
Paulo Dybala non ha perso le buone abitudini. La Juventus rientra da Bologna con tre punti d'oro e, soprattutto, assaporando la tanto agognata serenità. Alla Continassa, d'altro canto, va così: due partite senza vincere raffigurano l'anormalità. Figuriamoci, poi, se sfuma un trofeo stagionale.
Insomma, al Dall'Ara prova d'orgoglio doveva essere e prova d'orgoglio è stata. Nulla di trascendentale, poche cose ma fatte bene. Proprio ciò che vuole Maurizio Sarri che, alle prese con una vettura ibrida da guidare, ha deciso di concentrarsi sul sano pragmatismo.
E poi ci sono le individualità che possono sempre fare la differenza. E poi c'è la Joya che, con un mancino poetico, ha trovato la prima rete post lockdown. Un sinistro di rara bellezza, innescato da un assist - di tacco - targato Bernardeschi. Insomma, tecnica e fantasia al potere.
In terra emiliana è andata in scena la 68esima partita in cui Paulo ha giocato con CR7 e, nel dettaglio, si tratta solamente della terza in cui entrambi hanno trovato la rete nel parziale. Chiaro segnale di come sullo sfondo gli ampi margini di miglioramento non manchino.
Quando vede Bologna, inoltre, Dybala si esalta. Altro giro, settima rete. Morale della favola? Contro nessun'altra squadra ha fatto meglio nella competizione. Lo sa bene l'incolpevole Skorupski che, al 36', ha solamente potuto ammirare la prodezza del fu Picciriddu.
Una magia raccontata direttamente dal protagonista al termine dell'incontro:
"Nel goal è stato bravo anche Bernardeschi, io mi sono posizionato bene per il tiro. Abbiamo creato tanto ma potevamo anche segnare più".
GoalMai accontentarsi. Mai. Dybala, ora, cerca il prolungamento con la Juventus. Che arriverà, e non potrebbe essere altrimenti, con un dialogo in atto pronto a sfociare nella stretta di mano. A tal proposito, da entrambe le parti regna il (massimo) ottimismo.
Occhi puntati sull'attualità. Per la firma sul nuovo contratto, sebbene sia un argomento prioritario, c'è tempo. Ma adesso conta il rettangolo di gioco, l'annata in corso, l'intenzione di fare la voce grossa tra campionato e Champions League.
Tutto passa dalla coralità, impreziosita dalle giocate dei singoli, ma che con Sarri non ha ancora trovato un'identità ben definita. Arriveranno tempi migliori che, magari, passeranno da un mercato più vicino alle idee dell'attuale tecnico bianconero. Che, rapidamernte, deve trovare il modo di far esprimere al meglio i suoi elementi più rappresentativi. Dybala, ovviamente, in prima linea:
"In carriera ho giocato in tutti i ruoli in attacco, cerco sempre di fare quello che mi dice l'allenatore e parliamo poi con i compagni per chiedere dove si trovano meglio. Mi sento bene in quella posizione, mi dà più libertà e spazio".
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Dybala mask, sorriso stampato sul volto, un barlume di normalità. Proprio ciò che serviva per mettersi alle spalle un momento difficile da associare al coronavirus. Sempre e costantemente da protagonista.



