
Quando non c’è Cristiano Ronaldo, Paulo Dybala balla. La Juventus vince ma non convince. Una regressione da non sottovalutare, a maggior ragione considerando come alle porte ci siano gli impegni contro Lione e Inter. Insomma, gare che potrebbero segnare indelebilmente la stagione dei bianconeri.
Un goal divorato, uno segnato e, soprattutto, un’ottima interpretazione del match. Raggio d’azione piuttosto basso, un po’ da “tuttocampista”, un po’ come sarebbe piaciuto a Max Allegri. E anche con Maurizio Sarri, specialmente nelle ultime uscite, l’attaccante argentino è tornato a recitare un ruolo da protagonista svariando dappertutto. Un altro segnale di come la Signora non sia ancora riuscita a trovare la giusta quadra tattica, affidandosi ultimamente spesso e volentieri all’estro dei singoli.

Arriveranno tempi migliori. Intanto, però, la Juve si accontenta di un Dybala in grande spolvero, chiamato a vivere notti magiche tra big match di Serie A e Champions League. Roba, ad esempio, che gli riusciva l’11 aprile 2017, con tanto di doppietta rifilata al Barcellona del connazionale Leo Messi.
Il percorso, tuttavia, induce a un grande ottimismo. La 150esima presenza della Joya in bianconero è culminata nella sua decima rete su calcio di punizione diretta in campionato. E, tra l’altro, sette di queste sono arrivate allo Stadium.
Maurizio Sarri, pensando al presente, ha rispolverato il 4-3-3. Sistema di gioco che, alla lunga, potrebbero valorizzare le bocche di fuoco. C’è da lavorare sulla compatibilità con Ronaldo, c’è da lavorare su come riempire l’area, problema ormai datato da quando l’alieno portoghese è sbarcato sotto la Mole.
Scopri le carte UBI Juventus e partecipa al concorso!
Detto ciò, i giocatori di (grande) qualità rappresentano sempre la soluzione. Da trovare in maniera dogmatica. In definitiva, gli ampi margini di miglioramento non mancano. Ma serve maggiore convinzione, specialmente nell’accelerare il processo di discontinuità con il passato.



