Federico Bernardeschi si appresta a calcare il manto erboso dell'Artemio Franchi per la prima volta da avversario con la maglia della Juventus. Il menù, secondo tradizione, è servito: fischi e cori non esattamente lusinghieri. Firenze, si sa, non perdona i passaggi dal viola al bianconero. E, sebbene il 23enne esterno carrarino nella sua vecchia esperienza abbia prodigato grande abnegazione, sulle rive dell'Arno non è certamente tempo di sentimentalismi. Parafrasando il pensiero del popolo gigliato, infatti, la storia è chiusa a tripla mandata.
Bernardeschi in viola ha imparato tutto. Dal lato umano, preso nel 2004 dal Ponzano – scuola calcio dell'Empoli – il passaggio da ragazzino a uomo è stato netto. Tanto da ottenere, dopo un proficuo apprendistato al Crotone, il debutto tra i grandi nella Fiorentina il 14 settembre 2014 – a 20 anni – entrando al 57' della sfida interna contro il Genoa pareggiata con il punteggio di 0-0. Da lì, dopo mesi di inevitabile gavetta, l'esplosione culminata nella passata stagione in 42 presenze e 14 goal.
Mentre, complessivamente, il bilancio nel capoluogo toscano recita 93 gettoni e 23 reti. Numeri sicuramente importanti, che hanno spinto la Juventus ad investire sul suo conto 40 milioni più – eventualmente – un 10% su una futura rivendita fino a un massimo di 5 milioni. Cessione avvenuta in un periodo di ricostruzione per la Fiorentina, alle prese con una fase di stanca tra proprietà e piazza, ma che comunque non è stata digerita dalla tifoseria. La quale, facendo leva su una rivalità calcistica datata, non avrebbe mai voluto vedere Bernardeschi con la maglia juventina.
I campioni d'Italia non hanno tergiversato e, impostando un'operazione apparentemente complicata, sono riusciti a primeggiare. Spalleggiati dalla volontà del giocatore. Bernardeschi, senza giri di parole, ha voluto fortemente il trasferimento. L'impatto con il mondo bianconero, da tipica gestione allegriana, è stato ottimale.

Al di là dei numeri – 23 apparizioni e 4 marcature – l'esterno azzurro si è dimostrato immediatamente un giocatore da Vecchia Signora: specialmente in termini di mentalità. Il feeling con Max Allegri è stato istantaneo e, in poco tempo, Federico ha imparato nuovi usi e costumi tattici. Bene la fase offensiva, da perfezionare ancora quella difensiva. Sotto la Mole, si sa, bisogna saper fare tutto.
Parlare di pallino di Fabio Paratici, forse, sarebbe eccessivo. Ma non è un mistero che il diesse bianconero stimi particolarmente il concittadino di Gigi Buffon. In passato, provando a creare una sinergia con il Sassuolo, la Juventus ha tentato di mettere le mani su Bernardeschi prima che esplodesse, non trovando vita facile con la Fiorentina; brava, successivamente, a monetizzare magistralmente.
I tifosi viola avrebbero voluto gustarsi il loro ex idolo per più tempo. Pregustando, magari, l'effetto bandiera alla Giancarlo Antognoni. Ma, purtroppo o per fortuna, quei tempi non esistono più. Domani sera, sebbene Max Allegri deciderà l'assetto titolare all'ultimo, il numero 33 bianconero potrebbe racimolare una maglia da titolare. L'uomo più atteso è proprio lui.




