Alla continua ricerca della perfezione. Cristiano Ronaldo vive la sua avventura alla Juventus mettendo nel mirino l'obiettivo degli obiettivi: riportare la Champions League a Torino. Un trofeo, e che trofeo, vinto l'ultima volta dai bianconeri nel 1996.
Un digiuno, quindi, lungo ventiquattro anni. Inusuale ma anche anacronostico, soprattutto considerando come la Vecchia Signora sia cresciuta esponenzialmente, tanto da potersi permettere il miglior giocatore al mondo, nonché uno dei più influenti della storia, assieme a Leo Messi.
Ma i grandi traguardi, solitamente, si costruiscono in maniera graduale. Ecco, dunque, la Coppa Italia dietro l'angolo. Competizione, questa, in cui CR7 non ha ancora messo il suo marchio. In quanto, alla sua prima annata all'ombra della Mole, il fuoriclasse portoghese si è "limitato" a vincere campionato e Supercoppa.
Fatto 30... punta i 31. Già, perché il campione portoghese ha vinto e rivinto tutto. Inghilterra: Fa Cup, Coppa di Lega e Community Shield. Spagna: Liga, Coppa e Supercoppa. Il tutto, sfoggiando ben cinque Champions League. Per un totale, appunto, di 30 sussulti. Senza dimenticare, né snobbare, la Supercoppa di Portogallo conquistata con lo Sporting.
Un ruolino di marcia da impreziosire passando dall'Olimpico di Roma, sede della sfida di questa sera tra Juve e Napoli. Gara importante, per certi versi fondamentale, specialmente se contestualizzata. C'è chi vuole fare la voce grossa in Italia - Maurizio Sarri - pronto a regalarsi il primo trofeo nel calcio professionistico.
E c'è chi, appunto, vuole semplicemente continuare a giganteggiare come Cristiano. Che, nella semifinale contro il Milan, ha vissuto un inizio di terza carriera, interpretando il match da punta centrale. Insomma, proprio come ipotizzato in fase di approdo del Comandante al timone bianconero.
I movimenti vanno ancora oliati chirurgicamente. Così come va perfezionata la condizione atletica, inevitabilmente ben lontana dal top. In definitiva, nulla che possa intimorire Ronaldo, chiamato a dire la sua in terra capitolina dopo aver proposto una prova tutt'altro che memorabile con il Milan.
Già, perché un penalty sul palo può fare dannatamente notizia se ti chiami Cristiano Ronaldo. Allora via di buffetto, di pensiero, di grandezza. Con le parole di Sarri, al termine della gara vinta contro il Diavolo, a disegnare un nuovo percorso:
"A Cristiano è stato chiesto un sacrificio di giocare più centrale, il ragazzo ha accettato e questa per noi è una grandissima notizia. Ha giocato bene nella prima mezzora e poi ha sofferto come la squadra. Probabilmente non è abituato a sbagliare un rigore, è stato sfortunato e qualche ripercussione può averla avuta. Al di là della posizione, lui è un calciatore talmente forte che può giocare cinque metri più indietro che può far la differenza".
Il tridente tutto fantasia composto da Dybala, Douglas Costa e Ronaldo alla lunga può rivelarsi la chiave decisiva. Un po' come mostrato, seppur a targhe alterne, affrontando le due squadre di Milano. Il resto è attualità. Il resto è CR7, sempre lui, a caccia della Coppa Italia.




