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Maurizio Sarri Napoli JuventusGetty

Cosa ci ha detto questa stagione: cosa manca alla Juventus

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La Juventus sorride, eccome. Perché uno scudetto è sempre uno scudetto. Figuriamoci, poi, se l'egemonia nostrana passa da nove primati di fila. Detto ciò, e non potrebbe essere altrimenti considerando usi e costumi bianconeri, migliorare rappresenta sempre la chiave di lettura primaria.

La sensazione, e forse qualcosina in più, è che i campioni d'Italia in carica abbiano bisogno di ritoccare sensibilmente l'organico. Vuoi perché - all'interno dello stesso - ci sono elementi giunti ormai a fine ciclo. Vuoi perché, per avvicinarsi alle idee di un tecnico-filosofo, occorre rivedere la rosa.

Maurizio Sarri, all'insegna del pragmatismo, s'è subito accorto di come la via del successo passasse dall'ottimizzazione degli effettivi a disposizione. E, in tal senso, ciò che sarebbe dovuto diventare un chiaro segnale di discontinuità con il passato, invece, s'è rivelato un punto di continuità. Perché, si sa, alla Continassa vincera non è importante ma è l'unica cosa che conta.

E, dal canto suo, l'ex tecnico del Chelsea ha recepito perfettamente il messaggio. Nessuna rivoluzione, evoluzione. Il tutto, però, in funzione di un ibrido ancora da perfezionare. Perché se certi giocatori possono portare alla gloria, e ogni riferimento nei confronti di Ronaldo e Dybala è puramente voluto, la crescita del collettivo resta un obiettivo da centrare.

Passando, magari, un mercato differente. Fatto di talenti, ma in generale di calciatori funzionali in chiave 4-3-3. Detto ciò, in vista del futuro, i segnali incoraggianti non mancano: Kulusevski e Arthur, per l'appunto, rappresentano la più pura aria fresca. In estrema sintesi, nuovi stimoli - all'insegna della linea verde - da inserire nel gruppo.

Arthur JuventusGoal

Il grosso, tuttavia, andrà fatto in determinati reparti. A centrocampo, ad esempio, Madama ha mostrato lacune strutturali non indifferenti. E, anche in avanti, quanto meno un attaccante centrale avrebbe il suo ottimo perché. Non sorridono oltremisura nemmeno le corsie basse, con Cuadrado - per forza di cose - diventato ormai un terzino destro in pianta stabile.

La palla passa ora al CFO Fabio Paratici, chiamato a rivedere le caratteristiche di un rullo compressore che, comunque, in Italia non ammette rivali. Nonostante, banale anche sottolinearlo, in chiave progettuale l'Inter resti la cliente più scomoda con cui confrontarsi.

Passano le stagioni, e la Juventus continua a vincere. Ma guai a dare qualcosa per scontato. E per qualcosa s'intende lo scudetto che, in lungo e in largo, resta sempre l'obiettivo principale di una società che negli anni ha saputo alzare sensibilmente l'asticella.

Continuità. Parola d'ordine per una programmazione ormai certosina. Con un gruppo che ha bisogno di modificarsi, ma senza perderer la sua identità. Senza perdere di vista il solito obiettivo: vittoria.

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