L'allievo cercherà di superare il maestro. Sebbene, in termini di soprannome, sia proprio il bresciano a vantare quest'etichetta. Acquisita segnando - indelebilmente - un modo unico di intrepretare la cabina di regia. Cercando, ora, di ripetere il medesimo percorso in qualità di allenatore.
Avversario in vista per la Juventus: il navigato Mircea Lucescu, tecnico della Dinamo Kiev, pronto a fare uno scherzetto a uno dei suoi pupilli, Andrea Pirlo:
"Lui e Baronio sono cresciuti con me al Brescia - così al 'Corriere dello Sport' - A loro voglio bene e auguro il meglio a entrambi. Andrea allenatore? Lo hanno fatto anche il Barcellona con Guardiola e il Real Madrid con Zidane. E mi sembra abbiano ottenuto grandi traguardi. Perché non doveva farlo la Juve? Pirlo ha tutto per diventare un grande tecnico. È stato un grande calciatore, ha vinto tanto e ora lo farà anche da allenatore. Scommessa? Sì, vincente. Andrea meritava questa possibilità e averla a Torino è importante".
Reduce dal mezzo passo falso di Crotone, da associare all'altro pareggio ottenuto nella capitale, il mister bresciano cerca il primo sussulto fuori casa. Che, in questo caso, diventerebbe automaticamente sinonimo di buon avvio in Champions League.
Senza Cristiano Ronaldo, si sa, venirne a capo è dura per tutti. Ma la Signora, pur essendo un cantiere aperto, vanta dalla sua i mezzi necessari per fare la voce grossa in Ucraina. Anche perché, nel lungo periodo, la missione è delle più chiare: mettere le mani sul primato nel gruppo G. Facendo i conti, inevitabilmente, con il Barcellona.
Madama cerca ancora la miglior espressione tecnico-tattica. E, d'altro canto, non potrebbe essere diversamente. Pirlo, finora, ha testato la sua squadra in tre gare intervallate da due pause nazionali. Insomma, la continuità è un'altra cosa.
Ma nell'Europa che conta, per blasone e tematiche finanziare, non si può sbagliare. Concetto ben compreso dal tecnico juventino, che da giocatore questa competizione l'ha vinta con il Milan nel 2003 e nel 2007.
Si passa, inevitabilmente, da un calcio aulico e sapientemente organizzato. Perché Pirlo, e l'ha spiegato più volte, intende arrivare al risultato attraverso l'estetica.
"Voglio proporre un calcio propositivo, con padronanza del gioco. Bisogna sempre avere il pallone e va recuperato velocemente. Questi sono i due passaggi più importanti a livello mentale da far entrare alla squadra".
Targhe alterne. Perfezione rasentata contro la Sampdoria, non bene con Roma e Crotone. La voglia di fare la partita, per caratteristiche e identità, non si discute. Ma i campioni d'Italia in carica hanno ancora (grossi) problemi di equilibrio. In definitiva, il lavoro non manca. Ma fare risultato a Kiev, mai come in questo caso, è l'unica cosa che conta. Gioco o non gioco.


