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'Sliding doors' Fiorentina: i viola vicini a Maradona, Rumenigge e Van Basten

Sarebbe riuscito il Napoli a vincere lo Scudetto nel 1987 e nel 1990 se non avesse avuto tra le sue fila Diego Armando Maradona, ovvero il più forte calciatore di ogni tempo? E il grande Milan di Silvio Berlusconi sarebbe riuscito a vincere tutto ciò che ha vinto se per anni non avesse contato su Marco Van Basten, ovvero uno degli attaccanti più sensazionali che si siano mai visti su un terreno di gioco? Sono queste domande che non avranno mai risposta, quello che è certo però è che ci sono colpi di mercato che vanno ben oltre il cambiare ‘semplicemente’ il volto di una squadra.

La storia del calcio insegna che ci sono state operazioni che hanno modificato il volto stesso della storia del calcio. Operazioni che hanno definito un’era attraverso il trasferimento di quei fenomeni che vengono inseriti nella categoria dei fuoriclasse assoluti.

Per riuscire a portare a termine trattative dal valore epocale sono necessari intuito, coraggio, denaro e quella scaltrezza che consente di anticipare quei club con i quali si condivide lo stesso obiettivo. Di fatto quindi, per ogni grande operazione conclusa, dall’altro lato della medaglia c’è una grande operazione sfumata che lascia dietro di sé una lunga scia fatta di rimpianti.

Chiedere per conferma all’ex presidente della Fiorentina, Ranieri Pontello, che ha svelato di essere andato ad un passo dal portare in riva all’Arno alcuni tra i più grandi giocatori di sempre, ma di aver visto sfumare quelle trattative che avrebbero potuto cambiare per sempre la storia del club gigliato, quando ormai sembravano ad un passo da una felice conclusione.

“Tra i più grandi rimpianti c’è senza dubbio Diego Armando Maradona - ha raccontato ai microfoni di 'Lady Radio' - Andai personalmente a vederlo giocare. Qualche anno più tardi, prima che si trasferisse al Milan, avevamo quasi preso Van Basten, ma il più vicino di tutti a vestire la maglia della Fiorentina fu Rummenigge”.

Maradona, Van Basten e Rummenigge. Come dire il meglio che ha potuto offrire un’intera generazione di calciatori.

Per capire bene in che ambito si tentarono quei colpi clamorosi, bisogna fare un passo indietro negli anni ’80, quando la Serie A rappresentava il massimo a cui un campione potesse ambire.

E’ il 2 maggio del 1980 quando Ranieri Pontello viene eletto presidente del club gigliato. La sua famiglia solo pochi mesi prima ha concluso l’acquisto della Fiorentina e lo ha fatto con grandi ambizioni: riportare i viola tra le grandi del calcio italiano e regalare a Firenze quei trionfi che nessuno avrebbe potuto rimuovere dalla propria memoria.

La storia poi dirà che la famiglia Pontello nel corso del suo ciclo alla guida della Fiorentina non riuscirà a mettere in bacheca alcun trofeo, ma a quei grandi successi sognati riuscirono ad andare realmente ad un passo.

La compagine viola, nella stagione 1981/1982, perse lo Scudetto solo all’ultima giornata a favore della Juventus di Trapattoni (le polemiche che ne seguirono fecero accrescere a Firenze quell’odio per i colori bianconeri che ancora oggi non si è assopito… ma questa è un’altra storia), e successivamente per anni si posizionò nelle zone altissime di classifica, mancando spesso di un nulla quel definitivo salto di qualità che avrebbe voluto dire gloria eterna nel capoluogo toscano.

Per raggiungere risultati così importanti, vennero portati in viola campioni come Bertoni, Passarella, Socrates, Dunga e Roberto Baggio, solo per citarne alcuni, il che vuol dire che era quella una proprietà che realmente poteva puntare a ciò che di meglio il mercato poteva offrire.

E’ il 1982 quando la Fiorentina pensa per la prima volta a Diego Armando Maradona che in realtà la maglia con il giglio sul petto l’ha già vestita un anno prima, al termine di un’amichevole (nella quale segnò una doppietta) che vide protagoniste al Franchi il 29 agosto 1981 la Fiorentina (nel giorno del suo cinquantacinquesimo compleanno) e l’Argentina campione del mondo.

Maradona FiorentinaACF Fiorentina Instagram

Direttore generale del club è Tito Corsi, al quale viene affiancato un altro grande dirigente di lungo corso: Italo Allodi.

Da pochi mesi il numero degli stranieri tesserabili è salito a due e quindi si cerca un campione che possa garantire un ulteriore salto di qualità. Questo campione viene individuato proprio nel Pibe de Oro, che in quel periodo gioca nel Barcellona e che a Firenze arriverà solo anni dopo da avversario.

“Mi sono incontrato con il vice-presidente catalano Joan Gaspart e abbiamo parlato a lungo di questo possibile passaggio di Maradona in viola - ha svelato Tito Corsi a 'Violanews' - perché da regolamento potevamo prendere un altro straniero e Diego poteva essere un’ottima idea. Era una trattativa molto difficile, il costo era molto alto, poi sono subentrate altre valutazioni sempre di carattere economico con il passare del tempo e alla fine non è stato possibile perfezionare quell’operazione”.

Sfumato Maradona la Fiorentina virerà su un’altra leggenda argentina, Daniel Passarella, che comunque, pur essendo un giocatore completamente diverso riuscirà, nei quattro anni trascorsi a Firenze, a meritarsi un posto tra i più grandi viola di sempre.

Un paio di anni dopo e con una squadra già potenzialmente da Scudetto, i dirigenti gigliati pensano ad un altro grande colpo, uno di quelli che avrebbe potuto fare della Fiorentina la possibile favorita per la conquista del titolo: Karl-Heinz Rummenigge.

Rummenigge Inter

L’attaccante tedesco ha già 29 anni, ma è reduce da una stagione da 26 goal in 29 partite con la maglia del Bayern in Bundesliga. E’ uno dei più forti giocatori del mondo, è il leader tecnico e carismatico della Germania Ovest e soprattutto punta a trasferirsi in Italia, dove gli verrebbe garantito un ingaggio di gran lunga superiore a quello percepito in Baviera.

Per lui Firenze rappresenta una piazza più che gradita e per settimane si parla di un’operazione già ampiamente chiusa. Dalla Germania rimbalzano voci di un contratto già firmato e la ‘Bild’ anticipa che il campione si sarebbe trasferito con la sua famiglia in una villa sulle colline di Fiesole e che ad attenderlo ci sarebbero stati anche un maggiordomo, due cameriere ed una macchina di lusso.

La tifoseria viola è già in fibrillazione e non attende altro che abbracciare ‘Kalle’ quando arriva la più inaspettata delle notizie: il campione tedesco sbarcherà sì in Serie A, ma per vestire la maglia dell’Inter.

“I tre anni vissuti in Italia sono stati i più belli della mia vita - ha ricordato Rummenigge nel 2017 in occasione del ‘Memorial Niccolò Galli’ - Ricordo tutte le sfide, come quelle contro la Fiorentina di Antognoni. Fui vicino a diventare un giocatore viola, incontrai anche in due o tre occasioni il conte Pontello, poi sono arrivate offerte più allettanti non solo dal punto di vista economico da Inter e Juventus ed ho deciso di trasferirmi a Milano. Volevo far parte della rinascita di una società”.

Sfumato il bomber tedesco, il club gigliato ripiegherà allora su un altro campionissimo: Socrates.

L’arrivo a Firenze del centrocampista brasiliano manderà in visibilio la piazza, cosa che si tradusse in numeri incredibili al botteghino ma, come è noto, il ‘Dottore’ non si adatterà mai al calcio e allo stile di vita italiano e lascerà il club gigliato dopo un solo anno scandito da pochi ma straordinari guizzi e qualche proverbiale colpo di tacco.

Nel 1986 la Fiorentina proverà a portare a casa un altro attaccante, ma questa volta dal profilo diverso: Marco Van Basten.

La punta olandese ha solo 22 anni ed è meno noto al grande pubblico. E’ cresciuto calcisticamente nell’Ajax e fin da giovanissimo ha fatto intravedere doti non comuni che gli sono tra l’altro valse una Scarpa d’Oro. Il suo nome non può destare clamore come quelli di Maradona e Rummenigge, ma chi ha deciso di anticipare tutti i club che già si sono fiondati sul ragazzo, ha visto lungo. Quel giovane talento di Utrecht è un fenomeno e la storia dirà che riuscirà a guadagnarsi un posto di riguardo nella storia del calcio.

Marco van Basten Ajax Best Ever SeriesGetty Images

Direttore sportivo di quella Fiorentina è Claudio Nassi e il suo è un progetto di squadra ambizioso. In attesa che Roberto Baggio, ragazzo diciottenne per il quale è stata sborsata l’incredibile cifra di 3 miliardi di lire, si riprenda da un brutto infortunio ad un ginocchio, l’idea è quella di affiancare in attacco al velocissimo Ramon Diaz, una punta di maggior peso: appunto il Cigno di Utrecht.

A completare il reparto offensivo sarebbe stato Kieft, compagno in Nazionale di Van Basten che sarebbe arrivato nell’ambito della stessa operazione, mentre il grande obiettivo per il centrocampo è addirittura Falcao, che intanto è arrivato alla naturale scadenza del contratto che lo lega alla Roma.

Di lì a poco il cartellino di Van Basten sarebbe diventato di proprietà della Interpro Ltd., e fu proprio con questa società che venne trovato un accordo.

Falcao e Van Basten, più i vari Antognoni, Berti, Diaz, Oriali, Baggio e Di Chiara che già facevano parte della rosa. Con questi due innesti la Fiorentina avrebbe potuto competere con chiunque ma, anche in questa occasione, qualcosa si incepperà ad un passo dalla fumata bianca.

Claudio Nassi, a casa sua, conserva ancora oggi gelosamente due contratti che tra l’altro ha fatto incorniciare, che testimoniano come Van Basten fosse di fatto già un giocatore della Fiorentina.

“Tra l’A.C. FIORENTINA S.p.A. e la Interpro Ltd, legalmente rappresentate, si conviene e stipula quanto segue:

La Interpro Ltd concede all’A.C. Fiorentina S.p.A. il diritto di opzione per il calciatore Marco Van Basten a titolo definitivo per la somma di L. 7.600.000.000 (settemiliardiseicento milioni) da esercitarsi entro il 25 - 4 - 1986”.

“CONTRATTO ECONOMICO

Con la presente scrittura privata il Sig. MARCO VAN BASTEN si impegna a prestare la propria attività di calciatore professionista in favore dell’A.C. Fiorentina S.p.A. per le sottoindicate stagioni calcistiche:

Stag. 1986/87 compenso globale annuo L. 600.000.000

Stag. 1987/88 compenso globale annuo L. 600.000.000

Stag. 1988/89 compenso globale annuo L. 600.000.000

Eventuali clausole particolari: Casa a spese della Società. Macchina in affitto a spese della Società.

Il calciatore MARCO VAN BASTEN si impegna a sottoscrivere il contratto economico, non appena gli sarà sottoposto dalla Società, sui moduli della Lega Nazionale Professionisti.

Firenze, 30 April 1986”.

Il fuoriclasse olandese sarebbe quindi sbarcato a Firenze a fronte di un esborso da 7,6 miliardi di lire (cifra nella quale era compreso anche il costo del cartellino di Wim Kieft) e ad attenderlo ci sarebbe stato un triennale da 600 milioni di lire a stagione, più una casa e un’auto.

Al momento di far valere l’opzione per l’acquisto, la Fiorentina si tirerà indietro. Il conte Pontello infatti, chiederà a Nassi di succedergli alla presidenza del club e quest’ultimo deciderà di declinare l’offerta e di lasciare la società. Con il suo addio la Fiorentina sceglierà di virare su altri obiettivi, privando per sempre i suoi tifosi di una delle più grandi gioie calcistiche possibili.

Una lunga serie di ‘sliding doors’ che hanno per sempre cambiato le sorti del club gigliato. D’altronde, per ogni grande grande operazione conclusa, dall’altro lato della medaglia c’è una grande operazione sfumata….

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