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AdaniGetty

L'Adani calciatore: l'Inter, i trofei alla Fiorentina e il troppo amore per il Brescia

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Quasi 200 presenze in Serie A, oltre 150 in Serie B, cinque gettoni con la Nazionale. Oggi Daniele Adani è uno dei volti del calcio in tv, sulla Rai e sulla BoboTv, per 9 anni uno degli uomini di punta di 'Sky Sport' (fino all'annuncio dell'addio durante Inghilterra-Danimarca di Euro 2020) e ha ottenuto una nuova popolarità. Anche da calciatore si era costruito un nome importante e una forte reputazione. Che lo ha portato a pochi trofei, ma a vestire maglie importanti e vivere momenti unici.

La carriera di Adani è iniziata nel Modena, nelle giovanili, dove la Lazio è andata a pescarlo. Giocava inizialmente da centrocampista avanzato, poi si è spostato al centro della difesa. L'esperienza in biancoceleste durò qualche mese: nel novembre 1994, a 20 anni, sarebbe andato al Brescia, club al quale ha legato, più che agli altri, il suo nome da calciatore. Ha esordito a 20 anni. Ben presto è diventato una colonna della rosa, con cui ha ottenuto una promozione e due retrocessioni.

L'ultimo anno, in Serie B, è stato allenato da Silvio Baldini, attuale tecnico della Carrarese che lo stesso Adani ha definito tra i migliori in Italia. I due hanno anche lavorato insieme per pochi mesi al Vicenza, nel 2011, dove Adani era vice-allenatore. Ha lasciato il club lombardo nel 1999, dopo cinque anni, 165 presenze e una Serie B conquistata nel 1997. Sarebbe andato a conquistare la propria seconda coppa messa in bacheca nella sua carriera, alla Fiorentina.

In Viola Adani ha giocato la sua prima Champions League, eliminando l'Arsenal, sfidando il Barcellona e i campioni uscenti del Manchester United. L'avventura della Fiorentina si è conclusa ai quarti. Adani però si era messo in luce e Giovanni Trapattoni, allora CT della Nazionale, decise di convocarlo in azzurro. Con l'Italia Adani ha giocato soltanto 5 partite, tutte amichevoli. Non è riuscito a conquistare un posto per il Mondiale del 2002 e nemmeno per Euro 2004. L'ultima presenza in azzurro è stata il 31 marzo 2004 contro il Portogallo.

Gli anni con l'Italia sono statii anche i suoi anni migliori: nel 2001 è arrivato a vincere la Coppa Italia con la Fiorentina, il suo secondo e ultimo trofeo della carrriera dopo la B di quattro anni prima vinta col Brescia. Avrebbe sperato di vincere di più all'Inter, che nel 2002 dopo il fallimento della Fiorentina aveva deciso di puntare su di lui. Sognava lo scudetto, non è riuscito a raggiungerlo. L'esperienza nerazzurra, però, gli portò molto altro.

Adani InterGetty

Ha segnato un goal dal valore inestimabile contro la Juventus, in semifinale di Coppa Italia: un colpo di testa al 95’, in pieno recupero, mostrando la maglia ‘Francesco torna’ dedicata a un ragazzo di 15 anni che era fuggito di casa. Francesco era di Brescia, dove Adani aveva giocato. Era tifoso dell’Inter e aveva Vieri come idolo. Doveva indossarla Bobo, che peraltro era compagno di squadra di Lele. Alla fine la storia andò diversamente. Un segno del destino. Francesco tornò a casa.

In nerazzurro Adani ha conosciuto anche Mathias Almeyda, che nel 2004 lo avrebbe seguito a Brescia: a lui deve la sua enorme passione per il calcio sudamericano, come lui stesso ha sottolineato. L'argentino però nel club sarebbe durato solo tre mesi. Adani se ne andò invece a marzo 2005, facendo molto rumore. Era un periodo tormentato per il club: a inizio marzo una ventina di tifosi avevano invaso il campo d'allenamento e avevano preso Adani per la gola. Pochi giorni dopo, in conferenza stampa, il difensore annunciò la rescissione con un pesante comunicato contro tutti.

"Presidente Corioni: di fronte alle parole sincere ha provato e prova ancora una sensazione fastidiosa. De Biasi: un allenatore che se l'è sfilata di dosso, questa maglia, prima di una partita buttandola e abbandonandola per terra senza che alcun giocatore si sia mosso".

Attacchi anche ai dirigenti e ai tifosi. In quel periodo si era sparsa una voce secondo cui Adani facesse parte di sette religiose o avesse crisi mistiche. Questioni chiuse dal suo manager Paolo Conti, ex portiere, con secche smentite.

"Escludo che il mio assistito sia in preda a crisi mistica o sia vittima di qualche setta pseudoreligiosa. Daniele continuerà a giocare altrove, ha lasciato il Brescia perché scosso dall' aggressione. Bisognerebbe fare qualcosa per contrastare certe cose. A me Adani non ha mai regalato bibbie".

La carriera lo avrebbe portato all'Ascoli e all'Empoli, prima di tornare alla Sammartinese, dove ha iniziato a giocare. Il ritiro nel 2011. Poi la tv. Sognava lo scudetto, si è accontentato di altro.

“Da giocatore ero un bel rompiballe, avevo bisogno di capire tutto quello che facevo. Se trovato allenatori poco convinti, insistevo. Ho vinto poco? Ognuno ha ciò che si merita, ho giocato con grandi club, in Champions e in Nazionale".

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