Pubblicità
Pubblicità
Romelu Lukaku Chelsea ArsenalGetty

Cristiano Ronaldo, Lukaku e Donnarumma: perdere l’amore

Pubblicità

Ricorderemo a lungo l’estate appena trascorsa come quella in cui abbiamo riconquistato la passione verso i colori della nostra Nazionale, sul tetto d’Europa con unica sfrontatezza e profondo orgoglio, e allo stesso tempo perso l’amore. I giocatori che più tra gli altri, nelle ultime stagioni, ci hanno legato all’ideale di rinascita della Serie A, piombata nuovamente nelle riflessioni sull’appeal e sulla capacità, o meno, di trattenere le proprie stelle.

C’è un nesso tra gli addii di Cristiano Ronaldo, Romelu Lukaku e Gianluigi Donnarumma, in fondo: l’indifferenza legata alla loro volontà di affrontare nuove sfide, dopo aver visceralmente risucchiato i sogni dei tifosi, trasformandoli e riconsegnandoli nelle loro mani sotto forma di goal, parate e titoli. Non basta: non può bastare. Ben al di là del classico concetto de “il calcio italiano non attira più nessuno” (non è vero), quel che rimane è un senso di svuotamento generale. Un album di figurine privato, in copertina, dei loro frontmen più importanti.

Nell’anno in cui il “brand Italia” si è riscoperto forte, riabbracciando personalità calcistiche prepotentemente segnanti, quelle di José Mourinho e Massimiliano Allegri su tutte, tre delle Big della Serie A, Juventus, Inter e Milan, hanno salutato il loro leader (tra l'altro, in generale, tre degli MVP della passata stagione), per motivi senz’altro diversi, accomunati dalla sostanziale voglia di sperimentare “altro”. Con le dovute eccezioni: se per Donnarumma il discorso può apparire, in qualche modo, lecito (da portiere già per molti più forte al mondo, avrebbe potuto proseguire la carriera al Milan divenendone un simbolo, in un calcio che baratta spesso questi in nome della probabilità di successo nel breve periodo), per Ronaldo e Lukaku il discorso è differente.

Romelu Lukaku Chelsea ArsenalGetty

L’ultimo è tornato dove non è proprio riuscito a dire la propria (quello siglato contro l’Arsenal pochi giorni fa è a tutti gli effetti il primo goal al Chelsea della sua carriera, nonostante l’esperienza passata), il primo, arrivato come un’azienda, se n’è andato nella stessa maniera, da azienda, ma nel senso più freddo possibile. Capitalismo allo stato puro prestato al calcio.

E, in un certo senso, a perdere l’amore non sono stati solo i tifosi, né gli osservatori disinteressati, della prima ora e non, della Serie A: a perdere l’amore sono stati innanzitutto Cristiano Ronaldo, Romelu Lukaku e Gianluigi Donnarumma. Nei presupposti, troppo fragili per sposarsi con il lato romantico del calcio, nelle premesse legate al loro passato. Nei modi: hanno rinnegato un po’ se stessi.

“Arrivo il 25 luglio e resto”: Ronaldo, che già nel corso degli Europei aveva lasciato la porta socchiusa ad altre opportunità, a metà luglio rassicura i bianconeri. Vestirà nuovamente la maglia del Manchester United.“Resto all’Inter per vincere ancora”: è appena iniziato giugno, Lukaku promette ai tifosi un’altra stagione in nerazzurro. Tornerà in Blues,“l’occasione della mia vita”, dice. Per Donnarumma “parla” l’estenuante silenzio che ha accompagnato la trattativa per il rinnovo fino alla scadenza del contratto con il Milan.

Gianluigi Donnarumma PSGGoal

“Perdere l’amore, quando si fa sera”: quando il giorno volge al termine, e con esso i progetti sportivi legati a un singolo giocatore, la stella. Tra titoli vinti e altri, invece, solo immaginati: che poi, come sempre, non è tanto l’epilogo, ma il modo a fare la differenza, se è vero, com’è vero, che tutto è destinato ad avere una fine. Ma almeno che sia degna.

La Serie A, svuotata, andrà avanti anche senza di loro, come spesso accaduto negli ultimi 15 anni: quando con fare indifferente tanti altri campioni sono andati via preferendo altri lidi, guardando la massima serie del calcio italiano rinascere da presupposti del tutto nuovi, mentre intorno sembravano esserci macerie. Con una Coppa conquistata senza i favori del pronostico: ai rigori, dopo aver rimontato lo svantaggio. Se c’è una cosa che noi italiani sappiamo fare è rimboccarci le maniche e sorprendere: “Italians do it better”,anche perdere l’amore, d’estate, e guardare avanti, senza rancore.
Pubblicità

ENJOYED THIS STORY?

Add GOAL.com as a preferred source on Google to see more of our reporting

0