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Samuel Eto'o MallorcaGettyImages

Eto'o e gli anni al Maiorca: l'esplosione e la vendetta contro il Real Madrid

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Prima di diventare con la maglia del Barcellona l'attaccante desiderato da tutti i club di Europa, anche Samuel Eto'o, nonostante il suo talento indiscutibile, ha dovuto fare la classica 'gavetta'

Dopo gli esordi con la Kadji Sports Academy a Douala, il suo talento precoce è notato dal Real Madrid, che all'età di appena 15 anni, nel 1996, lo porta in Spagna per entrare a far parte della propria Cantera. I tecnici del Real sono convinti che il ragazzo venuto dall'Africa abbia un grande talento e un grande futuro davanti a sé, ma devono scontrarsi con il regolamento, che vieta a un ragazzo extracomunitario di giocare con le squadre minori delle 'Merengues'.

Così l'unico modo che ha per far crescere Eto'o è quello di mandare la giovane punta in prestito per fare esperienza. Per questo, al termine del primo anno, il 1996/97, in cui il camerunense si allena con il Real Madrid B, che retrocede in Segunda División B (corrispondente alla Serie C italiana), viene mandato in prestito al Leganés. I Pepineros militano in Segunda División, la Serie B del sistema calcistico spagnolo, e gli permettono di fare i primi passi da calciatore professionista. 

Eto'o segna 3 goal in 28 presenze, e nel 1998/99 fa ritorno nella capitale. Con la camiseta blanca Guus Hiddink lo fa debuttare nella Liga il 5 dicembre 1998 nel pareggio per 0-0 con l'Espanyol. A gennaio però arriva un nuovo prestito, proprio con i catalani, con cui non scende mai in campo in 6 mesi. 

Il 1999/00 vede dunque Eto'o nuovamente in forza al Real Madrid, guidato prima dal gallese John Toshack, quindi, dopo l'esonero di quest'ultimo, da Vicente Del Bosque. Il camerunense gioca sia in Liga (2 gare), sia in Champions League (3 presenze), sia nel 1° Mondiale per club della FIFA disputatosi a gennaio 2000. 

Proprio a gennaio 2000 arriva però per lui la svolta della sua carriera: il Maiorca, in quel momento considerato l'8ª squadra al Mondo, prende l'attaccante africano in prestito con diritto di riscatto. L'ambientamento di Eto'o nelle Baleari è rapidissimo, e il classe 1981 inizia a segnare a raffica: nei primi 6 mesi realizza 6 goal in 13 presenze. In estate i Barralets lo riscattano, versando circa 5 milioni di euro attuali per rilevarne il cartellino.

Il Real Madrid non aveva creduto fino in fondo in lui, cosa che invece ora facevano i rossoneri. Con l'arrivo in panchina di Luís Aragonés, in particolare, Eto'o diventa ancora diciannovenne la punta di diamante degli isolani in un tridente spettacolare dove gioca accanto ad Alberto Luque e al nigeriano George Finidi. I goal arrivano a grappoli: 13 totali nel 2000/01, di cui 11 nella sola Liga.

Quello più pesante lo segna al Bernabeu contro i Blancos, che vale l'1-1 in trasferta. L'Eto'o che arriva al Maiorca, è opportuno sottolinearlo, non è ancora quell'attaccante freddo davanti alla porta che tutti impareranno a conoscere negli anni successivi, ma un diamante grezzo che fa della velocità e della sua tecnica i punti di forza.

samuel etoo  real madrid 04092017Social Media

Il Maiorca, grazie al 3° posto finale in campionato, ottiene il diritto a partecipare alla Champions League nella stagione successiva, il 2001/02. Il terzo anno in rossonero è però complicato per Eto'o e la squadra, visto che il club cambia 3 allenatori e in campionato gli isolani devono lottare per la salvezza. L'ex attaccante del Real, però, firma comunque 10 goal complessivi, di cui 6 in campionato che contribuiscono alla faticosa salvezza.

Il 2002/03 è l'anno da segnare in rosso nella carriera di Eto'o. L'attaccante camerunense, schierato dal tecnico Gregorio Manzano in tandem con 'El Rifle' Pandiani, esplode definitivamente. Segna 14 goal nella Liga e ben 5 reti in Copa del Rey, competizione dove i Barralets trionfano, superando 3-0 in finale il Recreativo Huelva. Dei 5 goal 2 li realizza nel ritorno dei quarti di finale contro il Real Madrid di Del Bosque, che schiera fra gli altri Zidane e Raúl, demolito 4-0 allo Stadio de Son Moix, e altri 2 nella finalissima, partita in cui Eto'o appone la sua firma nel primo storico trofeo conquistato dai rossoneri.

Eto'o decide di dedicare le sue due prodezze al connazionale Marc-Vivien Foé, morto in campo soltanto 48 ore prima mentre giocava la semifinale della Confederations Cup contro la Colombia a Parigi. I Blancos si prendono la rivincita nell'agosto successivo, aggiudicandosi la Supercoppa di Spagna. All'andata i rossoneri vincono 2-1 a Palma di Maiorca, al Bernabeu però i Blancos si impongono con un secco 3-0. Sulla panchina degli isolani torna Luís Aragonés, il tecnico che accompagnerà la definitiva consacrazione di Samuel Eto'o nel calcio mondiale.

Il 2003/04 del giocatore africano è infatti da incorniciare. Eto'o, sempre più maturo e consapevole dei propri mezzi, segna 22 goal (17 nella Liga) in 42 presenze. Nonostante la squadra si piazzi all'11° posto ben lontana dalle prime posizioni, Samuel ha di che poter essere soddisfatto. Per lui si muovono in estate diversi grandi club europei. Alla fine ad aggiudicarsi il suo cartellino è il Barcellona, che versa un assegno da 27 milioni di euro al Maiorca. 

Il giocatore camerunense si congeda dal club che su di lui aveva scommesso dopo 4 stagioni e mezzo, con 70 reti totali in 165 presenze, di cui 54 segnate nella Liga, che lo hanno reso il miglior marcatore del club isolano nella storia del massimo campionato spagnolo. Non prima di aver nuovamente affondato il Real Madrid, stavolta al Bernabeu, con una doppietta che permette ai rossoneri di imporsi 3-2 sui Galacticos di Queiroz.Quelle stagioni nelle Baleari resteranno per sempre impresse nel cuore del giocatore, che da lì in avanti avrebbe vinto tutto con i catalani prima e con l'Inter poi.

"Il club più importante della mia carriera è stato senza dubbio il Maiorca, - dirà nel 2017 parlando con i tifosi - perchè è la squadra che, credendo in me sin dal primo momento, mi ha dato la possibilità di diventare Samuel Eto'o. Maiorca è casa mia, il Maiorca è la mia squadra del cuore. Luis Aragones è stata la persona che più mi ha aiutato a diventare un calciatore".

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