VITA POST CALCIO E LA MORTE NEL 2019
Inizialmente Gordon tenta di ritagliarsi un ruolo da allenatore in patria, ma senza successo. Guida senza fortuna il Port Vale nel 1978 e poi nel 1979/80 il Telford United. Decide così di abbandonare il mondo del calcio.
Si ritira così a vita privata con la moglie Ursula, che aveva conosciuto nel 1955, e i tre figli, Julia, Robert e Wendy. Diventa anche nonno, e un suo nipote è il batterista della band britannica Pulp.
A cavallo del nuovo millennio è colpito da problemi economici e, nonostante l'aiuto del Leicester City, deve vendere all'asta nel 2001 la medaglia di campione del mondo e la maglia indossata nell’ultima gara in nazionale per incassare 151 mila sterline.
Nel 2015 gli viene diagnostico un tumore ai reni. Banks trascorre i suoi ultimi anni con accanto la famiglia e i suoi ex compagni di squadra dello Stoke, che non lo hanno mai abbandonato. Il suo sorriso si spegne definitivamente il 12 febbraio del 2019.
La morte del grande portiere porta alla proclamazione del lutto nazionale in Inghilterra.
"È stato un mio eroe", twitta Gary Lineker.
In tanti onorano la memoria del miglior portiere inglese di sempre, non solo in terra inglese.
"Era il mio idolo da giovane - dichiara ad esempio Dino Zoff a 'Radio Rai' -. Per me è stato tra i più grandi portieri in assoluto, tra i pali ne ho visti pochi come lui".
Ma il pensiero più bello resta quello di Pelé, il campione contro cui aveva fatto 'la parata del secolo'.
"Oggi ho una grande tristezza nel cuore. Per molte persone, il ricordo di Gordon Banks è definito dalla parata che ha fatto contro di me nel 1970. Capisco perché. È stata una delle migliori che io abbia mai visto, nella vita reale e in tutte le migliaia di partite che ho visto da allora ad oggi".