Sono le 2 del mattino del 12 febbraio 1997. 25 anni fa. Un'auto che viaggia sull'autostrada Milano-Laghi, una BMW 320 cabrio, con a bordo 4 giovani, di rientro dalla serata di martedì grasso, trascorsa al Casinò di Campione d'Italia, quando si trova ormai alle porte di Milano, all'imbocco di una curva all'improvviso sbanda, abbatte il guard rail, invade la corsia opposta e dopo aver zigzagato per alcune centinaia di metri, termina la sua folle corsa schiantandosi contro un pilone di un cavalcavia.
Nel tragico schianto perdono la vita, quasi sul colpo, il conducente dell'auto, l'attaccante esterno dell'Atalanta,Federico Pisani, 22 anni, e la sua fidanzata, Alessandra Midali, di 20 anni. Inutile, purtroppo, la corsa disperata di due ambulanze, accorse sul posto, che provavano a trasportare il giocatore all'Ospedale San Carlo e la ragazza al Niguarda. Sono invece miracolosamente salvi i due passeggeri, entrambi di 26 anni, Dario Moretti e Marilena Mapelli, bergamaschi e amici della coppia, che vengono comunque ricoverati a Rho in osservazione.
Sulle cause dell'incidente i carabinieri di Busto Arsizio fanno diverse ipotesi: la più probabile è l'alta velocità, ma non si esclude un colpo di sonno o un guasto del motore dell'auto. La drammatica notizia della morte di Pisani arriva presto ai familiari e all'Atalanta, lasciando in tutti un grande dolore. Il Centro sportivo Cesare Bortolotti, resta chiuso a tifosi e giornalisti. Laconico il tecnico Emiliano Mondonico, che ha il compito di comunicare tutto ai giocatori.
"Non ci voglio credere", diceso tesissimo, mentre passa davanti ai giornalisti che stanno all'esterno.
Incredulo anche il capitano Daniele Fortunato, l'unico a soffermarsi un po' con la stampa all'esterno della struttura.
"Ieri sera si era cambiato qui, accanto a me - ricorda sgomento - avevamo scherzato".
Sgomento il presidente Ivan Ruggeri.
"È un fatto sconvolgente, - commenta - non è possibile morire a 20 anni così. Altro non voglio dire, anche se mi vien da pensare che se lo avessimo ceduto, anche solo due settimane fa, quando ce l'aveva chiesto più di una squadra, magari non sarebbe successo...".
Quell'urto terribile aveva messo fine di colpo ai sogni di un ragazzo che prometteva di diventare un grande giocatore. Nato a Capannori, nei pressi di Castelnuovo Garfagnana, in provincia di Lucca, il 25 luglio 1974, fin da giovanissimo emerge per il suo talento e la sua rapidità nella corsa e palla al piede.A 12 anni si guadagna un provino con il Torino e la partecipazione a un torneo in Belgio con i granata, dove è anche eletto miglior giocatore della manifestazione. Ma l'ambiente della grande città non fa per lui.
È allora acquistato per 20 milioni di Lire dal Margine Coperta di Montecatini. Poi approda così nelle Giovanili dell'Atalanta. Lui che frequenta il Liceo Scientifico, deve interrompere gli studi"perché il calcio non gli lasciava altri spazi", sottolinea l'allora D.g. Giacomo Randazzo. Diventa parte integrante della cosiddetta 'Banda Prandelli' che nella stagione 1992/93 conquista il 'double', vincendo Scudetto e Torneo di Viareggio. Con 'Chicco', come viene chiamato da tutti, ci sono fra gli altri il fantasista Domenico Morfeo, i difensori Simone Pavan e William Viali, i centrocampisti Alessio Tacchinardi e Mirco Poloni e, davanti, il figlio d'arte Gianluca Savoldi.
Tanti giovani di belle speranze che faranno tutti una discreta carriera. E fra questi, Pisani, era sicuramente uno dei fiori all'occhiello. Il suo talento è sotto l'occhio di tutti, tanto che gli amici del suo paese lo chiamano 'Zola' per la somiglianza tecnica con il giocatore sardo. Il tecnico nerazzurro Bruno Giorgi lo fa debuttare giovanissimo in Serie A il 15 marzo 1992 allo Stadio Sant'Elia contro il Cagliari (0-0 il risultato finale).
A soli 17 anni l'ala toscana è chiamata in causa all'84' minuto, quando subentra al brasiliano Bianchezi, noto in patria anche con il soprannome di Careca III. Con lui in campo ci sono fra gli altri Claudio Paul Caniggia, Eligio Nicolini e un mito della Dea come Stromberg. Quell'anno il tecnico pavese schiera altre 5 volte il giovane prodotto del vivaio nerazzurro. Le presenze sono 6 anche l'anno seguente con Marcello Lippi in panchina, e al Franchi, con la Fiorentina, alla sua 10ª gara nel massimo campionato, Pisani segna il suo primo goal.
L'esterno offensivo di Capannori parte da titolare e al 30' sblocca il risultato, insaccando su calcio d'angolo con uno stacco perfetto all'altezza del secondo palo. La Dea vince poi quella gara imponendosi 2-1.
"Non si era montato la testa,- assicura il D.g. Randazzo - era rimasto un ragazzo un po' timido, genuino. Stile Atalanta".
La stagione seguente Chicco colleziona 4 presenze fino a novembre e poi è mandato in prestito in Serie B al Monza a fare esperienza. Colleziona 21 presenze e 2 goal e l'anno seguente rieccolo a Bergamo, con i nerazzurri retrocessi in Serie B.
Totalizza 20 presenze e un goal, dando il suo contributo per il rapido ritorno in Serie A della squadra, passata sotto la gestione di Emiliano Mondonico. Il 'Mondo' stravede per Pisani, e lo utilizza spesso a gara in corso perché con la sua velocità sa spezzare in due le partite. Nel 1995/96 gli dà spazio e fiducia in Serie A ed è ripagato da 4 goal in 26 presenze.
Con il numero 14 sulle spalle,fa giocate di qualità che esaltano il pubblico dello Stadio Atleti Azzurri d'Italia. Chicco è uno di loro che ce l'ha fatta e nel 1996/97 tutti sono convinti che il ragazzo possa fare il definitivo salto di qualità. Ma dopo 2 sole presenze la sua ascesa è arrestata da un grave infortunio al ginocchio destro, che lo costringe a stare lontano dai campi per diversi mesi.
"Ma nel girone di ritorno - promette ai giornalisti - tornerò ad essere io".
Pisani recupera dall'infortunio ed è pronto a dare nuovamente il suo apporto alla squadra, ma, purtroppo, il campo non lo rivedrà poi e chiuderà la sua breve carriera con 44 presenze e 5 reti in Serie A. A portarselo via all'improvviso, insieme alla sua fidanzata, è quel terribile incidente del 12 febbraio 1997. Il 16 febbraio, di sabato mattina, nel Duomo di Bergamo, sono celebrati i funerali di Chicco e Alessandra. Al rito partecipano quasi 4 mila persone desiderose di dare il loro ultimo saluto ai due giovani.
A celebrare una funzione di straordinaria intesità è don Serafino Minelli, che, in qualità di Direttore dell'Istituto Casa del Giovane che lo aveva visto crescere, lo ricorda in una commovente omelia, tratteggiandone il carattere e la personalità. Fra la folla ci sono i compagni di squadra di Pisani, che hanno voluto portare in spalla le due bare, autorità locali, delegazioni di club di Serie A come Inter e Vicenza, l'avversario di domenica dei nerazzurri, molti calciatori di Serie A ex atalantini, fra cui Vieri, Montero, Tacchinardi, Magoni, Stromberg e Ganz, il presidente degli 'Amici dell'Atalanta', Titta Rota, il ds del Vicenza, Vignoni, il D.g. del Castel di Sangro, Leonardi, e le rappresentanze ufficiali del Margine Coperta e del Monza.
Non è presente Marcello Lippi, che ha voluto dare il suo personale saluto alle famiglie il venerdì sera in forma strettamente privata. In memoria di Chicco Pisani, inoltre, domenica 16 febbraio è osservato un minuto di silenzio su tutti i campi della Serie A per celebrarne la memoria. L'Atalanta, che avrebbe potuto chiedere il rinvio della gara casalinga con il Vicenza, sceglie comunque di giocare. I nerazzurri vincono 3-1 con goal di Foglio e doppietta del bomber Pippo Inzaghi.
Durante tutta la partita, i tifosi dell'Atalanta cantano cori per lo sfortunato ragazzo, andato via troppo presto. E dopo la prima marcatura di Foglio, bravo a sfruttare uno splendido assist di Morfeo, arriva il momento più commovente della partita. Tutti i giocatori nerazzurri si portano infatti sotto la Curva Nord, dove è appesa la maglia numero 14 di Pisani, che abbracciano e baciano più volte, come se Chicco fosse in campo con loro. Scendono, inevitabili, anche le lacrime.
L'arbitro Braschi dovrebbe estrarre da regolamento tanti cartellini, ma compresa l'intensità del momento, chiude un occhio e ordina la ripresa del gioco senza sanzioni disciplinari. A fine gara, naturalmente, anche la vittoria è dedicata a Pisani e ad Alessandra. L'Atalanta decide poi di intitolare allo sfortunato attaccante la Curva Nord dello Stadio Atleti Azzurri d'Italia, oggi Gewiss Stadium, e il campo principale del Centro Sportivo Bortolotti a Zingonia, oltre a ritirare la maglia numero 14 indossata dal calciatore toscano.
Il ricordo di Pisani è rimasto sempre vivo nel cuore dei tifosi atalantini e della società, e anche il 12 febbraio 2022, in cui ricorrono i venticinque anni della sua scomparsa, la Dea e tutto il mondo atalantino ne hanno celebrato la memoria.
"Sono passati venticinque anni, ma sembra ieri.
Il vostro ricordo è indelebile…
Chicco e Ale siete sempre insieme a noi".
Chicco e Alessandra vivranno per sempre nel ricordo del club atalantino e dei tifosi, perché, come ricorda la Dea, citando Sant'Agostino: "Coloro che ci hanno lasciati non sono degli assenti, sono solo degli invisibili: tengono i loro occhi pieni di gloria puntati nei nostri pieni di lacrime".
.jpg?auto=webp&format=pjpg&width=3840&quality=60)



