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Juventus coach Antonio Conte

Da idolo a 'nemico': Conte ritorna allo Stadium, la Juventus è solo il passato

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No, non sarà una gara come le altre: anche e soprattutto per il contesto. Antonio Conte torna allo Stadium. Già, proprio dove ha costruito l'egemonia nostrana juventina, conquistando tre scudetti e due Supercoppe Italiane. Via le paure legate a due settimi posti consecutivi. Via a un percorso denso di soddisfazioni, corali e individuali.

Si scrive Antonio Conte, si legge Juventus. Parola del numero uno della Continassa, Andrea Agnelli, intervenuto nei giorni scorsi ai microfoni di 'Tutti Convocati' su Radio 24:

"Antonio è una bandiera juventina, è Juventus da questo punto di vista. Con lui il rapporto è cordiale, disteso".

D'altro canto, 13 stagioni da calciatore-capitano e 3 da allenatore non si dimenticano. Neanche considerando l'attualità, la stessa che vede il 50enne salentino condottiero dell'I nter . Un passaggio mal digerito del popolo zebrato che, in occasione del derby d'Italia d'andata, dal settore ospiti non ha fatto mancare cori al veleno. Decibel che si preannunciano inesistenti al ritorno, con l'imminente sfida pronta a disputarsi a porte chiuse a seguito dell'allarme relativo al coronavirus.

Professionalità. Parola d'ordine in casa Conte che, fin dai tempi della Vecchia Signora, non ha mai fatto mistero di non essere legato affettivamente a una sola squadra. Tanto da diventare il primo tifoso del club rappresentato. Lecce e Juventus nella linea metodista. Arezzo, Bari, Atalanta, Siena, Juve, Nazionale, Chelsea e Inter in panchina. In parole povere: coerenza. Non soprende affatto, dunque, che l'ex bianconero in estate abbia deciso di accettare la ricca offerta di Suning. 

Juventus coach Antonio Conte

Da una parte, un grosso gruppo imprenditoriale. Dall'altra, uno dei migliori coach prendibili. Insomma, naturalezza al potere a creare i presupposti per un matrimonio felice. E l'avvio, a tal proposito, non mente.

Con i nerazzurri ad aver ritrovato l'identità dei tempi migliori, il tutto passando da due sessioni di mercato in cui l'ad Beppe Marotta ha fatto decisamente la voce grossa. Una grande rosa per un grande mister.

Restano i ricordi. Come, ad esempio, la Champions League del 1996. L'ultima vinta dal Madama con in campo, tra gli altri, Conte. E resta anche lo scudetto datato 5 maggio 2002, con la Juve a soffiarlo all'ultima curva proprio all'Inter: "C'è poco da parlare: stiamo godendo".

Dichiarazione a caldo firmata dall'ex numero 8 zebrato. Due trofei ancora impressi nella mente del popolo bianconero, che nel leccese vedeva un vero e proprio leader.

Ora, invece, è rivalita. Piena e inevitabile. Con l'incubo degli incubi per i tifosi juventini: Conte a riportare i nerazzurri sul tetto d'Italia. Passando, magari, dal colpaccio all'Allianz Stadium.

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