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Michele Paolucci Getty

Da golden boy della Juventus a 'meteora': la parabola di Paolucci

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Ancora oggi, chi ha visto giocare Michele Paolucci nelle giovanili della Juventus, non si spiega come sia potuto accadere. Cosa? Che l'attaccante di Recanati, classe 1986, non sia riuscito a fare Carriera. C, volutamente, maiuscola.

Eppure i numeri restano, eccome: 184 goal tra le fila delle giovanili bianconere, record difficilmente superabile nel futuro. Perché, senza tanti giri di parole, il bomber marchigiano s'è divertito a giganteggiare, sognando in grande e da grande.

E le moderate soddisfazioni sotto la Mole, comunque, non sono mancate: la vittoria del campionato Berretti nel 2003-2004, il successo tricolore con la Primavera nella stagione 2005-2006, la sconfitta in finale nel Torneo di Viareggio nel 2006.

Un percorso netto, all'insegna dell'apprendistato, culminato nelle classiche tappe gavetta alla ricerca della consacrazione graduale. Partendo da Ascoli, piazza in cui Paolucci esordisce in Serie A il 10 settembre 2006 nella sconfitta esterna contro l'Atalanta per 3-1. Al termine di quell'annata, Michele collezionerà 6 reti in 32 presenze.

Michele Paolucci Siena

Dopodiché, semaforo verde a un lungo girovagare per il Belpaese: Udinese, Atalanta, Catania, Siena e il ritorno alla Juve, nella sessione di riparazione del 2010.

Ancora proprietaria del suo cartellino, falcidiata dagli infortuni, Madama decide di riportare - questa volta tra i grandi - Paolucci nel capoluogo piemontese, concedendogli una maglia da titolare due giorni dopo il suo ritorno in trasferta contro il Chievo Verona. A fare coppia, con lui, un certo Alex Del Piero. Un sogno che si avvera. Parzialmente.

Il capitolo bis non propone gioie personali in 4 gettoni, motivo per cui i dirigenti bianconeri optano per intraprendere nuovamente la strada della separazione: Siena, Palermo, Vicenza. Poi, la fine: nel giugno del 2011 il Siena riscatta l'altra metà del cartellino di Paolucci dalla Juve, mettendo così la parola fine a una storia d'amore che, secondo le premesse, sarebbe dovuta sfociare in un tutt'altro epilogo.

C'è anche tempo per un'esperienza in Romania, tra le fila del Petrolul Ploiest. Ma l'Italia manca e allora ecco le avventure con Catania, Ancona e Monopoli. Per poi andare nuovamente all'estero, a Malta, a difendere i colori del Floriana.

Finita qua? Neanche per scherzo: Tarxien Rainbows, sempre a Malta. Poi, a luglio del 2020, la firma con i canadesi del Valour. E a quel punto, forse, va bene così. Nel bagaglio: 17 reti in Serie A.

Ecco quindi un'avventura nuova di zecca, sempre in Canada, tra le fila dell'FC Manitoba, società appartenente alla USL League Two. Dove è entrato anche a far parte della dirigenza. L'ultima esperienza in capo al mondo prima di tornare a casa per vestire la maglia della Civitanovese in Promozione. L'ultimo step della carriera di una delle eterne promesse bianconere.

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