Il calciomercato è fatto di chiacchiericci, leggende e retroscena. Figuriamoci, poi, quanto possa emergere dietro l'approdo di Cristiano Ronaldo alla Juventus. Un trasferimento che ha fatto storia, messo a segno dalla dirigenza bianconera esattamente due anni fa. Insomma, l'impossibile che diventa magicamente possibile.
Merito di una società che attraverso la programmazione ha saputo alzare sensibilmente l'asticella, a tal punto da potersi permettere il miglior giocatore al mondo assieme a Leo Messi. Un colpo extra lusso, chiamato a innalzare ulteriormente il tasso qualitativo della rosa bianconera, mettendo nel mirino la Champions League. Trofeo, questo, che manca dalla bacheca zebrata da ben 24 anni.
E allora via di ricostruzioni. C'è chi dice che l'affare degli affari l'abbia coordinato in prima persona Fabio Paratici. Altri, invece, sostengono che parte della dirigenza bianconera - valutando i costi complessivi - avrebbe preferito non tuffarsi in un affare così oneroso. Nulla di vero.
Madama, come sempre, pianifica e condivide gli acquisti nella sua totalità. Detto ciò, muovendosi per tempo, non è un mistero che il manager piacentino abbia recitato un ruolo importante, soprattutto nel convincere l'agente di CR7, Jorge Mendes, a lavorare in funzione della fumata bianca con estrema rapidità.
"Quando abbiamo giocato a Madrid è venuto Jorge Mendes, come sempre accade quando c’è la Champions League. Abbiamo iniziato a parlare e io avevo ancora negli occhi, con ammirazione e dolore, la rovesciata che CR7 fece nel nostro stadio. Così gli dissi: 'Cristiano ha fatto dei goal incredibili…'. A quel punto lui mi guardò e mi rispose: 'Tu non ci crederai, ma se Cristiano cambia vuole venire solo alla Juventus. E’ meno strano di quanto tu possa pensare. Poi ne parliamo' A quel punto ho pensato a una boutade, ma in realtà ho iniziato a ragionarci. Così a inizio giugno facemmo una riunione, c’eravamo io, Andrea Agnelli e Pavel Nedved. Buffon sarebbe andato via, noi venivamo da sette scudetti di fila ed eravamo usciti malamente dalla Champions. Sapevamo di dover fare qualcosa per motivare i giocatori, così fummo d’accordo sul fatto che servisse dare una scossa all’ambiente. Così dissi che avevo un’idea per far crescere il club e dare uno shock positivo: 'Non mettetevi a ridere e non buttatemi fuori dall’ufficio. Ci sono due modi per motivare la squadra: uno non si può dire, l’altro è comprare Cristiano Ronaldo' ".
Insomma, settimane laboriose ma produttive, sfociate in un sogno a occhi aperti per i tifosi juventini. Da una parte, 100 milioni al Real Madrid. Dall'altra, 31 al giocatore. Un investimento monstre chiamato a valorizzare ulteriormente il brand. E, a distanza di ventiquattro mesi, la missione può ritenersi (pienamente) centrata.
DivulgaçãoD'altro canto, i numeri non mentono: dai ricavi, ai social, passando per i lampi del diretto interessato. In definitiva, tutti felici. Compreso, ovviamente, Cristiano. Che dà la caccia all'Europa che conta, in tono personale, numero sei. Un obiettivo nell'obiettivo, da perseguire con la massima ferocia agonistica.
E poi c'è il futuro, importante, nonostante le primavere siano diventate 35. D'altronde, banale anche sottolinearlo, l'età per CR7 rappresenta meramente un'effimera componente anagrafica. Proprio come spiegato nei mesi scorsi da Jorge Mendes in occasione del Gran Galà del Calcio AIC 2019.
"L'’ho già detto due volte, Cristiano è il migliore giocatore di sempre. Resterà alla Juve anche il prossimo anno".
Poche parole, ma buone, che testimoniano soprattutto come il matrimonio sia dei più solidi. A caccia di altri trofei. A caccia di nuovi record da battere. Alla Cristiano Ronaldo.


