Primo minuto della ripresa all'Olimpico Grande Torino: Dejan Kulusevski ha il possesso del pallone accanto alla linea laterale del campo, ma con un improvvido retropassaggio serve un avversario, ovvero Sanabria, bravo a involarsi verso Szczesny e a batterlo, pur con l'evidentissima complicità del portiere polacco della Juventus.
Dove avevamo già visto una scena del genere? Sempre a Torino, ma all'Allianz Stadium, tana della Juve. Sabato 6 marzo, meno di un mese fa. Sempre Kulusevski, sempre in quella zona di campo. Un retropassaggio praticamente identico, allora per il laziale Correa, che come Sanabria intercettava il pallone, lo conduceva verso l'area bianconera e lo piazzava in rete.
Di diverso, il risultato. Contro la Lazio, la Juventus riusciva a rimontare lo svantaggio iniziale e a vincere per 3-1. Contro il Torino, solo una rete negli ultimi minuti di partita ha evitato alla banda Pirlo la seconda sconfitta consecutiva dopo il disastro compiuto contro il Benevento, allontanando in ogni caso i campioni d'Italia in carica dal sogno del decimo Scudetto consecutivo.
Di identico, come detto, l'errore di Kulusevski. Uno dei simboli di una stagione in cui l'ex parmense, dopo una buona partenza, non è riuscito a giustificare i 35 milioni di euro, più altri 9 di bonus, con cui la Juventus lo ha strappato all'Atalanta nel gennaio di un anno fa.
"Sta reagendo da campione - diceva Pirlo dopo la gara contro la Lazio, parlando proprio dello svedese - Quando arrivi alla Juventus a 20 anni hai tante pressioni, non è la stessa cosa che giocare nel Parma. Qui ogni partita è importante, ogni passaggio è importante. Sta dimostrando di essere un grande campione".
Getty ImagesLa realtà dei fatti sta invece sottolineando in maniera piuttosto impietosa le difficoltà di Kulusevski. Che, ovviamente, vanno di pari passo con quelle di tutta la squadra. Spaesato, senza compiti chiari, a volte volenteroso ma fumoso e altre volte opaco, l'ex gialloblù non è riuscito a imporsi come avrebbe desiderato.
Alla vigilia della gara di Cagliari del 14 marzo, Pirlo ha avanzato l'ipotesi concreta di cambiargli ruolo: centrale di centrocampo, "perché ha il fisico per farlo". Ma fino a questo momento non ha dato seguito ai propri propositi. Neppure in una partita in cui i centrocampisti a disposizione erano pochi, considerata l'assenza contemporanea - e punitiva - di McKennie e Arthur.
"Ho cambiato tante volte ruolo e non sono abituato - ha detto negli scorsi giorni Kulusevski - Ho giocato in una posizione nuova in ogni partita. Al Parma toccavo più palla, ora devo adattarmi di più agli altri giocatori. Ci vorrà del tempo, ma è utile capirlo alla mia età. È stato istruttivo. La mia posizione preferita? Da ’10’, trequartista dietro agli attaccanti". E poi: "Non è la cosa più facile al mondo entrare nella Juventus a 20 anni e giocare tutte le partite che ho giocato io. È stata una cosa completamente nuova".
Parole chiare, sintomatiche di un processo di ambientamento non ancora completato. Kulusevski ha qualità, e su questo non ci piove. Però non sta trovando il modo di riversarle concretamente in campo. Servire gli avversari, lanciandoli a rete, non è il miglior modo per conquistarsi e mantenere la fiducia dell'ambiente.


