Un solo giocatore della Juventus si è salvato ieri sera al Maradona: si chiama Angel Di Maria, ha 34 anni, ed è di categoria superiore. Una verità incontrovertibile, questa, suffragata dai fatti. O meglio, da una carriera di livello, giunta verosimilmente all’ultimo atto europeo. Che il Fideo ha deciso di spendere in Italia, tra le fila della Vecchia Signora, anche per preparare l’ultimo Mondiale. Vinto, ovviamente, con tanto di performance extra lusso nella finalissima contro la Francia.
ADM è questo, si diverte a giganteggiare con semplicità. E a Napoli, pur ancora lontano dall’essere vicino alla miglior condizione fisica, l’argentino non ha tradito. Anzi, predicando nel deserto, l'ex PSG ha provato a salvare l’onore della Juve centrando una traversa, realizzando un goal, e proponendo diverse giocate di qualità.
In pieno buio pesto, quindi, Di Maria si è estraniato dalla mediocrità. La stessa che ha accompagnato Madama, in lungo e in largo, nella disfatta all’ombra del Vesuvio, con annessi tanti saluti alle arditissime ambizioni. Sebbene manchi un intero girone di ritorno da disputare e, dunque, potrebbe accadere ancora di tutto. Ma il ko rimediato in terra partenopea non ammette repliche e, soprattutto, evidenzia tutti i limiti strutturali-mentali della Juve.
E se nella prima parte di stagione non è riuscito a incidere per guai muscolari, Di Maria ha tutta l’intenzione di vivere il lato B dell’annata calcistica da protagonista. Vuoi per dimostrare – nonostante non ce ne sia bisogno – di essere ancora un fuoriclasse assoluto; vuoi per lasciare Torino con un ricordo positivo. In quanto, al termine della stagione, Angel dovrebbe fare rientro in Sudamerica: proprio come pianificato post addio al PSG.
In definitiva, non una bella prospettiva in zona Continassa, considerando come il 34enne di Rosario – dal punto di vista tecnico e non solo – sia uno dei pochi calciatori decisivi presenti in rosa. Non a caso, pur di ottenere il suo sì, la Juve ha atteso oltre 40 giorni. Una strategia comprensibile, in tono originario, specialmente nell’ottica del dover sostituire adeguatamente un certo Paulo Dybala.
In casa bianconera, tra i vari problemi da affrontare in vista del domani, c’è anche quello relativo al dopo Di Maria. Che, dal canto suo, pure al Maradona ha dimostrato di essere speciale. Per interpretazione del ruolo, personalità e determinazione. La giocata giusta, la voglia di non soccombere, uno spirito battagliero che cancella retropensieri e congetture che non hanno motivo di essere. Angel è affezionato alla Juve. E, verosimilmente, è ancor più affezionato a non incappare in determinate figuracce tendenzialmente a lui sconosciute.




