GOALDestro naturale, come Paolo Maldini si affermò giovanissimo come terzino di spinta sulla corsia mancina. Francesco Coco aveva qualità tecniche, atletiche e fisiche, che gli consentirono di affermarsi come uno dei migliori esterni sinistri della Serie A a cavallo fra gli ultimi anni '90 del secolo scorso e i primi anni 2000, guadagnandosi l'accostamento con lo storico capitano rossonero.
Raggiunti in breve tempo i successi con il Milan e la maglia della Nazionale azzurra però, la bellezza fisica, il gossip con i flirt con attrici e donne famose, l'amore per la vita mondana che mal si coniuga con la quotidianità di un'atleta, e gli scandali presunti e reali, segneranno inevitabilmente anche la sua carriera da calciatore. Unitamente agli infortuni, lo condurranno ad un ritiro precoce dal calcio giocato all'età di 30 anni.
GLI ESORDI E I PRESTITI A VICENZA E TORINO
Nato in Sicilia a Paternò l'8 gennaio 1977, Francesco Coco cresce a Legnano, in Lombardia, ed entra giovanissimo nella Primavera del Milan. Schierato abitualmente da esterno sinistro, in grado di disimpegnarsi in un 4-4-2 ma anche nel 3-5-2 e nel 3-4-3, brucia le tappe per la qualità e la duttilità tattica con cui interpreta il ruolo. Così nella stagione 1995/96 viene aggregato abitualmente alla Prima squadra rossonera e debutta in Serie Aa 18 anni il 27 agosto 1995 in Padova-Milan 1-2 accanto a Baresi e Costacurta. Quell'anno vince da debuttante il suo 1° Scudetto e ha modo di esordire anche in Champions League.
Anche Fabio Capello, che l'ha accolto con qualche perplessità, deve ricredersi.
"Se diventi un calciatore professionista - gli dice - mi taglio i capelli".
Al che Coco replica senza batter ciglio.
"Mister, prepari le forbici".
Sembra a tutti gli effetti l'inizio di una carriera da predestinato. Il Milan è tuttavia alla fine di un ciclo di grandi vittorie, seguono alcune stagioni negative sotto il profilo dei risultati per la squadra e la società, per non bruciare il ragazzo e fargli fare esperienza, nel 1997/98 decide di mandarlo in prestito al Vicenza di Francesco Guidolin. I biancorossi partecipano alla Coppa delle Coppe dopo aver vinto la Coppa Italia, sembrano esserci tutte le premesse perché il giovane esterno sinistro faccia bene.
La stagione di Coco è invece in chiaroscuro: gioca in tutto 27 gare, ma in Europa, quando la situazione si fa delicata, il suo allenatore gli preferisce colleghi più esperti. Nel 1998/99 il giocatore torna dunque al Milan ma dopo 6 presenze in campionato subentrando dalla panchina subisce il primo infortunio grave della sua carriera facendosi male al ginocchio destro l'8 novembre 1998 nel Derby contro l'Inter.
Il terzino si lesiona il legamento crociato anteriore del ginocchio destro e deve star fuori 6 mesi. Vince comunque il suo 2°e, allora non poteva saperlo, ultimo Scudetto. La stagione seguente, il 1999/00, è così mandato ancora in prestito al Torino per giocare con regolarità e ritrovare la miglior condizione. Con Emiliano Mondonico non manca qualche incomprensione, Coco disputa in tutto 22 gare ma la formazione granata retrocede in Serie B.
IL RITORNO AL MILAN E IL BOOM DEL 'NUOVO MALDINI'
Nel 2000/01 il giocatore siciliano, dopo aver vinto gli Europei Under 21 sotto la guida di Marco Tardelli, fa dunque ritorno in rossonero e sotto Zaccheroni arriva l'esplosione definitiva. Coco, con Maldini spostato nel ruolo di centrale, si dimostra infatti perfetto nel 3-4-3 o 3-4-2-1 adottato dall'allenatore romagnolo. Gioca 44 gare in tutte le competizioni e realizza 4 goal, di cui 2, gli unici della sua carriera, in Serie A. La sua serata magica la vive il 26 settembre del 2000 al Camp Nou, quando lui serve un assist a Bierhoff e va in rete di testa, e il Milan diventa la prima squadra italiana a vincerein casa dei catalani.
"Mi riuscì tutto, - ha ricordato nel 2019 in un'intervista a 'Gianlucadimarzio.com' - ma forse quell’anno giocai anche partite migliori. Mi sentivo uno della famiglia. Ero l’ultimo prodotto delle giovanili dopo Albertini a giocare regolarmente in Prima squadra. Credevo che sarei rimasto a vita in rossonero e mi vedevo già capitano".
Invece, nonostante venga convocato da Giovanni Trapattoni anche nella Nazionale maggiore, le cose per il terzino siciliano vanno molto diversamente.
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ACCUSE, GOSSIP E SCANDALI
Galeotta è l'estate del 2001, che compromette in modo insanabile l'avventura di Coco con il Milan. Due paparazzi scattano delle foto al calciatore e a un gruppo di suoi amici mentre prendono il sole nudi su una barca al largo delle Baleari. L'a.d. del Milan, Adriano Galliani, viene informato, e successivamente, nel celebre processo Vallettopoli del 2008, che vede sul banco degli imputati Fabrizio Corona, dirà di aver pagato 36 milioni di Lire a un'agenzia fotografica per togliere dal mercato quelle foto.
Ne nasce un chiacchiericcio pruriginoso che riguarda Coco e la sua vita privata.
"Stavo prendendo il sole nudo in barca coi miei migliori amici. - racconta - Questo c’era nelle foto: sorrisi e qualche costume in meno. Niente di sessuale. Per me quelle foto potevano anche uscire, non c’era nulla di compromettente. Accettai la decisione del Milan di non consentirne la diffusione, meno quella di pagare di tasca mia per qualche foto rubata".
Nella vita privata, del resto, Francesco non si fa mancare nulla: le sue relazioni con attrici come Manuela Arcuri o soubrette del mondo dello spettacolo come Samantha De Grenet e Francesca Lodo occupano le prime pagine delle riviste patinate e il calciatore è spesso protagonista di feste e party. Negli anni qualcuno metterà in discussione la sua professionalità da atleta, Coco è oggetto di accuse infamanti ma le ha sempre rispedite con forza al mittente.
"Dicevano che mi drogavo anche quando giocavo ma non ho mai toccato cocaina. - ha sottolineato - Non mi è mai interessata. L’educazione che mi ha dato mia madre mi ha sempre tenuto alla larga da certe schifezze.Avrò fatto 1500 prove antidoping, altri prelievi del capello a sorpresa ma niente è mai emerso a riguardo. Bastava una serata fuori, una bella ragazza accanto e automaticamente ero un tossico. Ho accettato ogni cattiveria, ma questo non l'ho mai sopportato".
BARCELLONA E INTER
L'arrivo sulla panchina del Milan di Fatih Terim al posto di Cesare Maldini, subentrato a Zaccheroni nella stagione precedente, porta Coco a prendere una decisione di petto: quella di lasciare il Milan e trasferirsi in prestito al Barcellona.
"Ci scontrammo subito. - rivela a 'Gianlucadimarzio.com' - Era un’antipatia a pelle. Voleva riportare Maldini a sinistra. Avrei fatto solo panchina, nell’anno che portava al Mondiale. Giocai per tutto il precampionato ma a Brescia, alla prima di campionato, andai in panchina, subentrando a Rui Costa nella ripresa. Il giorno dopo andai da Galliani e chiesi la cessione al Barcellona".
I catalani lo avevano del resto già cercato, ma inizialmente il Milan avete risposto picche. In Catalogna Coco, primo italiano a vestire la maglia blaugrana, è protagonista di una stagione positiva. In tutto colleziona 33 presenze in tutte le competizioni, anche se la stampa locale con lui non è mai tenera e a dominare sono i rivali del Real Madrid.
"Puyol è stato un grande compagno. - afferma - Mi aiutò a cercare casa e per un periodo mi sbrigò anche personalmente le pratiche burocratiche".
Già nel mese di gennaio del 2002 iniziano ad arrivare a Coco chiamate dall'altra sponda di Milano: l'Inter lo vuole e lui vede i nerazzurri come una nuova chance per rilanciare la sua carriera. In primavera lo ricerca anche il Milan, passato intanto sotto la guida di Ancelotti, ma Coco chiede le scuse di Galliani, che non arrivano.
GettyIl terzino si trasferisce così con i nerazzurri in uno scambio con Clarence Seedorf, e vive alterne fortune. L'avventura inizia bene sotto la guida di Cuper ma finisce male, costellata da gravi infortuni.
"Tutto cominciò nel novembre del 2003. - racconta - Un dolore fortissimo alla gamba sinistra e in tutta la zona lombare dopo Inter-Ancona. L’inizio della mia fine. Lo staff medico suggerì una piccola operazione per disostruire il nervo. Stimarono i tempi di recupero intorno ai 40 giorni. Rimasi fuori un anno e tre mesi. Qualcosa era andato storto".
"Il neurochirugo che mi operò era un luminare, ma ebbi paura di non riuscire più a camminare. Facevo fisioterapia e quando provavo a scendere con la sinistra, cadevo per terra. Non trovai il conforto di nessuno, fu un periodo terribile. Il Francesco che sognava di fare il calciatore non esisteva più".
Un vero dramma, che lo porterà in pochi anni al ritiro anticipato.
I MONDIALI 2002 E IL RIMPIANTO AZZURRO
Trapattoni lo porta ai Mondiali del 2002, ma l'esperienza si rivela fallimentare per gli Azzurri. Anche per la celebre gara contro la Corea, con la direzione di Byron Moreno nella quale Coco gioca fino alla fine anche dopo essersi ferito alla testa.
"Uscimmo agli ottavi per colpa di un arbitro che ci guardava con occhi da ebete prendendo decisioni folli. - tuona Coco - Ricordo quello sguardo perso nel vuoto e l’odore di aglio dello stadio: irrespirabile. Non fu una partita di calcio, la sensazione in campo era di non potere uscire vincitori in alcun modo dal campo".
L'ultima apparizione in Nazionale arriva per Coco nel settembre 2002 contro l'Azerbaijan, dopo di che il calciatore siciliano non indosserà più in carriera la maglia azzurra. Non mancano i rimpianti.
"Tante volte ci penso al Mondiale del 2006. A quello che sarebbe potuto essere. La vita è fatta di momenti: Grosso giocò sulla mia fascia, ogni tanto la mia mente ci torna…".
GettyLIVORNO E RITIRO
L'esperienza con l'Inter di Coco si chiude di fatto nel 2005, dopo 41 presenze senza goal in tutte le competizioni spalmate in 3 stagioni. Il terzino formalmente resta di proprietà del club milanese, ma non porterà più quella maglia. Accetta la proposta del suo ex compagno di squadra Roberto Donadoni al Livorno. Superati i problemi fisici, riesce a rimettersi in condizione. Ma la sorte era pronta a tendergli l'ennesimo agguato.
"Stavo tornando in forma ma mi ruppi il crociato(del ginocchio sinistro, ndr). Dissi basta".
Torna all'Inter, ormai è usurato, e dopo 6 mesi fuori rosa nel gennaio 2007 i nerazzurri lo mandano in prestito al Torino. Disputa solo 3 gare e rientra ancora alla base. Ma per lui non c'è più spazio. Rescinde il suo contratto con i nerazzurri e prova la strada estera, senza fortuna. Il Saint-Etienne si rifiuta di ingaggiarlo dopo le visite mediche, anche al QPR del suo amico Flavio Briatore non ci sono possibilità. A soli 30 anni, colui che poteva essere il 'Nuovo Maldini', appendeva così definitivamente gli scarpini al chiodo.
Nell'estate 2007 fa da responsabile delle pubbliche relazioni nella nota discoteca Billionaire di Porto Cervo, in Sardegna. Sfumata la possibilità di un ingaggio all'estero, il 19 settembre partecipa alla quinta edizione del reality show 'L'Isola dei famosi', salvo ritirarsi per motivi personali dopo qualche settimana.
"Ho partecipato all’Isola dei Famosi nel 2007 per l’amicizia che mi lega a Simona Ventura. Lo rifarei: è tutto vero là e a me è servito molto. Smentisco invece di essere andato a Hollywood per fare l’attore. Mi viene da ridere: ho sempre rifiutato anche le parti piccole nelle fiction".
Sempre per il legame di amicizia con Simona Ventura, partecipa spesso al programma 'Quelli che il Calcio' come ospite. In seguito diventa opinionista per Fox Sports e lavora a Dubai nell'ambito della ristorazione Made in Italy. Negli ultimi anni ha fatto esperienze nel settore della moda e della comunicazione, oltre a tornare nel ruolo di opinionista per BeIN Sports in Qatar. Recentemente, assieme ad alcuni amici, ha fondato a Napoli un'Academy rivolta ai più giovani.
Nonostante gli abbia dato fama, soldi e donne, il calcio è stato per Coco un susseguirsi di alti e bassi, fra momenti di gloria e periodi difficili, in campo e fuori.
"Nessuno pensa ai sacrifici fatti per arrivare a certi livelli. - sottolinea - Quanta fatica costa realizzare un sogno. Perché quello è stato il calcio per me, anche se poi è diventato un incubo. Stando con i più piccoli rivedo la luce dei miei giorni migliori, i primi con un pallone ai piedi. Lì è tutto bello, poi arriva la parte difficile".
