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Furino Vignola JuventusGetty Images

Furino a Goal: "Lo scudetto è insito nel DNA della Juventus"

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Si scrive Beppe Furino, si legge leggenda della Juventus: 361 presenze e 8 scudetti. Anima del centrocampo bianconero per 15 anni, il capitano, il martello in mezzo al campo che dava sostanza e fisicità alla squadra. Per lui anche altri fregi prestigiosi in bacheca: 2 Coppe Italia, 1 Coppa Uefa e 1 Coppa delle Coppe.

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Cosa significa vincere otto scudetti in casa Juve?

“E’ la conferma della forza della Juventus, della società, il raggiungimento di un obiettivo sempre in cima ai pensieri della squadra ad inizio anno. Ne ho vinti otto e ognuno ci ha fornito soddisfazioni enormi, la consapevolezza che il duro lavoro perpetrato ogni anno alla fine paga. I sacrifici vengono ricompensati, ognuno diverso ma con un grande gusto nel portarlo a casa e festeggiarlo. Lo scudetto è insito nel DNA della Signora”.

Otto scudetti per lei, otto scudetti per questa Juventus. Differenze?

“Ai miei tempi c’erano sempre 4 o 5 avversari di grande forza da battere che partivano per ottenere il titolo, ed erano battaglie acerrime e di livello. Diciamo che il campionato a 16 squadre rendeva più competitivo il torneo e la vittoria valeva solo due punti. Oggi invece, con la serie A a 20 squadre, c’è una frammentazione degli avversari maggiore e con meno competitor di alta classifica che si contendono l’obiettivo finale”.

GIUSEPPE FURINO

A quale dei suoi 8 scudetti è più affezionato?

“Beh, il primo non si scorda mai: quello del 1971-72 mi è rimasto nel cuore perché è stato il mio debutto nel club dei vincitori, una sorta di primo amore che rimane sempre con te. Poi quello del 1976-77, il famoso 51 punti a 50 vinto contro il Torino, un trionfo esaltante, conquistato attimo dopo attimo, giornata dopo giornata. Se vogliamo anche una grande rivincita, visto che l’anno prima perdemmo il tricolore con 5 lunghezze di vantaggio sui granata. Quindi fu assai bello portare a casa quello scudetto, considerando anche l’annata magica che ci portò ad alzare anche la Coppa Uefa a Bilbao, la prima coppa internazionale della Juve. Insomma, un’annata semplicemente da incorniciare”.

E l'attualità non mente...

“La società non ha alcuna intenzione di non proseguire a vincere. Otto scudetti di seguito sono una cosa che mai si era vista in Italia, e conferma la bontà eccezionale del lavoro che sta facendo tutta la Juventus”.

Chi l'ha impressionata maggiormente in questa stagione tra le fila bianconere?

“Emre Can è stato la grande sorpresa per il sottoscritto: possiede forza, potenza, piedi, visione di gioco e può essere impiegato in ogni zona della mediana e non solo. Un vero jolly. Si è adattato subito al campionato italiano ed è un centrocampista moderno con qualità eccelse. Un vero interprete da Juventus”.

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