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Mourinho Conte gfxGoal

Destini incrociati: Mourinho ritrova Conte dopo le tensioni risalenti ai tempi della Premier

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Il ritorno in Italia di Josè Mourinho , ufficializzato nella giornata di ieri come nuovo tecnico della Roma , anticipa di fatto uno dei temi caldi della prossima Serie A , ossia il ritorno dello "Special One", a undici anni di distanza, in un campionato che lo ha visto trionfare per due volte consecutive sulla panchina dell' Inter nelle stagioni 2008-2009 e 2009-2010, quest'ultima culminata con l'indimenticato e indimenticabile Triplete.

In un certo senso è come se il tempo non si fosse mai fermato. "Mou" ricompare sul palcoscenico nostrano e ritrova un'Inter fresca di Scudetto appena cucito sul petto e capace di spezzare il dominio Juve durato nove lunghi anni. Questa volta, però, il tecnico portoghese la ritrova da avversario.

Come se non bastasse, sulla panchina milanese ritroverà Antonio Conte . Sì, proprio quell'Antonio Conte con il quale si rese coprotagonista di un dualismo - alimentato a suon di dichiarazioni polemiche e schermaglie varie - durante la recente esperienza in Premier League.

I fatti risalgono al biennio 2016-2018, quando l'allenatore salentino era alla guida del Chelsea - manco a farlo apposta altra ex creatura di Mourinho - mentre il lusitano si cimentava nell'operazione rilancio di un Manchester United ancora alle prese con le scorie del post Ferguson.

Il detonatore viene azionato in occasione del primo face to face tra i due. E' il 23 ottobre del 2016 e a Stamford Bridge i Blues dominano lo scontro diretto imponendosi con un roboante 4-0 contro i Red Devils e al triplice fischio finale Conte esplode in una delle sue proverbiali e fragorose esultanze. Il tutto sotto gli occhi di Mou che non gradisce.

 "Non si esulta in questo modo, è mancanza di rispetto nei confronti dell'avversario sconfitto. Non si esulta così sul 4-0, puoi farlo sull'1-0, altrimenti è un'umiliazione per noi". L'ammonimento Special riportato da Fanpage.it. La replica arrivò poco dopo in conferenza stampa: "Io sono stato giocatore, so come comportarmi. Ho voluto chiamare lo stadio a fare un applauso alla squadra anche sul 4-0, perché lo meritava. C'è sempre grande rispetto per tutti, compreso il Manchester Utd. Non è successo assolutamente niente, ho fatto qualcosa di normale. Non sbeffeggio nessuno, me ne guardo bene".

L'ascia di guerra tra i due è definitivamente dissotterratta e alle questioni di campo si accompagnerà sempre un'autentica diatriba dialettica destinata ad acuire la rivalità tra due allenatori che in quanto a carisma, leadership e capacità di dividere la spiegano praticamente a tutti. 

Alle parole fece seguito il clamoroso scontro maturato durante la sfida di FA Cup dove, tra campo e spogliatoi, il colorito scambio di vedute tra i due coach rischiò di sfociare in qualcosa di più che venne prontamente scongiurato e sedato dai presenti.

Di aneddoti se ne potrebbero snocciolare a bizzeffe. A partire dal celebre "pagliacci in panchina" con palese riferimento alle celebrazioni poco british di Conte, prontamente rispedito al mittente.

"Forse parlava di quello che faceva lui in passato. Se uno dimentica quello che ha fatto, si chiama demenza senile". La piccata risposta in salsa salentina riportata da Sportmediaset.

Mourinho toccò anche il tasto dolente del "calcioscommesse" vicenda che nel 2012 coinvolse Conte e che gli costò ben 4 mesi di squalifica.

"Ho commesso errori in passato e di sicuro ne farò anche in futuro, ma so che non sarò mai squalificato per le scommesse". 

Una bordata prontamente livellata da un'altra replica al vetriolo.

"Penso che quando ci sono commenti di questo tipo, significa che sei un piccolo uomo. Forse è stato un piccolo uomo in passato, un piccolo uomo nel presente, e forse lo sarà, un piccolo uomo, anche in futuro" .

Mourinho e Conte. Conte e Mourinho. Storia di un continuo botta e risposta. Narrazione infinita di due uomini, prima che tecnici, così diversi ma anche così simili. Due cultori del lavoro, disposti a tutto per il successo delle rispettive squadre e sempre in prima linea quando c'è da fare scudo a protezione del proprio club e dei propri giocatori. Due personalità debordanti destinate inevitabilmente a fare scintille quando incrociano le rispettive traiettorie.

Ci provarono persino "Le Iene" a percorrere la via della mediazione e della pace. Stefano Corti e Alessandro Onnis, inviati per il programma di 'Italia 1', si presentarono da Mourinho chiedendo al portoghese di firmare con dedica una maglia del Manchester United. Casacca che sul retro portava proprio il nome di Antonio Conte.

"Al mio amico Antonio".

L'inaspettato "dono" venne poi recapitato al destinatario in quel di Londra con tanto d'irruzione durante una conferenza prepartita del Chelsea. Un siparietto buono per stemperare la tensione e placare, almeno temporaneamente, quel coacervo di tensioni che avevano catalizzato le settimane precedenti.

Un primo segnale di pace in una storia che troppe volte ha rischiato di straripare dagli argini? Forse, ma è meglio non scommetterci troppo. Tra qualche mese lo scenario del Belpaese e del campionato italiano forniranno le dovute risposte.

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