
Fra gli attaccanti croati dell'ultimo decennio del secolo scorso, un ruolo di primo piano lo merita sicuramente Goran Vlaovic . Cresciuto in patria con la Dinamo Zagabria, si è affermato in Italia con la maglia del Padova, con cui ha conquistato anche un'importante salvezza.
Poi il periodo buio a causa di una brutta malattia, l'intervento chirurgico alla testa e il pieno recupero. I biancoscudati retrocedono e c'è il no al Parma e l'approdo nella Liga con il Valencia. Vince una Copa del Rey e una Supercoppa di Spagna, ma i successi più belli arrivano con la Croazia, con cui si piazza al 3° posto ai Mondiali di Francia '98. Passato nel 2000 al Panathinaikos, vince anche in Grecia, prima di ritirarsi nel 2004.
DAL SEMINARIO ALLA DINAMO ZAGABRIA
Quella di Vlaovic, nato jugoslavo il 7 agosto 1972 a Nova Gradiska, e cresciuto croato dopo la proclamazione dell'indipendenza il 25 giugno 1991, è una storia ricca di colpi di scena, che dopo aver attraversato anche periodi bui e dolorosi, si conclude con il sospirato lieto fine.
Il piccolo Goran si appassiona al calcio fin dalla tenera età nell'ex Jugoslavia, ma all'età di 10 anni il suo futuro sembra prendere un'altra strada. I genitori lo mandano infatti in seminario per seguire le orme di uno zio sacerdote. La fede in Dio gli resterà sempre anche nei momenti più difficili, ma presto il ragazzo mette da parte la strada del sacerdozio per provare a diventare un calciatore professionista.
Così rimette gli scarpini ed entra nelle giovanili dell'NK Osijek. A 12 anni perde la madre e a 13 si frattura una gamba ma non si opera, rientrando quando si è saldata naturalmente. Debutta in Prima squadra sempre con l'NK Osijek in Prva Liga, il massimo campionato jugoslavo, nel 1989 e in due stagioni totalizza 11 reti in 24 presenze.
Visti i venti di guerra in Jugoslavia, nel 1991, dopo la proclamazione dell'indipendenza della Repubblica croata, deve fermarsi per un anno per svolgere il servizio militare. La carriera di Goran riparte dunque nel neonato Campionato croato nella primavera del 1992. A puntare su di lui è la Dinamo Zagabria, che ai tempi si chiamava Croazia Zagabria.
L'attaccante si distingue per la sua agilità, la coordinazione al tiro e il fiuto per il goal, e in due stagioni realizza 61 reti in 81 gare, che gli consentono di aggiudicarsi due titoli di capocannoniere . Perde un cugino e uno zio nella Guerra d'indipendenza che si combatte fino al 1995. Nel 1992/93 segna 23 goal, è votato come miglior giocatore del torneo e la sua squadra si laurea campione Nazionale, nel 1993/94, invece, ne firma addirittura 29.
GettyLA SALVEZZA CON IL PADOVA
Nell'estate 1994, le grandi prestazioni attirano su Vlaovic l'interesse dei grandi club europei. Il centravanti croato sembra destinato a indossare la maglia dell'Ajax, invece all'ultimo si inserisce il Padova, neopromosso in Serie A dopo 32 anni, e riesce a spuntarla. A condurre la trattativa sono il presidente Sergio Giordani e il Direttore sportivo Piero Aggradi , letteralmente folgorati dalle sue qualità. I due sono così convincenti da riuscire a convincere la punta a firmare per il club biancoscudato.
Nel Padova di Mauro Sandreani, che per la difesa acquista il centrale americano Alexi Lalas, Vlaovic fa reparto con l'esperto Giuseppe Galderisi e con il giovane Pippo Maniero. Nonostante il croato riesca subito a prendersi una maglia da titolare, l'inizio dell'avventura italiana è da incubo e lui sembra un pesce fuor d'acqua.
I biancorossi perdono infatti 4 gare di fila, ma lentamente risalgono la china a partire dal pareggio al San Paolo contro il Napoli per 3-3. Il primo successo si registra la domenica successiva in casa contro il Milan, e i biancoscudati riprendono a lottare per la salvezza. L'unica nota stonata, per Vlaovic, è l'assenza del goal personale, fatto piuttosto anomalo viste le medie realizzative del giocatore nei due anni precedenti.
Il lungo digiuno si interrompe l'11 dicembre 1994. Nel nuovo Stadio Euganeo si gioca per la 13ª giornata di Serie A Padova-Cagliari. Il croato è il migliore in campo con le sue accelerazioni, e all'89' è premiato. Il croato si guadagna un calcio di punizione, e con una parabola precisa e angolata batte Fiori per il 2-1 finale dei biancoscudati.
Il 19 febbraio firma una doppietta contro il Torino, decisiva per il successo dei suoi per 4-2, seguita dal goal in trasferta al San Nicola che vale il successo esterno sul Bari e porta la squadra per la prima volta fuori dalla zona retrocessione. Quando i biancorossi superano pure la Juventus nella 28ª giornata, e si sbarazzano della Reggiana per 3-0 alla terzultima, con Vlaovic che segna lo spettacolare secondo goal in acrobazia, i giochi in coda alla classifica sembrano decisi.
Invece il Genoa rimonta all'ultima giornata (Padova k.o. 2-1 con l'Inter) e tutto deve decidersi nello spareggio del 10 giugno 1995 al Franchi di Firenze. Vlaovic buca Spagnulo su assist di Kreek, ma il solito Skuhravy porta la sfida ai supplementari e ai rigori. Vlaovic fa il suo segnando il 4° tiro per i veneti, si va però a oltranza. Galante sbaglia, Kreek è freddo, e alla fine esplode la festa della squadra di Sandreani per una salvezza sudatissima.
Per Vlaovic i 5 goal (+1) in 27 presenze valgono la conferma per la nuova stagione. La società, viste le partenze di Galderisi e Maniero, acquista Nicola Amoruso e Massimo Ciocci, che devono alternarsi accanto al centravanti croato. Vlaovic e Amoruso partono come coppia titolare e vanno subito a segno entrambi nel match di Coppa Italia contro il Monza. Prima dell'inizio del campionato, però, l'ex Dinamo Zagabria si sveglia il 23 agosto con un forte mal di testa .
L'OPERAZIONE ALLA TESTA E IL RITORNO
Il dolore non passa e il giocatore si preoccupa, tanto da allertare i medici del club. Secondo questi ultimi però non si tratta di nulla di grave. L'attaccante salta il primo impegno di Serie A con il Milan e lunedì 28 agosto arriva il drammatico responso degli esami: " ipertensione endocranica benigna " .
"Nelle meningi del cervello di Vlaovic è stato riscontrato un aumento eccessivo del liquor , - spiega il medico del Padova, dott. Munari - il liquido che scorre al loro interno. Questa disfunzione provoca cefalee dolorosissime".
La patologia accusata dal calciatore è piuttosto rara e necessità di un immediato intervento chirurgico. A lungo andare, infatti, può condurre a ictus o a danni cerebrali permanenti. Vlaovic vola così a Gand, in Belgio, dove si affida al professor Caemaert. Quest'ultimo lo rassicura: " tornerai a giocare senza problemi " e lo opera la mattina del 15 settembre 1995 . Con un endoscopio attraverso un piccolo foro nella zona frontale della testa, il chirurgo riesce a ripristinare una circolazione uniforme.
Il Padova e la Serie A restano con il fiato sospeso per alcune ore, ma tutto fortunatamente va per il verso giusto e Vlaovic può iniziare presto il percorso di recupero. Dopo 40 giorni il croato può riprendere ad allenarsi. Il peggio è alle spalle.
" Se ho avuto paura di morire? Sì. Il primo giorno , - ammette - quando mi hanno fermato dopo che avevo sentito un dolore fortissimo alla testa, che mi aveva fatto svegliare di soprassalto nel cuore della notte e mi aveva provocato una forte nausea. Credevo che non mi avessero raccontato tutta la verità. Oggi sono molto contento, è uno dei giorni più belli della mia vita. La mia testa è a posto".
Il ritorno in campo di Vlaovic avviene il 3 dicembre 1995 , dopo 3 mesi e mezzo dalla delicata operazione, nella sconfitta casalinga per 0-1 con la Fiorentina. La domenica successiva all'Euganeo arriva l'Inter di Roy Hodgson e il centravanti croato si scatena, siglando una doppietta e regalando 3 punti preziosi ai veneti.
"Abbiamo vinto con il cuore, - dichiara - dedico il 1° goal al professor Caemaert, il 2° alla mia famiglia".
Da lì in avanti Vlaovic segna con regolarità fino a fine campionato, ma le sue 13 reti in 23 presenze non saranno sufficienti a salvare il Padova, che chiude all'ultimo posto e retrocede in Serie B. Il croato è la vera rivelazione del torneo: fa 2 goal all'Atalanta, uno all'Udinese, 2 al Napoli, uno al Vicenza, uno alla Sampdoria, 2 alla Fiorentina, uno alla Roma e uno al Cagliari, ritagliandosi il ruolo di uomo mercato in estate .
IL NO AL NAPOLI E LE AVVENTURE AL VALENCIA E AL PANATHINAIKOS
Il Padova è consapevole di non poter tenere Vlaovic in Serie B e decide di cederlo. Il giocatore sembra destinato a indossare la maglia del Napoli, con cui firma un pre-accordo, ma prende contatti anche con Espanyol e Valencia. Alla fine opta per i Pipistrelli, che gli offrono un ingaggio migliore, e manda su tutte le furie il presidente partenopeo Corrado Ferlaino, che ricorre alla FIFA, chiedendo la squalifica dell'attaccante.
Il ricorso viene respinto e l'ex giocatore del Padova può cominciare la sua avventura nella Liga spagnola. In 4 stagioni segna 17 goal in 71 partite e vince una Copa del Rey e una Supercoppa di Spagna nel 1998/99 , oltre ad una Coppa Intertoto nel 1998 . Nella stagione 1999/00 il Valencia chiude il campionato al 3° posto e arriva in finale di Champions League. Vlaovic, però, assiste al k.o. contro il Real Madrid dalla tribuna.
Sempre nel 2000 lascia la Spagna per passare ai greci del Panathinaikos, con cui spende le sue ultime 4 stagioni, aggiungendo al proprio palmares un Campionato greco e una Coppa di Grecia nel 2003/04 . Dopo 29 reti in 64 presenze decide infine di ritirarsi ancora trentaduenne nel 2004 . Oggi fa l'opinionista per la tv croata.
Getty ImagesLA NAZIONALE E Il 3° POSTO A FRANCIA 1998
La carriera di Vlaovic è ricca di soddisfazioni anche con la maglia della Croazia , con cui debutta in amichevole con l'Australia nel luglio del 1992, quando ha ancora 19 anni. L'attaccante prende parte alle spedizioni di Inghilterra '96 e di Francia '98. Agli Europei decide con un suo goal la sfida del proprio girone contro la Turchia, ma è ai Mondiali che è grande protagonista come tutta la squadra.
Nei quarti di finale contro la Germania, è suo infatti il goal del 2-0 che spegne le velleità di rimonta dei tedeschi prima del definitivo 3-0 di Suker che porta i croati in semifinale. La gara con la Francia è molto tirata e premia i transalpini, ma la squadra di Blazevic strappa comunque il 3° posto finale (risultato poi migliorato con la finale dell'edizione 2018) superando nella finalina l'Olanda. Vlaovic continua a giocare in Nazionale fino al 2002, indossando anche la fascia da capitano nell'ultimo match contro il Galles. Lascia dopo 15 goal in 52 presenze.
Nel suo cuore le gare in Nazionale occuperanno sempre un posto speciale come gli anni di Padova.
" Non posso dimenticarli , - ha detto di recente al sito ufficiale del club biancorosso - Ho avuto qualche mese difficile però grazie a Dio, dopo il periodo brutto, è arrivato il sole per me e ho trovato il sostegno di tanta gente. Lo spareggio con il Genoa è uno dei ricordi più belli che ho della mia carriera assieme ai successi con la Nazionale . Ho avuto la fortuna di fare un goal, e ricordo la grande festa con tutti i padovani dopo aver sofferto tutto l'anno".
