
"Chiesa mi somiglia nella velocità dell’esecuzione e nella potenza del tiro. È un giocatore completo. C’è una cosa che mi piace di lui: è un introverso, come lo ero io. Parla poco, ma ha le idee chiare".
Con queste parole Gigi Riva, leggenda del calcio italiano, dai microfoni di 'Rai Sport' consacrava Enrico Chiesa, appena approdato in Nazionale, descrivendo nella sua essenzialità le caratteristiche principali del bomber di Mignanego, il piccolo comune dell'area metropolitana di Genova che ha dato i natali all'attaccante il 29 dicembre 1970.
LA LUNGA GAVETTA E LA MORTE DEL PADRE
Cresciuto nel Pontedecimo, la carriera e la vita di Enrico non sono tutto rose e fiori, anzi. Sul campo, prima di esplodere, deve sostenere una lunga ed estenuante gavetta, che lo vede girare diverse squadre e spesso e volentieri essere utilizzato fuori ruolo. Lui è un attaccante e si sente tale, ma il fisico minuto suggerisce spesso ai suoi allenatori di impiegarlo da trequartista o esterno di fascia.
A 16 anni il Direttore sportivo della grande Sampdoria, Paolo Borea, lo acquista per inserirlo nel Settore giovanile blucerchiato. Il 16 aprile 1989 Vujadin Boskov lo convoca in Prima squadra per la trasferta del Flaminio contro la Roma e lo fa esordire in Serie A all'età di 18 anni. Chiesa subentra all'84' al posto di Loris Pradella, in una gara che i giallorossi si aggiudicano per 1-0 grazie a un goal di Stefano Desideri.
Il debutto farebbe pensare che ora la strada sia in discesa per Enrico, ma non sarà così. Intanto la vita gli dà un duro colpo: nello stesso anno del suo esordio in A, perde infatti suo padre. Ma è proprio quell'evento luttuoso a dargli la grande determinazione a non arrendersi e la motivazione per potersi affermare nel mondo del calcio.
"Il dolore mi ha aperto la possibilità di confrontarmi con il Mondo, - spiega l'ex punta in un'intervista a 'Calcio2000' dell'aprile 2019 - mi ha fatto diventare un calciatore e un uomo migliore".
Dopo aver assaporato il grande calcio, Chiesa deve ripartire dal basso. Due stagioni dopo, infatti, la Sampdoria decide di mettere alla prova il ragazzo e inizia a cederlo in prestito per alcuni anni: Teramo in C2 (31 presenze e 5 goal), Chieti in C1, prima di tornare alla casa madre nell'anno 1992/93. Ventisei presenze e un solo goal, il primo in Serie A, realizzato contro l'Ancona del 7 febbraio 1993, giocando da esterno di centrocampo.
"Hanno avuto la forza di credere in me, di tenermi una porta aperta, ed io fui bravo a migliorarmi nei successivi prestiti".
Ripartono i prestiti. A Modena, nel 1993/94, finalmente utilizzato come attaccante, segna 14 goal in 36 gare. È la svolta della sua carriera, perché, sebbene i Canarini retrocedano in Serie C1, da lì in avanti Chiesa segnerà tanti goal con costante regolarità.
Getty ImagesLA SALVEZZA CON LA CREMONESE
Nel 1994/95 passa alla Cremonese, sempre a titolo temporaneo e in Serie A. A suon di reti, anche in questo caso 14 in 34 presenze, il giovane attaccante genovese trascina i grigiorossi, guidati da Gigi Simoni, ad una storica salvezza.
"Il goal su rigore del 2-1 contro il Brescia è quello in assoluto a cui sono più affezionato. Grazie a quel goal ci salvammo, per me fu un'emozione indescrivibile".
È veloce e mobile, e da ala sinistra con il suo dinamismo mette in crisi i difensori avversari, letteralmente terrorizzati dalla sua presenza. Appena gli concedono uno spazio, lui li supera con la sua velocità e poi è abilissimo a coordinarsi in una frazione di secondo per tentare la conclusione con entrambi i piedi. La specialità è il tiro a giro di interno collo sul secondo palo, con cui sa farsi valere anche sui calci di punizione.
IL BOOM CON LA SAMPDORIA
Per i portieri avversari diventa una vera sentenza, e così nel 1995/96 la Sampdoria lo riabbraccia per consegnargli un ruolo da protagonista nell'attacco blucerchiato. Sotto la guida di Sven-Goran Eriksson, si completa la maturazione di Chiesa, che in coppia con Roberto Mancini, in una squadra che rappresenta il giusto mix fra esperienza e gioventù, e che annovera nelle sue fila anche Sinisa Mihajlovic, un giovane Clarence Seedorf e Christian Karembeu, si consacra bomber di livello assoluto in Serie A.
Sceglie il numero 20 e gioca praticamente da centravanti. Mancini attira su di sé la marcatura di più difensori e lo serve con assist millimetrici, lui ne beneficia per castigare con freddezza e conclusioni al limite della fisica qualsiasi squadra. Dopo un inizio d'anno fra alti e bassi, l'esplosione arriva nel mese di dicembre. Tripletta al Bari allo Stadio San Nicola, ed Enrico non si ferma più.
La giornata successiva, al Ferraris, fa doppietta alla Juventus. Il primo goal è bellissimo: dopo esser scattato a gran velocità sulla fascia sinistra, prima che Ferrara possa intervenire, da posizione molto defilata, scaglia un gran tiro di esterno-collo con il destro che non lascia scampo a Peruzzi. Nella ripresa si ripete dall'interno dell'area con una conclusione precisa e angolata sul primo palo dopo aver messo a sedere Carrera.
Il 17 dicembre 1995 la Samp perde 6-3 con la Lazio, ma Chiesa è ancora protagonista con una doppietta nel finale. Con una rete d'opportunismo 'alla Paolo Rossi' castiga anche il portiere del Napoli Taglialatela. In tutto, in un super mese di dicembre, sono 8 goal in 4 partite.
"Era una squadra costruita per giocare bene, che poteva fare 2-3 goal a partita".
Dopo una domenica di pausa contro il Milan, che si impone 3-0 al Meazza, l'attaccante blucerchiato riprende il suo feeling con il goal nel nuovo anno, anche se il ritmo per forza di cose rallenta. Contro il Vicenza nella 17ª giornata apre le marcature con un delizioso pallonetto, smarcato da un grande assist di Seedorf. Il 28 gennaio firma il goal dell'ex alla sua Cremonese, quello del definitivo 2-0 blucerchiato.
La sua stagione d'oro, comunque, non si ferma: timbra il cartellino anche con il Piacenza (3-0), il Padova, a cui, il 10 marzo, rifila la sua seconda tripletta, l'Atalanta, l'Udinese e l'Inter, cui fa doppietta a San Siro. La prima rete è un gioiello: un sinistro a giro dal limite dell'area che si insacca all'incrocio dei pali. Il 13 aprile manda nuovamente in tilt la difesa della Juventus di Lippi aprendo le marcature poco dopo il fischio d'inizio nel successo per 3-0 dei genovesi.
Un calcio di rigore trasformato contro la Lazio e la doppietta al Milan, che negli anni sarà la sua vittima preferita, al Ferraris, nella penultima giornata, portano il bilancio di una stagione stellare a 22 goal in appena 27 presenze (2° posto nella classifica marcatori dietro Igor Protti), con la Sampdoria che chiude all'8°posto.
Getty ImagesCHIESA IN NAZIONALE: UN EUROPEO E UN MONDIALE
L'anno magico in blucerchiato spalanca a Chiesa anche le porte della Nazionale azzurra. Il Ct. Arrigo Sacchi, dopo averlo portato a Coverciano per uno stage assieme ad altri giovani di grande prospettiva,lo convoca il 29 maggio nell'amichevole contro il Belgio che si gioca a Cremona e precede Euro '96.
L'attaccante della Sampdoria non si lascia sfuggire l'occasione e, subentrato a Di Livio nel secondo tempo, conferma il suo ottimale stato di forma e bagna l'esordio azzurro con il goal del 2-2 finale. È il suo biglietto da visita, che convince Sacchi a inserirlo nella rosa per gli Europei.
L'avventura in Inghilterra è tuttavia poco fortunata sia per la Nazionale, sia per Chiesa, che pure dà il suo contributo alla causa. Nella prima gara contro la Russia, Sacchi gli preferisce Zola in coppia con Casiraghi. La vittoria illude tutti che la qualificazione sia semplice, così il Ct., per il secondo impegno contro la Repubblica Ceca, vara un ampio turnover. A beneficiarne è anche il giocatore blucerchiato, che parte titolare davanti in coppia con Ravanelli.
Ma i cechi, guidati da un giovane Pavel Nedved in condizioni sfavillanti, sono scatenati e trovano il vantaggio dopo pochi minuti con un guizzo del futuro juventino. Ma al 18', con un perfetto inserimento a centro area, Chiesa devia sotto misura un cross rasoterra di Fuser e trova l'1-1. Gli avversari però reagiscono, e al 35' trovano il definitivo 2-1 che regala loro una vittoria a sorpresa e segna le sorti dell'Italia in quegli Europei.
Gli Azzurri, infatti, non vanno oltre lo 0-0 contro la Germania nella partita decisiva, con Zola che si fa ipnotizzare da Köpke e fallisce un calcio di rigore. Chiesa entra a metà ripresa nel tentativo di imprimere una svolta, che non arriva. L'Italia è beffardamente eliminata.
Resteranno quelli i momenti più importanti vissuti dalla punta genovese in Nazionale. Quest'ultima prenderà parte anche ai Mondiali del 1998 in Francia, convocato da Cesare Maldini in sostituzione di Ravanelli, bloccato a casa da una broncopolmonite. Nel torneo gioca due gare, la prima con il Cile (2-2) e l'ottavo di finale con la Norvegia, subentrando sempre in corsa.
In azzurro segnerà altri 6 goal, di cui ben 3 nell'amichevole di Roma contro le World Stars, organizzata per i 100 anni della Federcalcio. L'esclusione da parte di Dino Zoff, che gli preferisce Inzaghi e Montella, dai convocati per Euro 2000, rappresenta per l'attaccante un duro smacco alle sue ambizioni. Ritrova la Nazionale il 25 aprile 2001, con Giovanni Trapattoni, giocando un tempo dell'amichevole contro il Sudafrica. Sarà anche l'ultima di 17 presenze, condite da 7 goal.
GettyI SUCCESSI COL PARMA E IL DUALISMO CON ZOLA
Se l'avventura con l'Italia di Enrico Chiesa non decollerà mai pienamente, la sua carriera vive un ulteriore salto verso l'alto subito dopo gli Europei del 1996, con l'acquisto da parte del Parma di Callisto Tanzi, che sborsa 25 miliardi di Lire per il suo cartellino.
"C'erano diverse proposte, - rivela a 'Calcio 2000' - i ducali offrirono più degli altri e alla fine ci incontrammo con il presidente Mantovani e decidemmo per il bene comune. Eravamo una rosa giovane ed esperta assieme, con un'età fra i 25 e i 28 anni, molto uniti anche fuori dal campo e in allenamento nessuno voleva perdere una partitella".
Ad averlo voluto fortemente è il tecnico Carlo Ancelotti, che per fargli spazio in squadra manda spesso in panchina Gianfranco Zola. Fra i due si innesca una forte rivalità, che induce il fantasista sardo a chiedere la cessione e a trasferirsi a novembre al Chelsea.
Il Parma punta su Chiesa, che in coppia con l'altro attaccante, il giovane argentino Hernan Crespo, è il protagonista della stagione 1996/97. I gialloblù chiudono al 2° posto, conquistando la Champions League dopo una lenta risalita, Chiesa sigla 14 reti in 29 presenze più 2 goal in 2 presenze in Coppa Italia. In Emilia resta in tutto 3 stagioni, che gli danno molte soddisfazioni.
Il secondo anno va a segno complessivamente 21 volte (10 in campionato, 6 in Champions League e 5 in Coppa Italia), il terzo, con Alberto Malesani allenatore, 18, ma a fronte di soli 10 goal fra Serie A e Coppa Italia ne segna 8 in Europa, laureandosi capocannoniere della Coppa UEFA 1998/99.
L'attaccante genovese è il grande protagonista della cavalcata giallobù fino al successo per 3-0 nella finale contro il Marsiglia, in cui si toglie la soddisfazione di siglare il tris con un tiro di controbalzo che si insacca all'incrocio dei pali. È il 12 maggio 1999, una settimana prima, il 5, Chiesa e il Parma sollevano al cielo anche la Coppa Italia, premiati da un doppio pari contro la Fiorentina dalla regola del goal in trasferta.
"Eravamo una delle squadre più forti a livello internazionale. - sottolinea - I due trofei vinti in una settimana confermano quanto la nostra mentalità fosse salda e vincente, oltre al talento di cui disponevamo. E Malesani fu bravo a farci giocare al meglio delle nostre possibilità tattiche e mentali su tre fronti".
LA FIORENTINA E L'INFORTUNIO
Dopo aver totalizzato 55 reti totali in 120 presenze con il Parma, i ducali decidono di sacrificare Chiesa, vittima di alcuni problemi fisici, nell'estate del 2000. Lo acquista la Fiorentina, che sborsa circa 30 miliardi e ha la pazienza di aspettarlo.
In riva all'Arno dopo un primo anno sottotono, con 12 goal totali, di cui appena 7 in campionato, che sembrano confermare il trand discendente della carriera dell'attaccante, Chiesa, rimessosi a posto fisicamente, nel 2000/01 stupisce tutti, tornando a segnare con regolarità impressionante.
A fine anno totalizza 22 goal in 30 presenze di campionato, compensando l'addio doloroso di Batistuta, ed eguaglia il suo record di reti in Serie A. A queste ne aggiunge altre 5 che sono determinanti per la conquista della Coppa Italia, la seconda della sua carriera.
La terza stagione al Franchi potrebbe essere per Chiesa quella della consacrazione definitiva, ma stavolta la sorte gli gioca un brutto tiro. Dopo 5 goal nelle prime 5 giornate di campionato, il giocatore viola è costretto a fermarsi per un grave infortunio al ginocchio rimediato a Venezia. Gli esami riveleranno la rottura del tendine rotuleo del ginocchio destro, lo stesso infortunio del 'Fenomeno' Ronaldo. Per lui la stagione è finita in anticipo. A fine campionato i viola retrocedono in Serie B per poi fallire.
"È l'unico rimpianto della mia carriera. - rivela in un'intervista riportata da 'Rai Sport' - Ero capocannoniere, poi mi sono fatto male. Tutti poi sappiamo come sia andata a finire con la Fiorentina. Io credo che certe cose possano essere messe in preventivo, ma l'infortunio toglie tutto il resto perché a 30 anni ero al culmine della mia carriera, c'era all'orizzonte il Mondiale in Corea e Giappone e a Firenze stavo meravigliosamente bene".
Chiesa è operato ad Anversa dal professor Martens, l'intervento riesce perfettamente con prognosi di 10 mesi, ma l'attaccante non potrà avere più quell'esplosività che lo aveva contraddistinto fino a quel 30 settembre 2001.
"La rottura del rotuleo - avverte in quell'occasione il professor De Santis, direttore della Clinica ortopedica della Cattolica - è una lesione molto grave e anche se l'intervento di ricostruzione avviene in maniera perfetta, il tendine sarà sempre deficitario e la funzionalità non tornerà mai al 100%. Speriamo che Chiesa e Ronaldo possano tornare almeno al 90%".
LAZIO, SIENA E... FIGLINE
La strada per il bomber genovese è in salita, ma lui ha il merito di non demordere e di iniziare l'asperità. Nell'estate 2002, ritrovatosi svincolato dopo il fallimento della Fiorentina, firma con la Lazio. Chiesa ritrova il campo il 19 settembre 2002 nella gara del primo turno di Coppa UEFA contro lo Skoda Xanthi, mentre in campionato sigla subito una doppietta al Perugia nella sua prima presenza con i biancocelesti il 20 ottobre.
Chiude la sua unica stagione nella capitale con 7 goal totali, di cui 2 in campionato, in 29 partite. È un nuovo inizio, perché seguono 5 stagioni in forza al Siena, neopromosso in Serie A, che consentono a Chiesa di allungare la sua carriera. Per 3 anni di fila, dal 2003 al 2006, l'attaccante torna in doppia cifra in campionato, e per i toscani arrivano 5 salvezze di fila.
"Credo che un calciatore debba essere cosciente del proprio fisico. Avevo bisogno di un ambiente ricco di entusiasmo, che mi desse nuove motivazioni nella 'fase di rigetto' successiva all'infortunio. Siena fu il massimo per la mia testa e per il mio corpo. La salvezza era il nostro Scudetto. Ero circondato da ragazzi straordinari e un ambiente positivo, soprattutto grazie al presidente De Luca. Ci faceva sentire in famiglia. Alla sua morte, nel 2007, decisi di non proseguire in bianconero".
@fedexchiesaConsapevole di aver scritto una pagina importante della storia del Siena, Chiesa, dopo 34 goal in 134 gare, riparte dal basso accasandosi in Seconda Divisione al Figline Valdarno. Va subito in rete il giorno del debutto contro la Cisco Roma e a fine anno la squadra vince il campionato, salendo in Prima Divisione, e la Supercoppa di categoria, 'marchiata' da Enrico con una doppietta nel 3-0 complessivo sul Cosenza.
Nella seconda stagione, 1° novembre 2009, nella sfida di campionato contro il Sorrento, subisce il secondo grave infortunio al ginocchio, con la lacerazione del tendine rotuleo del ginocchio destro. Costretto di nuovo ad andare sotto i ferri, torna in tempo per l'ultima gara di campionato, il 9 maggio 2010, che sarà anche l'ultima partita da professionista della sua carriera.
Fra i bomber più forti che l'Italia abbia espresso a cavallo fra gli anni Novanta e gli anni Duemila, si ritira a 39 anni dopo 599 presenze e ben 216 goal, di cui 138 in Serie A, che lo hanno reso a lungo dopo il ritiro di Baggio e Signori il miglior marcatore in attività nel massimo campionato.
Superato il Corso da allenatore a Coverciano nel 2010, allena per un breve periodo il Figline prima del fallimento, successivamente fino al 2015 le formazioni Allievi Nazionali 'B' e Primavera della Sampdoria.
Nella vita privata è felicemente sposato con Francesca, la compagna di una vita, con cui si erano conosciuti da adolescenti. La coppia è molto unita e ha 3 figli: Federico, il maggiore, oggi alla Juventus, che papà Enrico segue da vicino nelle sue avventure calcistiche, Adriana, che studia all'Università, e il piccolo Lorenzo, molto legato al fratello maggiore e che ha iniziato a sua volta a giocare a calcio.

