Eric Tinkler è stato il primo giocatore sudafricano acquistato da un club di Serie A e il secondo a giocare nel massimo campionato italiano dopoMark Fish della Lazio. Massimo Cellino del resto era uno che, da giovane presidente del Cagliari, quando si metteva in testa qualcosa lo faceva con un tempismo in grado di battere anche i grandi club.
Muovendosi con largo anticipo sui tempi, nel marzo del 1996 il patron rossoblù si aggiudica dal Vitoria Setubal il cartellino del centrocampista con il fisico da marines americano, dotato di un tiro potente e di grande grinta, ma, soprattutto, fra i protagonisti del successo dei Bafana Bafana in Coppa d'Africa.
È del resto vedendolo in azione nel torneo giocato in casa che il patron rossoblù se ne innamora calcisticamente e decide di puntare su di lui in vista di una stagione 1996/97 che per il Cagliari si annuncia di grande rinnovamento.
L'apripista della campagna d'Africa celliniana inizierà benino, ma travolto dalla disastrosa annata dei sardi, finirà per deludere le attese ed essere salutato senza rimpianti dopo una sola stagione quando i rossoblù retrocedono in Serie B.
GLI ESORDI E L'EXPLOIT CON I BAFANA BAFANA
Nato il 30 luglio 1970 a Roodepoort, nella provincia sudafricana di Gauteng, Tinkler inizia a giocare a calcio nel 1990 con la squadra sudafricana del Wits University. Centrocampista centrale dal fisico possente (un metro e 86 centimetri di altezza per 84 chilogrammi di peso forma), è più votato alla quantità che alla qualità, ma sa gestire palla e non disdegna le sortite offensive, liberando quando gli si presenta l'occasione, il suo potente destro dalla distanza.
Eric vuole però giocare in Europa e dopo due anni in patria in cui mette insieme 18 presenze, e aver tentato invano per problemi legati al suo passaporto di sbarcare in Inghilterra, approda in Portogallo al Vitória Setúbal. In quattro stagioni con la squadra lusitana colleziona 84 presenze e 2 goal.
Con la fine dell'Apartheid nel 1991, e l'avvento alla presidenza di Nelson Mandela nel maggio 1994, lo sport sudafricano, grazie alle politiche di integrazione razziale, ne trae enorme giovamento.
Nel 1995 gli Springboks vincono a sorpresa i Mondiali di Rugby imponendosi in finalesugli All-Blacks, e pochi mesi dopo si guarda con curiosità anche all'esordio in Coppa d'Africa dei Bafana Bafana. La Nazionale di calcio disputa il primo torneo continentale dopo la lunga squalifica legata al regime di segregazione razziale, durata fino al 1991.
Tinkler era entrato a far parte della rosa dei Bafana Bafana già dalla sfida amichevole dell'8 giugno 1994 contro l'Australia (1-0 per i canguri), diventandone pian piano uno dei pilastri. Assieme al futuro laziale Mark Fish, altra colonna della Nazionale, è un'eccezione alla regola non scritta dello sport post Apartheid che prevede che prevede che i neri giochino a calcio e i bianchi a rugby.
L'anno della consacrazione per Tinkler e compagni è comunque proprio il 1996, quando il Sudafrica, dopo la rinuncia del Kenya, ospita appunta la Coppa d'Africa. I Bafana Bafana sono protagonisti fin dalla gara d'esordio del girone, travolgendo 3-0 il Camerun. Seguono un successo di misura sull'Angola (1-0) e una sconfitta indolore con l'Egitto (0-1).
Qualificati ai quarti di finale, battono di misura l'Algeria per 2-1 e accedono alle semifinali. Qui infliggono una dura batosta al Ghana, imponendosi 3-0 e accedendo alla finale. A Johannesburg, il 3 febbraio 1996, il Sudafrica completa l'impresa con un 2-0 sulla Tunisia che lo laurea campione continentale.
GalloIL PRIMO SUDAFRICANO ACQUISTATO DA UN CLUB DI SERIE A
Tinkler è fra i grandi protagonisti di quella straordinaria cavalcata dei Bafana Bafana, gioca tutte le partite e si esprime ai massimi livelli della sua carriera. Sembra pronto per il grande salto nel campionato più difficile e bello del Mondo: la Serie A.
Così la pensa anche Massimo Cellino, presidente del Cagliari, che in vista della rivoluzione che caratterizzerà la rosa rossoblù in estate, dopo la legge Bosman, consigliato dal Direttore sportivo Lionello Manfredonia, brucia sul tempo la concorrenza e già a marzo, dopo essersi consultato anche con il nuovo tecnico designato dei sardi, l'uruguayano Gregorio Pérez, chiude l'operazione Tinkler a parametro zero con il Vitória Setúbal, favorita dal passaporto portoghese acquisito dal sudafricano.
Pérez aveva visionato diverse videocassette e contattato personalmente il Ct. del Sudafrica Clive Barker, che naturalmente aveva fornito rassicurazioni sulle qualità del centrocampista. Questi sbarca così in Sardegna poco dopo aver compiuto 26 anni, nel pieno della carriera, ed è logico che le attese riposte su di lui dalla società e dai tifosi siano alte.
Tinkler si presenta al grande appuntamento in forma fisica invidiabile, con i caratteristici capelli corti biondo ramati. A vederlo sembra di essere al cospetto di un marine appena sbarcato nell'isola.
"Sogno l'Italia da quando ero un bambino", assicura al suo arrivo in Sardegna.
Già il 14 luglio il suo allenatore si sbilancia e spende parole importanti per il nuovo arrivato:
"Mi ha impressionato - rivela a 'La Gazzetta dello Sport' -. Con Bisoli può formare una coppia insuperabile".
Getty ImagesDopo la presentazione della squadra in grande stile il 20 luglio al Forte Village di Santa Margherita di Pula, con Simona Ventura a fare da madrina d'eccezione, il Cagliari va in ritiro per 40 giorni fra Folgaria e Norcia. Tinkler si allena con scrupolo. Con lui ci sono gli altri acquisti del calciomercato esotico dei rossoblù: gli svizzeri Marco Pascolo e Ramon Vega e il daneseChristian Lønstrup.
Delle sue qualità, il centrocampista sudafricano parla a inizio agosto anche con 'L'Unione Sarda'.
"Ho un destro molto potente - assicura -, spero possa servire anche in Italia".
Il debutto assoluto in gare ufficiali del primo giocatore africano della storia del Cagliari arriva in Coppa Italia ed è datato 28 agosto 1996 al Bentegodi contro il Chievo Verona, che milita in Serie B.
Il Cagliari, seppur a fatica, si impone 3-2. Il sudafricano gioca gli ultimi 16 minuti subentrando al 74' al posto di Bisoli. Il compagno di Nazionale Fish, che scende in campo sabato 7 settembre nell'anticipo Bologna-Lazio, gli toglie il primato di primo sudafricano a giocare in Serie A. Eric diventa il secondo visto che Pérez gli dà fiducia e lo lancia titolare domenica 8 settembre nell'esordio in campionato dei sardi contro l'Atalanta.
Prima di entrambi, sudafricani al 100%, in realtà, c'era stato Eddie Firmani: quest'ultimo però, che giocò in Serie A dal 1955 al 1963 con le maglie di Sampdoria, Inter e Genoa, era nipote di un emigrato italiano in Sudafrica. Acquistato come straniero, da oriundo avrebbe poi militato per 3 partite con la Nazionale italiana.
WikipediaTornando all'avventura cagliaritana di Eric Tinkler al Cagliari, al Sant'Elia il sudafricano, schierato interno accanto a Marco Sanna, disputa una gara molto positiva. I rossoblù superano 2-0 i bergamaschi e per i sardi di Gregorio Pérez sembra l'inizio di una bella stagione.
Anche Nanni Boi, giornalista storico che segue le vicende di casa rossoblù, nel suo pezzo di approfondimento per 'Il Messaggero sardo', tesse le lodi del nuovo acquisto di Cellino.
"Le note più liete giungono dal centrocampo, dove Tinkler sembra un Bisoli più raffinato".
Senza volerlo, la sua definizione del centrocampista sarebbe passata alla storia. Intanto il parco giocatori dei sardi si era arricchito, si fa per dire, di un ulteriore elemento: l'attaccante uruguayano Luis Alberto Romero, richiesto dal tecnico per dare peso al reparto offensivo. Si rivelerà uno dei "bidoni" più clamorosi della storia rossoblù.
Fin dalla seconda partita contro la Juventus per Tinkler e compagni c'è un brusco ritorno sulla terra. Il gioco offensivo che Pérez vorrebbe dare al Cagliari non decolla e si prendono troppi goal. Arrivano 4 sconfitte e un pareggio in 5 gare, e l'esonero di Pérez, con un patron 'mangia allenatori' come Cellino è di fatto inevitabile.
Eric, in realtà, di responsabilità ne ha poche: spedito frettolosamente in panchina dopo il buon esordio, gioca i 7 minuti finali della partita di Torino con la Juventus (2-1 per i bianconeri), 28 minuti al Sant'Elia con l'Udinese (nuovo k.o. per 2-1), un minuto nel pareggio esterno col Verona (2-2) e non viene utilizzato nei match decisivi per la sorte del tecnico con Parma (0-1 per i ducali) e Lazio (2-1 per i biancocelesti con goal valido di Ramon Vega non visto dall'arbitro).
Al suo posto è utilizzato in pianta stabile proprio Pierpaolo Bisoli, uno dei beniamini dei tifosi, visto come elemento di continuità con il passato. Quando arriva Carlo Mazzone, inizialmente Tinkler ritrova spazio: è titolare nelle prime due partite sotto la guida del tecnico romano con Vicenza (sconfitta 2-0) e Perugia (vittoria 2-1).
Poi però qualcosa si spezza e il sudafricano torna ad essere relegato fra i panchinari e disputa prevalentemente spezzoni di partite, con l'unica eccezione, nel resto del girone di andata, dell'1-1 interno con il Milan. Anche quando Bisoli subisce un grave infortunio prima di Natale con la Fiorentina, Mazzone fa altre scelte.
Il 29 gennaio 1997, si disputa a Lisbona una partita amichevole contro il razzismo fra Europa e Africa. Se nella squadra europea, guidata da Rinus Michels e Berti Vogts sono convocati campioni come Rui Costa, Zvonimir Boban, Pavel Nedved, Pierluigi Casiraghi, João Pinto, Andy Möller e il Pallone d'Oro Matthias Sammer, a rappresentare l'Africa ci sono anche i due sudafricani della Serie A, Mark Fish e, appunto, Eric Tinkler.
Poco impiegato dal Cagliari, il centrocampista chiede all'allenatore il permesso di volare in Portogallo per giocare la gara. Ma il Cagliari è terzultimo con soli 15 punti dopo 18 giornate, e Mazzone, che già digerisce a fatica i viaggi di Eric per giocare con i Bafana Bafana, si infuria con il suo giocatore: vorrebbe che la squadra restasse unita per provare a centrare l'obiettivo della salvezza.
Tinkler, in tutta risposta, abbandona l'allenamento e vola a Lisbona. Mazzone lo relega costantemente fra i sostituti, concedendogli di tanto in tanto qualche apparizione dalla panchina, salvo rispolverarlo dalla naftalina nel finale di stagione, quando ritrova la maglia da titolare nel successo per 0-3 di Reggio Emilia con la Reggiana e nel k.o. successivo per 3-0 al Dall'Ara con il Bologna.
"I giocatori italiani che erano in squadra non videro di buon occhio l'arrivo di un giocatore straniero - sosterrà Tinkler in un'intervista del 2006 a 'Tuttomercatoweb' -, e quando poi arrivò Carlo Mazzone le cose andarono ancora peggio. La società non era molto contenta del fatto che io molto spesso partissi per giocare con la mia Nazionale. Questo mi fece pentire di aver scelto Cagliari".
Il successo dell'ultima giornata a San Siro con il Milan permette ai rossoblù di giocarsi la salvezza nello spareggio di Napoli con il Piacenza. Ma al San Paolo fanno festa gli emiliani, che vincono 3-1 trascinati da Pasquale Luiso.
Quando mancano 15 minuti alla fine ed i rossoblù sono sotto 2-1 nel punteggio, 'Sor Magara' decide di giocarsi anche la carta del sudafricano, che entra in campo al posto di Muzzi. Ma il pareggio non arriva, e, anzi, al 90' è ancora 'Il Toro di Sora' a chiudere definitivamente i giochi e a sancire la retrocessione del Cagliari in Serie B.
Sarà l'ultima delle 23 presenze complessive di Tinkler in maglia rossoblù, di cui 21 in Serie A fra stagione regolare e spareggio e 2 in Coppa Italia. Naturalmente senza lo straccio di un goal.
"Il Bisoli raffinato", come era stato precipitosamente definito, per colpe sue e non solo, non era riuscito a consacrarsi nel calcio italiano.
Getty ImagesLA PREMIER E IL FINALE DI CARRIERA
Dopo una sola stagione in Italia, dunque Eric Tinkler saluta la Sardegna per accasarsi al Barnsley, club inglese neopromosso in Premier League, nel luglio del 1997.
"Parlai con il presidente Cellino, che scoprii essere una persona a modo: inizialmente, non sembrava intenzionato a lasciarmi andar via, ma gli spiegai che non mi trovavo bene e gli esposi le mie ragioni - racconterà Tinkler a 'Tuttomercatoweb' - . Lui le comprese perfettamente e, su mia segnalazione, mi cedette al Barnsley. Per il Cagliari fu un ottimo affare, perché a loro ero costato davvero pochissimo".
I Tykes versano nelle casse del club isolano 650 mila sterline, corrispondenti a circa un miliardo e mezzo di vecchie Lire, per il cartellino del sudafricano. Mentre il centrocampista può così debuttare nel calcio inglese, proseguono le soddisfazioni in Nazionale con la partecipazione alla Confederations Cup 1997 e la conquista della qualificazione ai Mondiali di Francia '98.
Ma la sfortuna è dietro l'angolo: l'annata del Barnsley è disastrosa, e dopo soli 35 punti conquistati i Tykes a fine anno fanno ritorno in First Division. Tinkler colleziona 25 presenze e 2 goal e non può nemmeno giocare i Mondiali francesi a causa di un infortunio al ginocchio. Resta in Inghilterra per altre 4 stagioni, ma le ultime stagioni sono sofferte.
Nel 2000, infatti, dopo aver conquistato un 3° posto in Coppa d'Africa con i Bafana Bafana, deve operarsi di ernia e le complicazioni dell'intervento lo costringono a saltare interamente la stagione 2000/01. Torna l'anno seguente, che è anche l'ultimo per il centrocampista nel South Yorkshire. Nel 2002 dopo 46 presenze e un goal, al termine della sua terza Coppa d'Africa, che si conclude stavolta con l'eliminazione ai quarti di finale dei Bafana Bafana, termina anche l'avventura con il Sudafrica di Tinkler, durata 8 anni.
Salutato il Barnsley con un bilancio di 9 reti in 100 presenze complessive, torna a giocare in Portogallo con il Caldas S.C., che milita nelle serie minori lusitane. Alle soglie dei 35 anni, nel 2005 è sul punto di ritirarsi quando gli arriva una proposta in patria dal Wits, il club con cui tutto era cominciato, che lo assume come allenatore-giocatore.
In due anni in cui coadiuva il tecnico Boebie Solomons, mette insieme 29 presenze e 3 goal, portando il computo personale con il club a 47 gare e 3 reti, prima di ritirarsi dal calcio giocato all'età di 37 anni.
BackpagePix.IL RILANCIO DA ALLENATORE
Preso il patentino UEFA A, vista anche la scarsità della qualifica fra i tecnici del continente nero, l'ex rossoblù intraprende una carriera da allenatore di alto livello in patria. Così dal 2013 al 2016 guida gli Orlando Pirates. Seguono esperienze con Cape Town City (2016/17), SuperSport United (2017/18), Chippa United (2018) e Maritzburg United (2019/20).
A partire dal 2021 è tornato a ricoprire l'incarico di primo allenatore del Cape Town City, squadra che allena tutt'oggi. Finora nel suo palmarès da tecnico figurano una Coppa del Sudafrica vinta con il Cape Town City nel 2016/17 e una MTN8Cup (una sorta di Coppa di Lega fra le migliori 8 squadre del campionato precedente) con il SuperSport United nel 2017/18.
I tifosi del Cagliari, al di là dell'amaro epilogo della stagione 1996/97, ricordano ancora oggi il passaggio in Sardegna del centrocampista sudafricano. E lui stesso li porta nel suo cuore:
"Non dimenticherò mai la maniera in cui ci accolsero a braccia aperte, pure dopo la retrocessione - dirà -. Sono stati davvero fantastici, anche nei miei confronti. È qualcosa che ti resta dentro!".
