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Dani Alves Juventus gfxGetty Images

Dani Alves alla Juve: una storia breve ma intensa

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Sarà stata anche solo una stagione, ma i tifosi della Juventus difficilmente la dimenticheranno. Così come non dimenticheranno Dani Alves, interprete sublime della fascia di competenza, approdato a Torino dopo aver vinto e rivinto tutto con il Barcellona.

La Vecchia Signora, nell'estate del 2016, decide di regalarsi il miglior terzino destro al mondo. Non più di primo pelo, un classe '83, ma ancora dannatamente forte. Uno che, se in buona luna psicofisica, ti cambia profondamente gli equilibri, diventando a tutti gli effetti una fonte di gioco.

Ecco perché, fiutando un vero e proprio affare, Madama non si fa scappare l'opportunità di prendere un top player assoluto. Contratto biennale e, soprattutto, tanta voglia di conquistare nuovi trofei rigorosamente a tinte bianconere.

"Non sono una persona a cui piace stare comoda. Non sono una stella, sono un gran lavoratore. Volevo cambiare aria e vivere un'esperienza diversa. Mi servivano nuovi stimoli e penso che qui a Torino li ho trovati. Ho scelto la Juve perchè mi piace sognare e voglio farlo assieme a grandi giocatori".

Dani Alves si presenta sotto la Mole con queste parole. Pensieri chiari, netti e inequivocabili. Che testimoniano come mai il brasiliano sia diventato il calciatore più titolato della storia con 44 titoli in bacheca.

E' l'annata in cui, inizialmente, la Juve fatica a trovare la massima espressione tecnico-tattica. Ma è anche l'annata di una delle tante intuizioni di Max Allegri che, con la svolta del 4-2-3-1, porta la sua (ex) squadra in finale di Champions League, salvo poi prendere quattro ceffoni dal Real Madrid.

Fin da subito, tuttavia, il matrimonio tra Dani Alves e la Juve propone due modi di vedere differentemente il calcio. Da una parte un elemento poco abituato ad arretrare, propenso sempre ed esclusivamente a premere sull'acceleratore tra estro e fantasia.

Dall'altra, invece, una formazione chirurgicamente oliata sulla fase difensiva: vera arma in più del tecnico livornese, da sempre propenso più al pragmatismo anziché allo spettacolo.

Dani Alves Juventus Monaco Champions LeagueGetty Images

In qualche modo, però, si va avanti. D'altro canto, i campioni sanno adeguarsi. E Dani Alves, in tal senso, non ha certamente bisogno di presentazioni. Insomma, avanti tutta. Fino a novembre, ovvero a Genoa-Juve, quando l'esuberante elemento verdeoro si procura una frattura composta del perone della gamba sinistra.

Infortunio brutto e scorbutico, ma che non frena minimamente l'entusiasmo dell'ex 23 bianconero - numero scelto in onore di LeBron James - sempre abituato a vedere il bicchiere mezzo pieno. E quindi, dopo oltre due mesi di duro lavoro riabilitativo, l'ex Barcellona torna in campo a inizio febbraio contro l'Inter. 

Scatta una scintilla. Scatta soprattutto Dani Alves sulla fascia destra che, il più delle volte con Barzagli a coprirgli sapientemente le spalle, si ritrova a diventare un'ala a tutti gli effetti. E che ala, capace di creare la superiorità numerica. Il tutto, a suon di genialità.

Vedi le partite contro il Monaco, valevoli per andare in finale nell'Europa che conta, gare in cui il fenomeno di Juazeiro sale al potere con assist e goal.

Poi Cardiff. Poi, improvvisamente, l'addio. Con la Juve a mettere sul piatto un anno in più di contratto. E con il diretto interessato a spingere per la soluzione Paris Saint-Germain, disposto a coprirlo d'oro. Insomma, è tempo dei saluti; dopo 33 presenze, 6 goal, un campionato e una Coppa Italia. Vinta, quest'ultima, per 2-0 contro la Lazio con rete proprio del verdeoro.

Dani Alves, così, lascia l'Italia a distanza di dodici mesi dall'arrivo. Spiegando, a caldo, i motivi del divorzio:

"Io sono un calciatore a cui piace giocare un pochino di più la palla, fare in modo che i miei compagni giochino un po’ di più, con rischi, ok, va bene… ma penso che loro non abbiano capito il mio modo di giocare e questo non mi faceva tantissimo felice. Per quello ho cercato una nuova aspirazione, una nuova avventura, però sono molto molto grato alla Juventus ".

Archiviata anche l'esperienza transalpina, El Tarántula è tornato al Barcellona dopo l'esperienza al San Paolo E, fresco di 39 primavere, non intende fermarsi. Sempre originale, sempre con il sorriso stampato sul volto, sempre alla Dani Alves. 

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