
"Quando ero giovane avevo due poster nella mia camera da letto: uno di Cruijff e uno di Diego Maradona. Cruijff è stato il mio modello: per il modo in cui giocava e il modo in cui si comportava".
Madre natura con lui è stata molto generosa. Occhi azzurri, fisico scultoreo e capelli lunghi e castano chiari che gli scendevano sulle spalle, David Ginola era bello esteticamente, simile a un Dio greco, ma bellissimo da vedere in azione anche sul campo di calcio, con dribbling, giocate, azioni in velocità, assist e conclusioni che sapevano mandare in estasi i tifosi.
Desiderato dalle donne, che gli cadevano letteralmente ai piedi, e invidiato dagli uomini, 'Le Magnifique', 'Il Magnifico' del calcio francese, con un caratterino da 'prima donna', era però anche 'dannato' e di conseguenza impossibile: in primis per chi gli stava accanto, ma anche per i suoi compagni, chiamati ad un lavoro extra per coprirgli le spalle, e, naturalmente per i suoi allenatori, con i quali avrà spesso un rapporto conflittuale.
Richiestissimo dalle pubblicità, e dunque fra i primi uomini immagine del calcio, nella sua carriera, che lo ha visto affermarsi in Francia e poi emigrare in Inghilterra, ha vinto molto meno di quello che avrebbe potuto. Anche l'avventura in Nazionale è stata relativamente breve e segnata da un errore, giudicato imperdonabile, che causò ai Bleus l'eliminazione alle qualificazioni per USA '94.
L'ASCESA: TOLONE E RACING CLUBPARIGI
Ginola nasce a Gassin, non distante da Saint-Tropez, il 25 gennaio 1967. Sua madre lavora alle Poste, mentre il padre fa l'operaio. Talento naturale, inizia a giocare a calcio a con il Saint-Maxime, la squadra della cittadina dove abita con la sua famiglia, nel Sud-Est della Francia.
Tuttavia a 11 anni è con il Saint-Raphael, formazione di un paese vicino, sotto il falso nome di Eric Bouyer, un ragazzino della squadra in quel momento indisponibile, che partecipa ad un importante torneo a Milano, cui prende parte anche la formazione giovanile del Barcellona.
La squadra di Ginola vince, ma David, eletto miglior giocatore, e chiamato Bouyer dallo speaker, ci mette un bel po' a presentarsi a ritirare il premio. Alcuni scout presenti si mettono anche alla ricerca dei genitori di Eric, non sapendo che in realtà si tratta di un altro ragazzo.
"Dicono che il vero Bouyer si vanti ancora di essere stato contattato da un grande club da ragazzo", scriverà il Ginola nella sua autobiografia, 'Le Magnifique'.
David, che da ragazzo segue con grande interesse le gesta di Michel Platini al Saint-Etienne, a 13 anni passa al Nizza, meno di un'ora d'auto da Saint-Maxime. Studia in un collegio cittadino molto impegnativo, e anche per questo può allenarsi meno dei compagni. Dopo il debutto con la Squadra Riserve in Terza divisione francese nella stagione 1983/84, Piero Alonzo, responsabile delle giovanili del Nizza, convoca il padre di David.
"Non abbiamo bisogno di suo figlio - gli dice - non pensiamo che possa giocare in Prima squadra".
Il motivo ufficiale per cui il giovane Ginola viene scartato è perché non è abbastanza strutturato fisicamente. È infatti magro e ancora basso di statura. Ma dopo esser stato visionato, su di lui punta il Tolone. David si sposta di 150 chilometri per fare un provino con gli Scorfani, lo supera e viene preso nella Squadra juniores, dove trova e fa amicizia con Frank Leboeuf.
"L'Accademia del Tolone - dirà l'ex difensore di quegli anni - era come una giungla dove ogni giovane calciatore lotta per affermare se stesso. Non è stato facile, finché il secondo anno ho incontrato un vero amico, David Ginola".
Inizialmente anche il giovane di Gassin fa fatica ad emergere, e non mancano gli aneddoti da lui raccontati nell'autobiografia.
"Un giorno ho gettato un mozzicone di sigaretta in un tappo di schiuma da barba e sono andato a letto, e poi mi sono svegliato con uno strano odore. La stanza era piena di fumo ed è scattato l'allarme antincendio. Volevano espellermi, ma si sono limitati a rimproverarmi. Da allora, ho fumato in modo da non farmi beccare".
Il fumo è un vizio che lo accompagnerà per tutta la carriera, intanto però il fisico di David cambia: cresce in un anno di 15 centimetri e, se fuori dal campo diventa l'Adone che tutte le donne desiderano, in campo è pronto per esplodere. Dopo 8 presenze in Division 3 nel 1984/85 con la Squadra riserve, nel 1985/86 segna 2 goal in 14 presenze sempre in Division 3, guadagnandosi la fiducia del tecnico della Prima squadra Christian Dalger.
L'allenatore del Tolone lo fa debuttare in Division 1 il 30 novembre 1985, quando Ginola ha ancora 18 anni. Impiegato da fantasista o ala sinistra, inizia ad incantare per il modo di intendere il calcio finalizzato, anch'esso, alla grande giocata e al gusto del bello più che al risultato in sé. Ginola colleziona 14 gare nel massimo campionato francese nel 1985/86, dando il suo contributo per la salvezza della squadra, e inizia la sua inarrestabile ascesa.
Nella stagione seguente, il 1986/87, è promosso a titolare: il bilancio è di 35 gare più una in Coppa di Francia, e anche grazie ai suoi progressi la squadra chiude al 15° posto. Intanto è convocato nella Francia Under 20 dal Ct. Roger Lemerre per disputare il prestigioso Torneo di Tolone del 1987.
Ginola dà spettacolo, segna un goal contro l'Inghilterra, diverte e fa vincere i giovani francesi, meritandosi il premio di 'Miglior giocatore'. L'andamento della competizione contiene però indiscutibili presagi di quello che gli accadrà 7 anni dopo in Nazionale maggiore.
La Francia, infatti, ottiene il primo posto battendo in finale la Bulgaria di Penev, bomber dell'edizione (ma nella squadra di Boris Angelov ci sono anche Balakov, Stoichkov e Kostadinov), ai calci di rigore per 9-8, mentre terzo giunge il Brasile, che schiera anche due ragazzi che ad USA '94 faranno la storia, Claudio Taffarel, nominato 'Miglior portiere' della competizione giovanile, e Mazinho.
Ginola in quel momento è troppo forte anche per loro, e come un ciclone continua la sua ascesa nella Division 1 1987/88, che lo vede avanzato nel ruolo di punta realizzare 4 goal in 33 presenze (più un goal in 3 gare in Coppa di Francia) e portare il Tolone al 5° posto finale, miglior piazzamento del club nella sua storia.
L'astro nascente del calcio francese partecipa nuovamente al Torneo di Tolone. È ancora la Francia Under 20 a vincere, con Ginola e Zitelli sugli scudi. Se quest'ultimo è il capocannoniere con 6 goal, David ne realizza 5, andando a segno praticamente in tutti i match: un goal alla Svizzera, 2 al Camerun, uno alla Bulgaria di Kostadinov e Letchkov (travolta 4-1) e uno nella finale contro l'Inghilterra di Paul Gascoigne, nei tempi supplementari (4-2 per i giovani Galletti).

In tanti lo vogliono, e alla fine ad aggiudicarselo è l'ambizioso Racing Club di Parigi, allenato da Artur Jorge, e sponsorizzato dalla casa automobilistica Matra. Utilizzato nel tridente d'attacco assieme al centravanti Anziani e al 'Principe' di Montevideo, Enzo Francescoli, Ginola dà spettacolo con 7 reti in 29 presenze e un goal in 2 gare di Coppa di Francia.
La squadra, che ha in rosa anche Luis Fernandez, campione europeo del 1984 e futuro allenatore di David, nonostante le prodezze del giovane talento, rimane nelle posizioni di bassa classifica e si salva dalla retrocessione soltanto per differenza reti rispetto allo Strasburgo. Come se non bastasse, nell'estate successiva Jorge torna in Portogallo per problemi personali, la Matra ritira la sponsorizzazione e il presidente Lagardère abbandona il progetto.
Il Racing Club Parigi deve allora vendere tutti i suoi migliori giocatori, tenendo i giovani francesi, fra cui anche David Ginola. La squadra è affidata al polacco Henryk Kasperczak. La stagione è però disastrosa, la compagine parigina conclude penultima al 19° posto, ad un punto dal 18° che l'avrebbe mandata agli spareggi, e retrocede in Division 2. Ginola non incide, con appena un goal in 32 presenze.
In Coppa di Francia, tuttavia, David e compagni sono protagonisti di un'entusiasmante cavalcata. Il Racing elimina ai quarti di finale il Bordeaux e in semifinale i favoriti dell'Olympique Marsiglia (esaltante vittoria per 3-2 al Velodrome), e, già retrocesso, si guadagna la finale. Qui è però il Montpellier di Blanc a imporsi 2-1. A Ginola resta solo la gioia effimera del goal della bandiera nei tempi supplementari.
A Parigi, del resto, la sua condotta fuori dal campo non è esemplare: feste continue, alcol, donne. Le sue abitudini mettono in crisi anche il rapporto con la fidanzata Coraline.
"Non le piaceva il fatto che tornassi spesso alle quattro del mattino e a volte puzzassi di profumo di donna - scriverà Ginola nella sua autobiografia - . Me lo disse chiaramente, ma io non volevo sentire e continuavo a fare le stesse cose, dando ascolto agli amici. Un giorno ha fatto le valigie nel cuore della notte ed è uscita di casa. Dopo un po' mi chiamò sua madre: 'Anche se non ami mia figlia, non lasciarla sola a Parigi'. Andai a cercarla, e dopo un'ora la trovai in una cabina telefonica".
"Si lamentò della mia maleducazione, voleva tornare subito a Saint-Maxime e mi chiese di portarla all'aeroporto di Orly. Improvvisamente mi resi conto di quanto la amassi, e di quanto fosse importante la stabilità nella mia vita personale. Sono riuscito a convincere Coraline a tornare, e da allora ho trascorso molto più tempo con lei, lasciando perdere gli amici".
Getty ImagesDAL BREST A STELLA DEL PSG
Con il Racing Parigi retrocesso e al collasso economico, è chiaro a tutti che Ginola cambierà maglia nell'estate del 1990. Tuttavia il club tira molto sul prezzo, scoraggiando diverse società, fra cui anche l'Olympique Marsiglia di Tapie. Quando le pretese economiche vengono abbassate, solo il Brest è rimasto sulle tracce di David, che si trasferisce dunque nel club biancorosso.
L'impatto di Ginola è positivo, ma presto anche il presidente François Ivinek va in difficoltà economiche e chiede aiuto ad un socio d'affari parigino, che porta nel club l'ufficiale delle Forze speciali francesi Philippe Legorge. Quest'ultimo sottopone a novembre la squadra ad un addestramento di tipo militaresco a Le Mans.
David è fra i più brillanti, e a suon di dribbling, tunnel agli avversari e goal (6 in 33 presenze) dà un apporto fondamentale alla salvezza, con la squadra che si classifica undicesima. Ma i pesanti debiti contratti dal club portano la Federazione a decretare la retrocessione d'ufficio in Division 2 della squadra.
Ginola trova intanto serenità nella sua vita personale, sposando l'amata Coraline nel giugno del 1991.
"Il giorno del mio matrimonio - scriverà nell'autobiografia - è stato uno dei più felici della mia vita".
Resta al Brest, in Division 2, anche nella stagione 1991/92, ma le cose si mettono male. La nuova proprietà che rileva il club, i proprietari di una piccola compagnia aerea in Bretagna, puntano a fare cassa vendendo tutti i migliori giocatori, rimasti per tre mesi senza stipendio.
Se in campo David continua a giocare e a segnare (8 goal in 17 presenze), fuori dal campo guida la rivolta della squadra contro la proprietà. L'avrà vinta lui: il club a dicembre è dichiarato fallito ed è costretto a rilasciare tutti i giocatori e a corrispondere loro una liquidazione.
Svincolato, Ginola può ora decidere il suo futuro e ascoltare le offerte che avanzano le big di Francia. Quella del PSG sopravanza la proposta economica del Marsiglia di Tapie, e così ancora una volta il maggior talento di Francia snobba l'OM per accasarsi in forza ai rivali, guidati da quell'Artur Jorge che lui conosce bene.
Raggiunge la squadra a Tampa Bay, negli Stati Uniti, dove si trova per il ritiro invernale, ma si perde la nascita del suo primogenito Andrea, quello che dirà essere uno dei grandi rimpianti della sua vita. Il fenomeno francese disputa dunque la seconda parte della stagione 1991/92 con la squadra parigina, che conclude al terzo posto alle spalle di Marsiglia e Monaco.
L'ascesa del PSG nel calcio francese è tuttavia inesorabile e va di pari passo con la crescita di David, che dopo 3 goal in 15 presenze, nel suo secondo anno ne colleziona 6 in 34 considerando unicamente il campionato, che vede la squadra seconda alle spalle del solito OM (travolto tuttavia dal caso Valenciennes) ma ben 10 in 49 gare complessivamente, con il suo nome che inizia a diventare popolare anche in Europa.
In Coppa UEFA infatti squadra francese, elimina il Napoli e il Real Madrid. Ginola è il grande protagonista della doppia sfida con i Blancos: goal e assist nella rimonta 4-1 al Parco dei Principi e rete della bandiera nel k.o. per 3-1 al Bernabeu nel match di andata. I francesi raggiungono le semifinali, ma qui perdono con la Juventus di Roberto Baggio.
GettySpeciale è l'intesa che Ginola sviluppa con George Weah, la punta di diamante della squadra, dentro e fuori dal campo. Alla fine della stagione arriva il primo trofeo della sua carriera di club, la Coppa di Francia, che il PSG si aggiudica il 12 giugno strapazzando 3-0 il Nantes. Fra i marcatori anche il fenomenale Ginola, autore della seconda rete.
La sua avventura sotto la Tour Eiffel prosegue l'anno seguente con il titolo più bello: Ginola, autore di 13 reti in 38 presenze, e i suoi compagni, sempre guidati dal portoghese Artur Jorge, spezzano il dominio marsigliese e portano il PSG al secondo Scudetto della sua storia. Le sue giocate in velocità sono come opere d'arte che spaccano in due le partite.
In Coppa delle Coppe la squadra parigina elimina nuovamente il Real Madrid nei quarti di finale (ma stavolta senza show di Ginola).
Fioccano, e non potrebbe essere altrimenti, anche i riconoscimenti personali: alla fine del 1993 il fantasista transalpino è nominato 'Calciatore francese dell'anno' , mentre l'anno seguenteè il 'Il Miglior giocatore della Division 1' per l'Assocalciatori francese (UNFP).
IL SOGNO E L'IMPERDONABILE ERRORE
Tutti i tifosi francesi sognano che David Ginola possa essere per la Francia degli anni Novanta quello che Platini era stato negli anni Ottanta. Il fantasista, convocato da Michel Platini, debutta il 17 novembre del 1990 nelle Qualificazioni ad Euro '92 subentrando a gara in corsa contro l'Albania quando ancora è un giocatore del Brest.
La seconda presenza la fa quasi due anni dopo, nell'agosto 1992, quando C.t. è diventato Gerard Houllier, la Francia ospita il Brasile in casa e perde 2-0. Partecipa quindi alla campagna per USA '94, che parte male, con un k.o. esterno in Bulgaria, ma è raddrizzata con vittorie pesanti contro Austria, Finlandia e Svezia.
A tre giornate dalla fine del girone, i Bleus comandano con 13 punti, uno in più della Svezia, seconda con 12, e 3 in più della Bulgaria, terza a quota 10. Il primo match-ball qualificazione arriva il 13 ottobre al Parco dei Principi di Parigi. I Galletti sfidano il fanalino di coda del girone, Israele, ma, nonostante una prestazione di alto livello di Ginola, autore di un gran goal e di un assist, gli ospiti rimontano imponendosi 3-2, con il goal vittoria che arriva dopo la sostituzione di David con Djorkaeff.
"Ho giocato una delle migliori partite per la nazionale - dirà Ginola -. Pensavo che fosse l'inizio di una lunga e fortunata carriera internazionale".
Invece le cose andranno diversamente, per il gioiello della Francia. Ai Bleus basta un pareggio contro la Bulgaria il 17 novembre 1993. Al Parco dei Principi tutti si aspettano una facile vittoria francese. Houllier sceglie di mandare inizialmente in panchina Ginola, preferendogli Cantona e Papin. David non la prende bene, rilasciando dichiarazioni al veleno alla stampa.
"Nessuno degli allenatori dopo Israele mi ha detto: 'Hai giocato bene, ma contro la Bulgaria vogliamo provare qualcosa di diverso'. L'avrei capito e mi sarei preparato psicologicamente. La notizia mi è arrivata durante un'intervista, mi sono arrabbiato e allora ho detto che alcuni giocatori vengono scelti per le loro qualità personali, ma non ho fatto nomi".
L'intervista esce e manda in subbuglio lo spogliatoio. Ginola si chiarisce con Cantona e Papin, ma Houllier non la prende bene.
"Ha rovinato tutto - dirà - la Nazionale non era coesa. Volevo cacciarlo dalla squadra, ma non ne ho avuto il coraggio. Inoltre, il secondo allenatore Aimé Jacquet mi ha dissuaso: 'Dobbiamo calmarci e alleviare la tensione. Ginola può tornare utile nel gioco' ".
Al Parco dei Principi segna Cantona nel primo tempo, poi, però, Kostadinov pareggia di testa. L'1-1 qualificherebbe i Galletti, ma al 69' la gara inizia a girare con il problema fisico di Jean-Pierre Papin, chedeve lasciare il campo: al suo posto Houllier inserisce proprio Ginola, idolo dei parigini, e di fatto i Bleus restano senza prime punte. In campo, poi, i transalpini appaiono impacciati, quasi bloccati dalla responsabilità che ricade sulle loro spalle.
La tragedia sportiva si materializza a venti secondi dal 90', quando la Francia ottiene un calcio di punizione in attacco lungo la fascia destra. Quest'ultima è battuta corta e la palla termina sui piedi di Ginola, che se fosse un altro giocatore la terrrebbe nei pressi della bandierina del calcio d'angolo e farebbe scorrere il tempo. Invece David si prende il rischio, va sul fondo e tenta un improbabile cross sul secondo palo per Cantona.
Il suo traversone è impreciso e troppo forte, e anziché raggiungere l'attaccante, si trasforma in un assist involontario per Kremenliev, che può così avviare il contropiede ospite. Dopo 10 secondi, Emil Kostadinov ha consumato la vendetta della Bulgaria, sconfitta due volte dai Bleus a livello di Nazionali giovanili: con una violenta conclusione Lama è battuto, gli ospiti sono avanti 2-1.
Poco dopo l'arbitro fischia la fine. Davanti ai propri tifosi, la Francia è sorprendentemente eliminata e per la seconda volta di fila è fuori dai Mondiali. Se Kostadinov diventa l'eroe della Bulgaria, dall'altra parte tutte le colpe della debacle vengono attribuite a Ginola.
"David sa giocare a calcio, peccato abbia il cervello di un bambino dell'asilo. Ha commesso un crimine contro la coesione e lo spirito di squadra - tuona il C.t. dei Galletti, Houllier, parlando con i giornalisti -, ha sparato un missile Exocet al cuore della Francia... [...]Non c’è bisogno che andiate a cercare molto lontano. La nostra eliminazione è lì in quell’ultimo pallone che è andato dalla loro bandiera del calcio d’angolo alla rete di Bernard Lama".
“Sono cresciuto pensando che il calcio fosse uno sport di squadra - replicherà successivamente Ginola -, che si vincesse e si perdesse sempre in 11. Quella sera invece io ero per quasi tutti l’unico colpevole di quella sconfitta. A cominciare da Gerard Houllier e dai miei compagni di squadra, che preferirono starsene in silenzio, lasciando che accusassero solo me di quella sconfitta".
Anche se un mese dopo sarà insignito del premio di 'Calciatore francese dell'anno', e a fine stagione sarebbe stato gratificato dal titolo francese vinto con il PSG e dal premio di 'Migliore giocatore della Division 1', assegnatogli dai giornalisti, quell'episodio avrebbe segnato negativamente la carriera da calciatore di David Ginola. Da quel momento in poi, infatti, il talentuoso fantasista sarebbe stato fischiato dai tifosi in ogni campo di Francia, fatta eccezione per la sua Parigi.
"Mio nonno di 85 anni per effetto di questa situazione è quasi morto di ansia - racconterà il calciatore nella sua autobiografica -, e i miei genitori hanno subito pesanti insulti sul lavoro. Quell'errore mi perseguiterà per il resto della mia vita, una persona più fragile ne sarebbe stata distrutta".
Jacquet subentra nella panchina dei Bleus al posto di Houllier e David resta comunque nel giro della Nazionale francese fino al 1995. Nella prima partita dopo la disfatta del Parco dei Principi è ancora protagonista: a Napoli i Galletti superano 0-1 l'Italia di Arrigo Sacchi.
Decide, nemmeno a dirlo, un break palla al piede di Ginola, che dopo una delle sue brucianti accelerazioni, smarca in area Djorkaeff offrendogli l'assist per il goal della vittoria. Il 29 maggio 1994 gioca l'ultima grande gara in Nazionale: con un goal e un assist stende il Giappone nella finale della Coppa Kirin e consegna il trofeo ai Bleus.
Segna un'altra rete alla Slovacchia nella Primavera del 1995 nelle qualificazioni a Euro '96, ma il 6 settembre dello stesso anno, quando già gioca in Inghilterra, disputa gli ultimi 24 minuti della sfida contro l'Azerbaijan, valida anch'essa per le qualificazioni. Si gioca ad Auxerre, e durante il riscaldamento prima dell'ingresso in campo i tifosi fischiano David e invocano l'ingresso del beniamino di casa Cocard.
"'Fai entrare lui', dissi a Jacquet. Ma il Ct. insistette: 'No, giochi tu'. E così entrai. Vincemmo 10-0 ma ero arrabbiato per il trattamento ricevuto dai tifosi. Così dissi a Jacquet: 'Vengo da Newcastle, dove a tutti piace essere fischiati in Francia, no?'. E non venni più convocato in Nazionale".
Di fatto la carriera con la Francia di Ginola finisce lì, a 28 anni, con un bilancio modesto di 17 presenze e 3 goal per un calciatore della sua caratura. Non sarà preso in considerazione né per gli Europei del 1996 né per i Mondiali casalinghi del 1998, probabilmente la delusione più grande dell'intera carriera di David.
Quei Mondiali Ginola li ha vissuti solo come opinionista della BBC e di TF1.
"Ho guardato tante partite, ne ho discusso e ho costantemente pensato: 'Che cosa sto facendo qui? Io dovrei essere in campo ad aiutare il mio Paese - scriverà nell'autobiografia -. Quando la Francia ha battuto il Brasile, desideravo tornare in albergo il prima possibile. Mentre migliaia di miei connazionali stavano festeggiando per le strade, io non potevo gioire. E stetti davanti ad una finestra a piangere. Mi incolpai di aver privato i miei genitori della possibilità di essere orgogliosi di me quel giorno".
E di recente, in un talk show televisivo, ha ammesso:
"Quanto penso a quella Coppa del Mondo vinta senza di me? Tutti i giorni".
Getty Images'L'ESILIO' DORATO IN INGHILTERRA
Il 1994/95 è l'ultimo anno di Ginola al PSG. Il 'Miglior calciatore della Division 1' precedente secondo i giornalisti, vive un'altra bella stagione con la maglia dei parigini, nonostante i fischi in tutte le città al di fuori di Parigi.
In campionato la squadra si piazza terza alle spalle di Nantes e Olympique Lione,con David autore di 11 reti in 28 presenze. Debutta anche in Champions League (9 presenze e un goal), torneo nel quale raggiunge le semifinali, eliminato dal Milan di Capello.
Nei quarti contro il Barcellona le prestazioni più belle del fantasista, che gli fanno guadagnare l'appellativo di 'El Magnifico'. Tradotto in lingua francese, 'Le Magnifique',soprannome che lo accompagnerà da lì in avanti.
Il rapporto fra Ginola e Luis Fernandez, subentrato ad Artur Jorge, nonostante la nomina di David a capitano, non è idilliaco, e il giocatore ancora una volta non lo nasconde.
"Mi ha costretto a trattare il calcio come una guerra - dirà di lui nella sua autobiografia -, ma per me è un'arte".
Nelle Coppe nazionali arriva tuttavia 'un bel double': i parigini conquistano prima la Coupe de la Ligue con un 2-0 sul Bastia firmato Roche e Rai. Il 13 maggio il PSG fa il bis e supera 1-0 lo Strasburgo e conquista la Coppa di Francia (la seconda per Ginola) con un goal di Le Guen.
Sono le ultime gioie francesi per Ginola, che dopo 40 goal complessivi in 152 presenze con i parigini, nell'estate 1995 è uno dei protagonisti del calciomercato. Se in Francia tanti lo contestano, in Spagna ha tanti ammiratori e sembra che il suo passaggio al Barcellona del suo idolo Johan Cruijff sia scontato.
"Durante l’estate del 1995 - racconterà il francese nell'autobiografia - Johan Cruijff mi invitò ad un torneo di golf per la sua fondazione a Terragona. Mi disse che mi voleva a tutti i costi, che ammirava il mio modo di giocare e che io ero la sua priorità assoluta, ma che avrebbero dovuto cedere Stoichkov o Hagi per farmi spazio in rosa. Io già mi vedevo con la maglia blaugrana correre su e giù per il Camp Nou e passeggiare con mia moglie per le Ramblas".
Ma il mercato in uscita dei catalani non si smuove e Ginola finisce in Premier League con il Newcastle United. I Magpies versano 2 milioni e mezzo di sterline, circa 3 milioni di euro, nelle casse del PSG per aggiudicarsi il cartellino di Ginola. I bianconeri la spuntano sull'Arsenal, anch'esso interessato al calciatore francese, ma che aveva presentato un'offerta economicamente inferiore. Ma i motivi che spingono David ad accettare sono di altro tipo:
"Kevin Keegan è stato il motivo principale per cui ho firmato per il Newcastle. - rivelerà - Se non fosse stato per lui non sarei mai andato a giocare in Inghilterra nell'estate del 1995".
Quando David sbarca nell'universo Premier League è come un extraterrestre per chi, come gli inglesi, è spesso abituato a guardare solo in casa propria. Così alla conferenza stampa di presentazione gli viene chiesto:
"Chi è Ginola?".
Ma presto anche i tifosi e le inglesi David, messo nelle condizioni migliori per rendere, ovvero privo di compiti tattici stringenti e di far male alle difese avversarie con la sua tecnica sopraffina, la velocità e i cambi di direzione, fa ammattire le difese avversarie e volare i Magpies.
Con Les Ferdinand e Gillespie, Ginola completa un tridente offensivo spettacolare e il Newcastle vola, portandosi al vertice della classifica e accumulando a metà stagione un vantaggio di 12 lunghezze sul Manchester United dei giovani.
L'unica a non trovarsi bene nel clima freddo e grigio dell'Inghilterra settentrionale è sua moglie Coraline:
"Quando arrivai per lusingarla la portarono in giro per Newcastle con la Rolls Royce del Presidente Sir John Hall, per mostrarle le 'bellezze' della città, mia moglie tornò a casa in lacrime e mi disse: 'Ma non vorrai davvero venire a giocare in questo schifo di posto?'".
Keegan gli concede così la possibilità di tornare ogni tanto in Francia. Fuori dal campo, poi, il bel Ginola è richiestissimo dal mondo della pubblicità. L'Oreal gli fa girare uno spot che diventerà famoso in tutto il mondo in cui David pronuncia in inglese la celebre frase: "Perché io valgo".
Ma in campo qualcosa nel giocattolo dei Magpies si rompe, qualche giocatore si stanca di dover supportare un giocatore come David e coprirgli le spalle, in più il Manchester United, ritrovato il miglior Cantona dopo la fine della squalifica, inizia a ottenere vittorie su vittorie. Il Newcastle sente il fiato sul collo dei rivali e fra febbraio e marzo vince appena 2 partite su 8, nonostante l'arrivo nel mercato invernale di Tino Asprilla.
Il 4 marzo 1996 Cantona decide lo scontro diretto, e quando i Magpies, che erano stati definiti gli Entertainments per il bel gioco espresso, cadono anche con il Liverpool (4-3 in rimonta per i Reds, nonostante una rete di Ginola) il sorpasso (per differenza reti) è cosa fatta. Keegan ci crede ancora, invece il Newcastle perde anche le ultime due gare e arriva secondo.
La delusione di Ginola, diventato un beniamino dei tifosi per il suo modo di interpretare il calcio è mitigata dagli stessi fans, che vengono a consolarlo a casa sua per la bella stagione che ha regalato loro. Il Newcastle e Keegan ci riprovano nella stagione seguente, il 1996/97, che si apre con la sconfitta netta nello Charity Shield (4-0 contro i rivali dello United).
GettyIn campionato, tuttavia, la partenza dei Magpies, che in estate hanno vinto l'asta per il bomber Shearer, è a razzo, con 7 vittorie su altrettante partite dalla 3ª alla 9ª giornata. Fra Alan e David la scintilla a livello personale non scocca: i due sono molto diversi, professionale all'estremo il primo, guascone e poco propenso alla fatica il secondo.
Ma in campo l'intesa arriva presto: Ginola suggerisce, Shearer segna. Il 20 ottobre i due demoliscono il Manchester United, travolto 5-0 al St. James Park. 'Le Magnifique' gioca una grande partita e segna un bel goal a Schmeichel. In Coppa UEFA, il francese firma un'altra splendida rete ai danni del Ferencvaros.
Se in Europa il cammino dei Magpies si interrompe nei quarti contro il Monaco, in campionato il copione della stagione finisce per essere lo stesso della stagione precedente. Nelle 10 giornate successive al successo sul Manchester United il Newcastle vince solo due volte (quattro sconfitte e quattro pareggi) e il giorno dopo la vittoria per 7-1 sul Tottenham Kevin Keegan si dimette e in panchina arriva Kenny Dalglish.
La squadra va a corrente alternata e si piazza nuovamente seconda alle spalle del Manchester United. Il campionato di Ginola è al di sotto delle attese, con 24 presenze e una rete,complice il rapporto con il nuovo tecnico.
"Mi disse di stare buono sulla fascia e di non accentrarmi - ricorderà Ginola nell'autobiografia - quando qualsiasi allenatore avrebbe sfruttato il fatto che io fossi ambidestro e potessi calciare con entrambi i piedi. Un giorno ho dribblato e mi sono accentrato, e Shearer mi ha urtato, andando poi a parlare con Dalglish. In un'intervista dissi che l'allenatore mi trattava come se avessi una relazione con sua moglie. Ha rovinato quello che di buono aveva costruito Keegan".
Ginola è così venduto al Tottenham nell'estate del 1997. All'età di 30 anni il giocatore francese si trasferisce a Londra per 2 milioni di sterline (circa 2 milioni e 300 mila euro) e incantare ancora con il suo calcio di pura estetica. Segna 6 goal in 34 presenze, ma gli Spurs chiudono al 14° posto.
Cruijff lo definisce per il suo stile "il miglior giocatore del Mondo", e nella sua seconda stagione londinese lui che gioca con il 14 in onore del campione olandese conquista la League Cup, con una vittoria in finale per 1-0 sul Leicester City. Sarà l'unico trofeo vinto nella sua esperienza inglese.
Nei quarti di finale dell'FA Cup, inoltre, realizza contro il Barnsley un'altra delle perle della sua carriera calcistica. Regala la maglia ad un tifoso, ma poi, dopo aver saputo che non c'era quella di riserva, è costretto a richiederla indietro.
GettyAl termine della stagione 1998/99(30 presenze, 3 goal e 10 assist), chiusa con un anonimo 11° posto in campionato,è il primo calciatore straniero ad essere nominato 'Footballer of the Year', 'Calciatore dell'anno', sia dai suoi colleghi calciatori, sia dai giornalisti.
"Una volta i tifosi dopo una partita persa mi dissero con le lacrime agli occhi: 'Giochiamo male, ma almeno tu ci consoli un po' ".
Nel 1998 fa anche da testimonial per la campagna anti-mine della Croce Rossa.
"Pensavo fosse uno scherzo, nessuno può rimpiazzare Lady Diana. Invece sono stato in Cambogia e in Angola e ogni viaggio è stato incredibile. Quando torni a casa pensi che dovresti portare i tuoi figli a vedere la realtà di quella miseria“.
Ginola resta al Tottenham un terzo anno, in cui continua a giocar bene e segna 4 goal in 36 gare di Premier. Di nuovo, però, la squadra non va oltre il 10° posto. Il rapporto fra David e il suo allenatore George Graham, inoltre, è conflittuale e porterà all'addio del calciatore nell'estate del 2000.
“Ero troppo amato dal pubblico - sosterrà il francese - e per lui, che ha un grande ego, sarebbe stato difficile gestire qualcuno di più forte”.
GLI ULTIMI SPRAZZI DI UN TALENTO INCOMPIUTO
A 33 anni Ginola, salutato il Tottenham con 18 goal in 116 presenze, si trasferisce all'Aston Villa, ma la sua a Birmingham non sarà un'avventura fortunata. Nuovi problemi con un tecnico, in questo caso John Gregory, che lo paragona ad un pupazzo grasso della Tv inglese, Mr. Blobby, e lo toglie presto dall'undici titolare.
"Ho sempre badato alla cura del mio corpo - dirà - e per me fu molto difficile accettare una cosa simile".
Dopo aver fatto goal contro il Manchester City, Ginola esulta allora in modo polemico togliendosi la maglia e mostrando il suo addominale scultoreo come risposta al tecnico. In un anno e mezzo con i Villans il francese mette insieme in tutto 41 presenze e 5 goal, vincendo anche una Coppa Intertoto nel 2001. Ma la seconda stagione vede calare drasticamente presenze e rendimento.
Nel gennaio 2002 passa all'Everton, dove è ricordato più che altro per un aneddoto di Paul Gascoigne, che si presenta al primo allenamento del francese con una vistosa parrucca bionda per prenderlo in giro e svolge l'intera seduta conciato in quel modo.
Nei sei mesi con i Toffees colleziona appena 5 presenze, e a fine anno, all'età di 35 anni, decide di ritirarsi dal calcio giocato.
GettyStudia recitazione, sognando l'approdo nel Mondo del cinema, senza avere tuttavia grande successo. Oltre al figlio maschio, Andrea, da sua moglie Coraline ha avuto anche una femmina, Carla, che lavora oggi nel mondo della moda.
'Le Magnifique', smessi i panni del calciatore, frequenta spesso i salotti televisivi nei panni di opinionista, e si candida persino alla presidenza della FIFA. Nel maggio del 2016 è colto da un arresto cardiaco durante una partita di beneficenza. Lo salvano la prontezza di riflessi di Frederic Mendy, ex difensore del Bastia, che gli esegue il massaggio cardiaco, e la presenza di un defibrillatore a bordo campo. In ospedale gli vengono poi impiantati quattro bypass.
"Mi sono sentito mancare e poi sono crollato a terra - racconterà -. È stata una situazione molto spaventosa anche perché non c'erano stati avvertimenti, niente allarmi. Ad un certo punto ho sentito un forte dolore all'inguine ma comunque ho voluto giocare".
"Gli altri pensavano che stessi scherzando, poi è stato un mio amico a capire la gravità della situazione. Ho ingoiato la lingua e i miei amici hanno fatto di tutto per tirarla fuori ma i miei denti continuavano a chiudersi. Non respiravo e intanto il cuore si era fermato. Il mio cuore si è fermato per almeno otto minuti".
Ginola, 'Le Magnifique' del calcio, fa così il dribbling più importante, riprendendosi la sua vita. Poi divorzia dalla moglie Coraline, dopo 25 anni di matrimonio.
Spesso ripensa alla sua carriera con tanta nostalgia e molti rimpianti. Chi lo ha visto giocare e ha esultato ai suoi bellissimi goal, si domanda come sia possibile che un giocatore della sua classe abbia vinto così poco. Perché Ginola è stato così: bravo, bello e dannato.
