Una decina d’anni fa faceva panchina in Serie D. Al Seregno. Aveva smesso di crederci. Il suo futuro nel calcio ad alti livelli sembrava un sogno sfumato. Oggi, invece, Marco Sportiello insegue il sogno Champions League con l’Atalanta. Il club in cui è cresciuto. Da protagonista, non da comprimario. Giocherà titolare contro il Real Madrid negli ottavi di finale di Champions League. Non una novità: dopo il forfait di Pierluigi Gollini, aveva già giocato contro il PSG nei quarti dell'anno scorso. Prima ancora nella trasferta contro il Valencia, nella partita diventata simbolo della lotta di Bergamo al Coronavirus. È stato in campo anche contro Ajax e Liverpool. Sarà di nuovo tra i pali contro il Real Madrid. Sognando il miracolo. Per lui, uomo da grandi notti, sognare è lecito. Anche perché, nei dieci anni tra il Seregno e la Champions League, il nativo di Desio ne ha passate tante. A partire dalle panchine in D. Nel 2010 Sportiello era il titolare dell’Atalanta Primavera. Si era convinto ad andare in prestito. Non è andata come previsto, come raccontato alla ‘Gazzetta dello Sport’.
“Non sono stato tentato di smettere, ma avevo smesso di credere di poter essere all'altezza: mi chiudevo in casa, non mi andava di tornare a Bergamo, troppa paura che mi facessero domande. Avevo solo bisogno di giocare”.
A Bergamo non ci sarebbe tornato prima del 2013. Il tempo di fare la gavetta al Poggibonsi, poi di conquistare una storica promozione con il Carpi dalla Serie C alla Serie B. La svolta della sua carriera. L’Atalanta lo ha richiamato alla base per fare il secondo ad Andrea Consigli. Con la prospettiva di soffiargli il posto. Effettivamente ciò che sarebbe accaduto nell’estate 2014, con il trasferimento al Sassuolo dell’ex titolare. Pazienza, quella che mancava a Seregno. Il prestito in D lo ha reso più maturo per sua stessa ammissione. Ha atteso il suo momento. Arrivato, a sorpresa, nel gennaio 2014. Atalanta-Catania, Consigli indisponibile, per varicella. Sportiello titolare.
“Devo un grazie a quel bambino che nel gennaio 2014 attaccò la varicella a Consigli, ma se non fossi stato pronto a debuttare in A, quella partita non me la sarei giocata bene”.
Tre presenze nella prima stagione, poi la maglia da titolare nei due anni seguenti. Nel maggio 2016 l’allora Ct Antonio Conte lo aveva chiamato per uno stage in vista dell’Europeo. Buffon, Marchetti, Sirigu. Per lui non c’era spazio. E presto non ce ne sarebbe stato nemmeno più nella sua Atalanta. È stata l’estate che ha cambiato la storia nerazzurra, con l’arrivo di Gian Piero Gasperini. E anche quella di Sportiello. Titolare nelle prime tre nella stagione successiva, troppe incertezze. Cambio: il nuovo numero uno è diventato Berisha. Il classe 1992 ne ha giocate altre cinque per l’infortunio dell’albanese, ma le gerarchie eano cambiate. E a gennaio, Sportiello se ne è andato, sbattendo la porta. Prestito di un anno e mezzo alla Fiorentina. L’Atalanta chiude al quarto posto, mentre la Viola conclude all’ottavo posto. Il portiere titolare è rimasto però Tatarusanu.

Sportiello ha trovato una maglia nella stagione successiva, una delle più difficili nella storia della Fiorentina. Sia per i risultati, ma soprattutto per la tragica scomparsa di Davide Astori. Sportiello era stato l’ultimo a parlare con lui. Rimarrà alla Fiorentina fino a fine stagione prima di cambiare aria. Rilasciando dichiarazioni pesanti a ‘La Nazione’ sul suo passato.
“Sono stato meglio in un anno e mezzo nella Fiorentina che in quattro stagioni all’Atalanta”.
All’Atalanta non ci è tornato, nonostante la Fiorentina scelga di non confermarlo. Via di nuovo. Le offerte non mancavano, ma Sportiello ha scelto il Frosinone neo promosso. Una stagione chiusa con una retrocessione netta, senza mai essere davvero troppo vicino alla salvezza. Poi, il ritorno a Bergamo. Un anno dopo le pesanti dichiarazioni, dopo aver voluto lasciare i nerazzurri a causa della svolta nelle gerarchie. Un rapporto con Gasperini recuperato, la fiducia della società. Anche se come vice Gollini. Una sorpresa, come confessato da lui stesso a ‘Bergamo TV’.
“Sinceramente non mi sarei mai aspettato che la società potesse tenermi, soprattutto per cosa avevo detto in passato. Ad agosto ho scelto di rimanere”.
Permanenza di successo. Fiducia recuperata, rapporto coi tifosi ricucito. Cori, applausi, incoraggiamenti. Tutto come qualche anno prima. Prima delle critiche, prima degli screzi. Poi la notte di Valencia, tre goal subiti, i più belli della sua carriera: quarti di finale di Champions League. Li ha giocati contro il PSG da protagonista, contro Neymar, Icardi, Mbappé. Contro l’élite del calcio mondiale. Ha giocato anche contro Ajax e Liverpool, nella fase a gironi. Ci sarà anche questa sera contro il Real Madrid. Non nella cornice del Bernabéu, ma a Valdebebas. Vale comunque tanto. Contro Benzema, Modric, Kroos, Sergio Ramos. Sportiello, da epurato a portiere 'di Champions'.




